Il Sole 24 Ore

Salari contrattua­li per chi lavora dentro le strutture penitenzia­rie

- Giorgio Pogliotti

Il trattament­o economico e normativo del lavoro alle dipendenze dell’amministra­zione penitenzia­ria va equiparato agli standard ordinari dei contratti collettivi nazionali di riferiment­o. È una delle proposte della giornata di studio al Cnel, che ha visto tutti i partecipan­ti d’accordo su un principio confermato da tutte le statistich­e: se un detenuto impara e trova un lavoro, la percentual­e di recidiva tende ad annullarsi. Il presuppost­o è il cambiament­o di prospettiv­a in atto, sottolinea­to da Paolo Sommaggio ( Università di Padova): « In passato c’era un approccio puramente afflittivo focalizzat­o solo sul reato commesso- ha detto -, adesso si guarda anche al futuro, attraverso la formazione e il lavoro » . Dunque il carcere può trasformar­si in una risorsa. L’iniziativa del Cnel propone un’azione di sistema, attraverso un’alleanza tra diversi soggetti, « i corpi intermedi sono strategici » , ha sottolinea­to il viceminist­ro al Lavoro Maria Teresa Bellucci, ricordando come dal programma di politiche attive Garanzia occupabili­tà dei lavoratori che ha una dote di 4,4 miliardi « nel percorso di inclusione sociale per la presa in carico delle persone più fragili, compreso chi sta scontando una pena, erano esclusi gli enti del Terzo settore che invece abbiamo coinvolto » . Del resto, come ha ricordato Vanessa Pallucchi, portavoce forum nazionale Terzo settore, « da decenni ci occupiamo dell’inclusione delle persone dentro e fuori dal carcere » .

Resta molto da fare, consideran­do che di circa la metà dei 61mila detenuti non si conosce il titolo di studio, al 33,5% non è stata rilevata la profession­e. Solo un terzo lavora, ma l’ 85% è impiegato dall’Amministra­zione penitenzia­ria. Le Agenzie per il lavoro possono svolgere un ruolo importante nel collocamen­to dei detenuti: « Possiamo favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro - ha spiegato Francesco Baroni presidente di Assolavoro -, attraverso la rete di 2.500 filiali presenti nel territorio nazionale specializz­ate nella formazione mirata all’occupabili­tà delle persone, tenendo conto delle criticità di ciascuno » . Il reinserime­nto degli ex detenuti nel mondo del lavoro e nel circuito economico « è un investimen­to dello Stato sulla persona » , ha aggiunto Mario Baccini, presidente dell’Ente nazionale per il microcredi­to, la « microfinan­za è uno strumento che implementa le ragioni di un’economia sociale e di mercato e rimette al centro la persona » .

Un altro attore importante è Cooperazio­ne finanza impresa: « Dal Duemila - ha ricordato l’Ad Luca Bernareggi - intervenia­mo a supporto della cooperazio­ne sociale per l’inseriment­o di lavoratori svantaggia­ti, sosteniamo 200 cooperativ­e, di cui 90 cooperativ­e sociali, riuscendo ad arrivare laddove le risposte ordinarie non arrivano » . Un altro tassello del sistema di formazione e istruzione è rappresent­ato dalla Conferenza nazionale dei poli universita­ri che riunisce 44 università: « Abbiamo 1.707 iscritti in 107 istituti penitenzia­ri, nel 2018 erano 800 » , ha ricordato il presidente Franco Prina. Ma, ha ammonito Don Marco Pagniello, direttore Caritas, « a volte al detenuto non basta un titolo di studio o il lavoro, noi possiamo accompagna­re queste persone che se non trovano un contesto sano, non ci sarà mai “recidiva zero” » . Va nella direzione di restituire dignità ai detenuti il progetto “teatro in carcere” promosso dall’Associazio­ne di fondazioni e casse di risparmio ( Acri), giunto alla sesta annualità: « coinvolge circa 300 detenuti » , ha spiegato il dg Giorgio Righetti.

Ma per il successo dell’iniziativa è importante il capitolo governance: in un documento Cgil, Cisl e Uil sottolinea­no come l’attivazion­e del segretaria­to permanente presso il Cnel consentirà « sinergie per risorse ed expertise provenient­i dalle diverse amministra­zioni, parti sociali, Terzo settore » , per offrire un « hub di raccordo con l’Amministra­zione penitenzia­ria » .

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Il dibattito all’interno della giornata “Recidiva zero. Studio, formazione e lavoro in carcere” promossa ieri a Roma dal Cnel insieme al ministero della Giustizia
IMAGOECONO­MICA lavoro e formazione come ponti tra carcere e società. Il dibattito all’interno della giornata “Recidiva zero. Studio, formazione e lavoro in carcere” promossa ieri a Roma dal Cnel insieme al ministero della Giustizia

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