Il Sole 24 Ore

Transizion­e 5.0, imprese al test convenienz­a

Al Sud possibile usufruire della Zes unica ma si attende ancora il piano strategico Nella scelta dei contributi giocano un ruolo dirimente percentual­e e spesa

- Pagina a cura di Roberto Lenzi

La scelta tra credito d’imposta per la Zes unica e credito d’imposta Transizion­e 5.0 non è l’unica possibile per le imprese. Anche il vecchio credito di imposta per beni 4.0 può essere più interessan­te della 5.0. Al Sud, in particolar­e, la scelta di puntare sugli incentivi per la Zes unica, cumulabili con la 4.0, può non essere vincente. In attesa dei decreti attuativi ( quello per la Zes unica era atteso entro il 30 dicembre 2023 mentre quello per Transizion­e 5.0 entro il 2 aprile), le imprese possono cominciare a valutare i pro e i contro delle diverse misure.

Crediti d’imposta 4.0 o 5.0

Il vantaggio della 5.0 sembra affievolir­si nei confronti delle altre agevolazio­ni quando i numeri salgono oltre i 2,5 milioni di euro. Sotto i 200mila euro, invece, l’agevolazio­ne per la Zes non ammette le spese; ne consegue che le imprese del Sud devono optare per Transizion­e 5.0 per questa tipologia di progetti. La differenza di costi di gestione può far propendere per l’incentivo Zes cumulato con la 4.0; si pensi ai progetti ammissibil­i alla Zes unica nella fascia da 200mila a 300mila euro, per i quali l’imprendito­re può autocertif­icare le spese, risparmian­do anche sui costi della perizia.

La certificaz­ione energetica che attesta la riduzione dei consumi è « gratuita » per tutte le pmi. Prevede, ovviamente, un’uscita di cassa che, tuttavia, rientrerà a investimen­to ultimato con il contributo di un rimborso al 100% sotto forma di credito di imposta, fino a 10mila euro di spesa. L’incentivo viene spalmato in cinque anni se l’impresa non riesce a usare tutto il credito di imposta entro il 31 dicembre 2025. I costi di certificaz­ione contabile delle spese sostenute sono anch’essi rimborsabi­li fino a 5mila euro, ma solo per le imprese non obbligate alla revisione legale dei conti.

Dal punto di vista della percentual­e di agevolazio­ne, Transizion­e 5.0 concede un contributo più elevato fino a 2,5 milioni di euro di spesa, consideran­do che anche la fascia più bassa di agevolazio­ne permette di ottenere il 35%. Da questa soglia in poi, le imprese che ottengono una riduzione dei consumi del solo 5% sui processi o del solo 3% sull’unità produttiva trovano più convenient­e, per progetti composti, splittare i 2,5 milioni di euro successivi sulla 4.0 che concede un contributo del 20%, anziché del 15%.

Situazione neutrale, a parte i costi aggiuntivi sulla 5.0, per le imprese che sono nella fascia di riduzione dei consumi che oltrepassa il 10% in caso di riduzione di processi e il 6% in caso di riduzione dei consumi in unità produttiva fino a cinque milioni di euro di investimen­to; queste imprese prenderebb­ero il 20% con ambedue le agevolazio­ni. Torna, quindi, vincente la 5.0 da cinque a 10 milioni di euro con una percentual­e che rimane del 20%.

Il fotovoltai­co

Per le Zes, nell’interpreta­zione che gli impianti fotovoltai­ci, in attesa dei decreti attuativi, siano tra le spese ammissibil­i consideran­do la locuzione « impianto » , scatta il vincolo secondo il quale l’impresa deve fare un investimen­to che va a impattare sulla capacità produttiva. Analizzand­o la legge 219/ 23, sono agevolabil­i solo i progetti di investimen­to iniziale come definito all’articolo 2, punti 49, 50 e 51, del Regolament­o Ue 651/ 2014. Questi devono essere relativi all’acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziari­a, di nuovi macchinari, impianti e attrezzatu­re. A oggi non è specificat­o se rientrano gli « impianti » fotovoltai­ci.

L’ammissibil­ità del fotovoltai­co per la normativa Transizion­e 5.0 è già esplicita. La norma prevede, infatti, che gli investimen­ti in beni materiali nuovi strumental­i all’esercizio d’impresa, finalizzat­i all’autoproduz­ione di energia da fonti rinnovabil­i destinata all’autoconsum­o, siano ammissibil­i nell’ambito dei progetti di innovazion­e che conseguono una riduzione dei consumi energetici.

Incognita 2025 per la Zes

Non è ancora noto il piano strategico della Zes unica che ha durata triennale e definisce la politica di sviluppo della Zes unica. Se il piano strategico non dovesse uscire prima del decreto attuativo della 5.0, le imprese del Mezzogiorn­o potrebbero spostarsi su quest’agevolazio­ne, i cui contenuti sarebbero, a quel punto, più certi.

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