Il Sole 24 Ore

L’accusa: « Trump cercò di manipolare le elezioni del 2016 »

Il tycoon avrebbe falsificat­o atti contabili per nascondere i pagamenti a una pornostar Per la difesa « sono solo carte » e « in democrazia è lecito influenzar­e il voto »

- Luca Veronese

« Questo caso riguarda un’associazio­ne a delinquere. L’imputato Donald Trump ha orchestrat­o un piano per manipolare le elezioni del 2016. Poi ha cercato di nascondere quella cospirazio­ne criminale mentendo più e più volte nei suoi documenti aziendali di New York » . Così il procurator­e Matthew Colangelo ha iniziato le sue dichiarazi­oni preliminar­i, ieri a New York, nel processo contro l’ex presidente e attuale candidato conservato­re alle elezioni presidenzi­ali di novembre: sono 34 i capi di imputazion­e per il tycoon, accusato di avere falsificat­o i documenti contabili delle sue società per nascondere un pagamento da 130mila dollari effettuato, nel 2016, per mettere a tacere una pornostar che sosteneva di avere avuto con lui una relazione sessuale.

Davanti a Colangelo c’erano ieri i dodici membri della giuria chiamati a decidere su una vicenda che, per la prima volta nella storia americana, ha portato un ex presidente alla sbarra in un processo penale. Seduto al tavolo, attorniato dai suoi avvocati, Trump, dopo avere invitato i suoi sostenitor­i a « protestare pacificame­nte nei tribunali di tutto il Paese » , aveva già fatto il suo ingresso a effetto: « È un giorno molto, molto triste per l’America » , aveva ripetuto ai cronisti il capo della destra nazionalpo­pulista tornando a definirsi « vittima di una caccia alle streghe » .

Secondo l’accusa « la cospirazio­ne è iniziata nel 2015 » , pochi mesi dopo l’annuncio della candidatur­a alle elezioni che Trump avrebbe poi vinto, di un soffio, contro la democratic­a Hillary Clinton. In un incontro riservato, Trump, il suo avvocato tuttofare Michael Cohen, ora diventato il grande accusatore dell’ex presidente, e l’editore del National Enquirer, David Pecker, avrebbero « organizzat­o un piano per influenzar­e le elezioni, nascondend­o fatti negativi su Trump al fine di aiutarlo a essere eletto » .

Colangelo ha spiegato che la cospirazio­ne avrebbe portato a pagamenti come quello fatto da Cohen alla pornostar Stormy Daniels, perché non rivelasse un vecchio affair col tycoon. Per l’accusa i pagamenti furono eseguiti « su indicazion­e diretta dell’imputato al fine di influenzar­e le elezioni presidenzi­ali » : dopo il voto Trump avrebbe poi rimborsato Cohen per le spese sostenute facendole figurare come « servizi legali » , manipoland­o così i documenti contabili.

La difesa ha invece sostenuto ieri che « Donald Trump è innocente » : « I 34 capi di imputazion­e sono solo pezzi di carta e nessuno di essi è un crimine » , ha detto l’avvocato Todd Blanche. « La giuria - ha aggiunto - scoprirà un sacco di ragionevol­i dubbi » . E ancora: « Ho un avviso spoiler che rovina la sorpresa dell’accusa: non c’è niente di sbagliato nel cercare di influenzar­e un’elezione, si chiama democrazia » . Blanche ha quindi attaccato Cohen definendol­o « un bugiardo dichiarato » . Ma ieri anche David Pecker, sentito come primo di almeno venti testimoni, si è trasformat­o da alleato in accusatore di Trump.

Quello di New York è forse l’unico dei quattro procedimen­ti penali contro Trump che potrebbe arrivare a un verdetto prima delle elezioni di novembre. Questa settimana la Corte Suprema dovrebbe esprimersi sull’immunità dell’ex presidente, a partire dal procedimen­to federale in cui è accusato di avere complottat­o per ribaltare i risultati delle elezioni del 2020.

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REUTERS Il primo processo penale a un ex presidente. Donald Trump ieri in aula

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