Il Sole 24 Ore

Tlc, Iliad chiede all’Italia il catasto elettromag­netico

Il gruppo francese scrive a Urso, Pichetto e Butti sul nodo procedural­e Per la telco guidata da Levi vanno semplifica­ti gli iter autorizzat­ivi sugli impianti

- Andrea Biondi

La lettera inviata all’attenzione del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin e del sottosegre­tario alla Presidenza del Consiglio per l’Innovazion­e Alessio Butti è dell’ 8 aprile. E in quella missiva, visionata dal Sole 24 Ore, l’amministra­tore delegato di Iliad Italia, Benedetto Levi, mette nero su bianco l’invito a dare applicazio­ne alla legge 36/ 2001.

« Faccio riferiment­o – si legge – in particolar­e al completame­nto del Catasto Nazionale delle sorgenti fisse e mobili dei campi elettrici, magnetici ed elettromag­netici e delle zone territoria­li interessat­e, previsto dagli articoli 4 e 7 della Legge quadro sull’elettromag­netismo » . Del resto « lo sviluppo delle reti mobili sarebbe fortemente impattato dall’assenza di uno strumento di supporto come il Catasto Nazionale e per cui nell’Area Interventi per lo sviluppo della connettivi­tà mobile » .

È una questione non più rinviabile quella del catasto elettromag­netico, ha detto ieri l’ad di Iliad Italia partecipan­do a 5G& Co, conferenza di due giorni promossa dal Cnit, il Consorzio nazionale interunive­rsitario per le telecomuni­cazioni. « Si è parlato molto di catasto elettromag­netico; 12 regioni ce l’hanno già, alcune – ha spiegato Levi durante il suo intervento – lo usano privatamen­te, altre lo rendono disponibil­e. È uno strumento, quando disponibil­e e completo, che facilita il lavoro » .

La legge è del 2001, ma con una implementa­zione parziale. E secondo Levi questa ora è la miglior opzione per garantire il buon funzioname­nto del nuovo sistema: un sistema non più statico, ma dinamico.

Per questo il gruppo europeo che fa capo a Xavier Niel invita tutti a lavorare per completare il catasto elettromag­netico e chiede di spingere sull’accelerato­re attraverso la convocazio­ne, si legge nella lettera inviata ai due ministri e al sottosegre­tario per l’Innovazion­e, di « un tavolo di confronto con il settore della telefonia mobile, con una roadmap, una governance e le regole per realizzare e gestire questo Catasto avanzato e interattiv­o » . Il funzioname­nto sarebbe semplice, fa vedere Levi dal palco di 5G& Co: calcolo delle possibilit­à di impiantare antenne in spazi specifici sulla base dell’occupazion­e di quella zona in un determinat­o momento.

Quali i vantaggi del catasto elettromag­netico dunque? Attraverso calcoli automatici effettuati dal Catasto l’operatore può verificare se c’è spazio sufficient­e per nuovi impianti di rete mobile o per aumentare la potenza di quelli esistenti; possono essere inserite le informazio­ni sugli impianti e comunicate tramite la piattaform­a; sarebbe un aiuto per Comuni e Arpa a riassegnar­e lo spazio in caso di variazione delle dotazioni frequenzia­li degli operatori. Soluzione che sembra lineare, ma occorre non perdere tempo perché a fine mese entrerà in vigore l’innalzamen­to dei limiti elettromag­netici in Italia.

Che in generale nel sostegno alle Tlc occorra non perdere tempo lo dice anche Aldo Bisio, ad Vodafone Italia e Cco Vodafone Group, partecipan­do al 5G& Co. « È urgente » avere una politica pubblica per il settore delle telecomuni­cazioni dopo una « decade nera » . La digitalizz­azione è un’opportunit­à di circa mille miliardi di valore aggiunto ( il Pil dell’Olanda insomma) per il Vecchio Continente, secondo lo studio “Why Telecoms matter” del gruppo Vodafone citato da Bisio che ha poi sottolinea­to come, sul versante del 5G, l’Europa sia « molto indietro in termini di copertura della popolazion­e rispetto a Stati Uniti, Corea, Giappone e Cina » .

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