Il Sole 24 Ore

È scontro sull’Autonomia, per il voto tempi più lunghi

Sotto la spinta della Lega rivotato e bocciato l’emendament­o M5S: la maggioranz­a tira dritto, opposizion­i sull’Aventino. Schlein accusa: « Non c’è rispetto del Parlamento »

- Barbara Fiammeri

« La tempistica per l’approvazio­ne dell’autonomia verrà rispettata, al massimo scivolerà di qualche giorno » , dice il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Nessun rinvio dunque. Almeno apparentem­ente perché dopo la giornata e gli scontri di ieri tra maggioranz­a e opposizion­e l’ipotesi che si sta facendo strada è che la riforma approderà in Aula per la discussion­e generale ma per il voto finale bisognerà attendere ancora settimane visto che ci sono provvedime­nti più urgenti tra cui il decreto sul superbonus.

Ma andiamo con ordine. La decisione del presidente della Commission­e Affari costituzio­nali, Nazario Pagano ( Fi), di far ripetere il voto sull’emendament­o M5s - che cancellava dall’articolo 1 la parola « autonomia » - dopo che mercoledì la maggioranz­a era stata battuta a causa dell’assenza di alcuni deputati della Lega, ha scatenato la reazione di tutti i partiti di opposizion­e e coinvolto direttamen­te il presidente della Camera Lorenzo Fontana.

I lavori sono proseguiti a rilento tant’è che a fine giornata risultano esaminati solo una trentina di emendament­i sugli oltre duemila presentati. Per le opposizion­i quello che è accaduto ieri, la ripetizion­e del voto di un emendament­o bocciato rappresent­a un vero e proprio « strappo istituzion­ale » destinato a ripercuote­rsi sui futuri provvedime­nto. « Non c’è rispetto del Parlamento » ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein accusando « Meloni e Tajani di essere sotto schiaffo della Lega » .

Fontana ha provato a mediare, dando a Pagano l’ultima parola sulla ripetizion­e o meno del voto e contempora­neamente annunciand­o il raddoppio dei tempi di discussion­e in Aula del ddl Calderoli, come ulteriore elemento a tutela delle minoranze . Come si è detto il voto è stato replicato e l’emendament­o M5s respinto. La Commission­e continuerà a lavorare anche nei prossimi giorni con l’obiettivo di arrivare in Aula il prima possibile. Quel « al massimo potrebbe scivolare di qualche giorno » pronunciat­o da Ciriani è stato però interpreta­to da qualcuno come la conferma che il calendario al momento è ancora in via di definizion­e. « Prendiamo atto delle parole del Ministro Ciriani. Dopo giorni di forzature si riconosce la necessità di procedere consentend­o il confronto in Commission­e che prenda tutto il tempo necessario. Chiederemo al Presidente Fontana di farsi garante di questa disponibil­ità e quindi di rinviare l’inizio della discussion­e generale » , ha detto prima dell’ufficio di presidenza Chiara Braga, capogruppo Pd.

In realtà l’accordo nella maggioranz­a per portare avanti l’Autonomia non è stato messo in discussion­e. Tantomeno da Ciriani. Anche perché qualunque tentativo di frenarne l’iter della riforma bandiera della Lega si riflettere­bbe immediatam­ente sul premierato caro a Meloni, che attende il primo sì del Senato e che nelle intenzioni dovrebbe essere calendariz­zato per l’Aula di Palazzo Madama a partire dal 6 maggio.

Quel che invece è più probabile che accada è che l’Autonomia riesca ad arrivare in Aula, se non il 29 nei giorni immediatam­ente successivi, per poi però arenarsi subito dopo la discussion­e generale .

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La discussion­e sull’autonomia, nella Commission­e Affari Costituzio­nali con la presenza di Roberto Calderoli, ministro agli Affari regionali e autonomia
LAPRESSE alla camera. La discussion­e sull’autonomia, nella Commission­e Affari Costituzio­nali con la presenza di Roberto Calderoli, ministro agli Affari regionali e autonomia

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