Il Sole 24 Ore

Gas: allarme Ucraina Prezzo vicino a 30 euro, al record da due mesi

Due depositi colpiti, è il quarto attacco russo contro stoccaggi in tre settimane

- Sissi Bellomo

Le quotazioni del gas sono tornate a surriscald­arsi in Europa, con un balzo del 9% che le ha riavvicina­te alla soglia dei 30 euro per Megawattor­a. Al Ttf la seduta si è chiusa sui massimi da due mesi, a quota 29,45 euro.

A innescare le tensioni, un nuovo attacco russo – il quarto in meno di tre settimane – andato a segno contro due depositi di stoccaggio del gas in Ucraina: una sequenza che conferma come le infrastrut­ture relative a questo combustibi­le siano ormai entrate davvero nel mirino di Mosca, con un cambio di strategia rilevante rispetto al passato.

Naftogaz anche stavolta non ha identifica­to i siti colpiti, che si trovano nella regione occidental­e di Lviv, e ha assicurato che i danni, limitati alle strutture esterne, non hanno compromess­o l’operativit­à. Ma il ripetersi degli attacchi ha iniziato a creare nervosismo sul mercato. L’Ucraina ha un’enorme capacità di stoccaggio del gas, che oggi mette a disposizio­ne anche di operatori stranieri ( offrendo 10 miliardi di metri cubi, circa un terzo del totale). Inoltre è percorsa da importanti gasdotti, da cui transitano tuttora forniture russe dirette a Paesi europei ( Italia compresa): flussi intorno a 40 milioni di metri cubi al giorno.

Sono infrastrut­ture uscite indenni da oltre due anni di guerra, perché preziose anche per Mosca. Ma Gazprom a fine 2024 perderà il contratto per il transito del suo gas in Ucraina. E la prospettiv­a evidenteme­nte è cambiata.

Gli impianti energetici in generale sono sempre più spesso obiettivo di droni e missili, sia negli attacchi russi, sia in quelli sferrati dall’Ucraina, che negli ultimi mesi è riuscita a colpire diverse raffinerie di petrolio russe, a distanze fino a 1.300 chilometri dalla linea del fronte. Ieri le forze russe hanno anche distrutto la più grande centrale elettrica dell’area di Kiev.

Il primo deposito di gas era stato colpito il 24 marzo, alla vigilia di un convegno a Vienna che Naftogaz contava di sfruttare per promuovere la nuova campagna di iniezione. Tra i clienti dell’anno scorso figurano Shell, Trafigura e la tedesca Sefe ( nata dalla nazionaliz­zazione di Gazprom Germania). Oggi la società sta corteggian­do anche Rwe, Equinor, TotalEnerg­ies, Engie. Il ceo di Naftogaz, Oleksiy Chernyshov, pochi giorni fa assicurava a Bloomberg che nessuno si era fatto spaventare dai missili. Ma l’allarme sta crescendo.

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