È scontro sull’Autonomia, per il voto tempi più lunghi
Sotto la spinta della Lega rivotato e bocciato l’emendamento M5S: la maggioranza tira dritto, opposizioni sull’Aventino. Schlein accusa: « Non c’è rispetto del Parlamento »
« La tempistica per l’approvazione dell’autonomia verrà rispettata, al massimo scivolerà di qualche giorno » , dice il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Nessun rinvio dunque. Almeno apparentemente perché dopo la giornata e gli scontri di ieri tra maggioranza e opposizione l’ipotesi che si sta facendo strada è che la riforma approderà in Aula per la discussione generale ma per il voto finale bisognerà attendere ancora settimane visto che ci sono provvedimenti più urgenti tra cui il decreto sul superbonus.
Ma andiamo con ordine. La decisione del presidente della Commissione Affari costituzionali, Nazario Pagano ( Fi), di far ripetere il voto sull’emendamento M5s - che cancellava dall’articolo 1 la parola « autonomia » - dopo che mercoledì la maggioranza era stata battuta a causa dell’assenza di alcuni deputati della Lega, ha scatenato la reazione di tutti i partiti di opposizione e coinvolto direttamente il presidente della Camera Lorenzo Fontana.
I lavori sono proseguiti a rilento tant’è che a fine giornata risultano esaminati solo una trentina di emendamenti sugli oltre duemila presentati. Per le opposizioni quello che è accaduto ieri, la ripetizione del voto di un emendamento bocciato rappresenta un vero e proprio « strappo istituzionale » destinato a ripercuotersi sui futuri provvedimento. « Non c’è rispetto del Parlamento » ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein accusando « Meloni e Tajani di essere sotto schiaffo della Lega » .
Fontana ha provato a mediare, dando a Pagano l’ultima parola sulla ripetizione o meno del voto e contemporaneamente annunciando il raddoppio dei tempi di discussione in Aula del ddl Calderoli, come ulteriore elemento a tutela delle minoranze . Come si è detto il voto è stato replicato e l’emendamento M5s respinto. La Commissione continuerà a lavorare anche nei prossimi giorni con l’obiettivo di arrivare in Aula il prima possibile. Quel « al massimo potrebbe scivolare di qualche giorno » pronunciato da Ciriani è stato però interpretato da qualcuno come la conferma che il calendario al momento è ancora in via di definizione. « Prendiamo atto delle parole del Ministro Ciriani. Dopo giorni di forzature si riconosce la necessità di procedere consentendo il confronto in Commissione che prenda tutto il tempo necessario. Chiederemo al Presidente Fontana di farsi garante di questa disponibilità e quindi di rinviare l’inizio della discussione generale » , ha detto prima dell’ufficio di presidenza Chiara Braga, capogruppo Pd.
In realtà l’accordo nella maggioranza per portare avanti l’Autonomia non è stato messo in discussione. Tantomeno da Ciriani. Anche perché qualunque tentativo di frenarne l’iter della riforma bandiera della Lega si rifletterebbe immediatamente sul premierato caro a Meloni, che attende il primo sì del Senato e che nelle intenzioni dovrebbe essere calendarizzato per l’Aula di Palazzo Madama a partire dal 6 maggio.
Quel che invece è più probabile che accada è che l’Autonomia riesca ad arrivare in Aula, se non il 29 nei giorni immediatamente successivi, per poi però arenarsi subito dopo la discussione generale .