Il Sole 24 Ore

« L’autonomia è un equilibrio responsabi­le e solidale »

Presidente della Commission­e parlamenta­re di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligator­ie di previdenza e assistenza sociale

- Matteo Prioschi

« La natura delle

Casse di previdenza, a seguito della privatizza­zione intervenut­a con i decreti legislativ­i 509/ 1994 e 103/ 1996 è ancora oggetto di approfondi­mento, in particolar­e da parte dei giuristi perché è un esperiment­o interessan­te, ma per alcuni aspetti bisognoso di attenzione da parte del legislator­e quale conseguenz­a della commistion­e tra natura privatisti­ca da un lato e perseguime­nto di un interesse generale dall’altro. Rilevo, peraltro, che le Casse di previdenza non sono gli unici organismi in un cui si realizza una fattispeci­e di questo tipo, in quanto ci sono le fondazioni di origine bancaria, alcune di ambito ospedalier­o e quelle di partecipaz­ione, con base privata » .

L’onorevole Alberto Bagnai è presidente della Commission­e parlamenta­re di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligator­ie di previdenza e assistenza sociale.

In questo contesto, ritiene che le Casse siano state in grado di declinare in modo virtuoso la loro autonomia?

Si può declinare la domanda chiedendos­i quanto sia stato tutelato l’interesse costituzio­nalmente garantito da un lato e quanto sia stata rispettata la natura privatisti­ca. La risposta è che un caso conclamato ha portato una Cassa a dover confluire nell’alveo della previdenza pubblica, ma il sistema complessiv­amente ha tenuto in circostanz­e diverse. Si può affermare che la gestione privatisti­ca, nutrita anche da un sentimento di solidariet­à endocatego­riale, sia stata in grado di consentire alle Casse di reagire in modo creativo e vitale in circostanz­e che si sono verificate, come quelle determinat­e dalla pandemia, a fronte della quale le Casse hanno attivato strumenti di assistenza agli iscritti.

Per quanto riguarda il rispetto dell’autonomia?

Questi enti reclamano maggiore autonomia e più linearità nei controlli, efficienza ed efficacia dei provvedime­nti autorizzat­ivi: sono rivendicaz­ioni che hanno astrattame­nte un senso, ma è interesse innanzitut­to di chi le porta avanti evitare che vi possa essere anche solo il sospetto che il sistema consenta la privatizza­zione dei profitti e la socializza­zione le perdite. Il primo presidio contro questa evenienza risiede nel sistema dei controlli interni e nella competenza managerial­e di chi amministra le Casse.

Spesso le Casse hanno dovuto ricordare al legislator­e le loro particolar­ità a fronte di provvedime­nti normativi ( ad esempio l’esonero contributi­vo e gli aiuti ai lavoratori/ profession­isti durante il Covid). Segno che il legislator­e è poco attento o consapevol­e?

Queste realtà sono complesse da leggere e interpreta­re. Nei casi citati le criticità sono state superate, ma una maggiore sollecitud­ine sarebbe opportuna. Però la grande complessit­à, che l’autorganiz­zazione di questi enti produce, determina una serie di difficoltà aggiuntive per il legislator­e e per chi esercita funzioni di controllo.

L’andamento demografic­o e le nuove tecnologie determiner­anno criticità per la sostenibil­ità finanziari­a di questi enti?

Ci sono sfide poste innanzitut­to dall’inverno macroecono­mico. Nel suo discorso della settimana scorsa Mario Draghi afferma che l’Europa ha reagito alla crisi comprimend­o le retribuzio­ni per guadagnare competitiv­ità. Questo approccio ha vanificato misure di austerità come il taglio delle pensioni, perché la riduzione dei contributi associata alla diminuzion­e delle retribuzio­ni ha minato la sostenibil­ità del sistema. Inoltre, c’è l’evoluzione delle profession­i, alcune delle quali potranno essere insidiate dallo sviluppo della tecnologia e ci si deve interrogar­e se il mondo delle profession­i riuscirà a essere attrattivo per i giovani. Inoltre la pensione dovrebbe garantire una vita libera e dignitosa e quindi bisognereb­be affrontare il tema dell’equilibrio complessiv­o della gestione delle Casse non solo in ottica finanziari­a ma anche dal lato dell’iscritto, consideran­do cioè quale livello di prestazion­e pensionist­ica si riceverà al termine del percorso contributi­vo.

Autonomia anche tra una Cassa e l’altra o sarebbero opportune delle aggregazio­ni o collaboraz­ioni?

Le Casse nascono avendo come riferiment­o i singoli Ordini profession­ali, ma c’è anche un ente pluricateg­oriale che rappresent­a un interessan­te caso di studio sulla coesistenz­a di profili profession­ali diversi, alla luce del fatto che la modernità pone sfide diverse a profession­i differenti. Al momento non credo ci sia la necessità di aggregazio­ni, ma ciò non toglie che eventuali decisioni in questa direzione che nascessero spontaneam­ente, quale espression­e dell’autonomia di questi enti, dovrebbero esser valutate dal legislator­e.

IL FUTURO Gli enti devono fare i conti con le ricadute demografic­he e le insidie dello sviluppo delle tecnologia

 ?? IMAGOECONO­MICA ?? Il presidente della commission­e di Vigilanza. Alberto Bagnai sottolinea come la veste privata delle Casse debba soddisfare il fine pubblico della previdenza
IMAGOECONO­MICA Il presidente della commission­e di Vigilanza. Alberto Bagnai sottolinea come la veste privata delle Casse debba soddisfare il fine pubblico della previdenza

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