La ristorazione traina il business dei centri commerciali in Italia
La spesa nel 2023 è aumentata del 16% a 5,6 miliardi di euro con un peso dell’ 11% sullo shopping totale. L’Osservatorio Deloitte per Aigrim- Fipe e Cncc: lo sviluppo è guidato dai fast food
Èun legame sempre più stretto quello tra la ristorazione e i centri commerciali, con i ricavi del food& beverage che nel 2023 sono aumentati in maniera nettamente più veloce rispetto alle altre attività che compongo l’offerta: un balzo di quasi il 16% fino a quota 5,6 miliardi contro una media del 2,4% condizionata soprattutto dai risultati negativi dell’elettronica di consumo (- 7%) e dei beni per la casa (- 1,6 per cento).
L’incidenza della ristorazione sul giro d’affari degli shopping center nel 2023 è passata dal 9,7% all’ 11,2% e vale il 7% di tutto il settore dei consumi fuori casa. Non solo: l’aumento di fatturato è quasi il doppio di quello registrato dal totale del foodservice (+ 8,8% a 81,8 miliardi), seguito dalla crescita del 12,4% maturata in stazioni, aeroporti e aree di servizio ( Travel che vale il 15% del totale del business ristorativo), e al Leisure ( somministrazione di cibo e bevande in musei, cinema, parchi a tema, ecc pari a 4 miliardi). La crescita più lenta (+ 1%) è stata nei ristoranti classici, (“standalone”) che valgono però ancora il 60% del mercato ma sembrano più in difficoltà.
Sono alcuni dati tratti dall’ Osservatorio sulla ristorazione nei centri commerciali, realizzato da Deloitte e nato dalla collaborazione tra Aigrim ( l’Associazione delle grande imprese di ristorazione multilocalizzate aderente a Fipe- Confcommercio) e Cncc ( Centro nazionale dei centri commerciali). Il trend descritto dall’Osservatorio è coerente con il momento positivo del comparto del fuori casa in generale – cresciuto del 7% secondo l’ultimo Rapporto Fipe) e per cui si stimano prospettive di crescita media annua ( Cagr) del 3,8% fino al 2028 a livello globale – e anche con l’aumento dell’affluenza nei centri commerciali stessi, che è stato del 7% nel 2023 ( anche se non si sono ancora raggiunti i valori pre Covid).
Le previsioni dei partecipanti al panel dell’Osservatorio confermano che sarà la ristorazione, assieme a servizi culturali e di cura della persona, a guidare la crescita del comparto nei prossimi anni, con un tasso di sviluppo stimato tra il 5 e il 10% nel 2024. Saranno ancora i fast food a crescere a doppia cifra, seguiti dal casual dining ( ristorazione informale di fascia media). « In Italia la ristorazione a catena rappresenta il 10% del mercato, una quota tra le più basse in Europa. Ci aspettiamo che cresca notevolmente – commentaCristian Biasoni, presidente di Aigrim– perché questa offerta incontra il trend di consumo che vede una sempre maggiore identificazione tra consumatore e brand » .
Dall’analisi dei dati forniti dagli operatori emerge come i centri commerciali che offrono servizi di intrattenimento ( come ad esempio cinema o palestre) abbiano risultati migliori sia in termini di ricavi che di affluenza. Il lato negativo è che non aumenta il numero di consumazioni per ingresso, che rimane attorno all’ 8%. Un segnale della crisi dei consumi che continua comunque a mordere, e che probabilmente determina anche la differenza tra l’andamento positivo dei “quick service restaurant” – servizio veloce con uno scontrino medio rimasto stabile attorno ai 12 euro – rispetto ai “full service” ( con il servizio al tavolo, dove lo scontrino è di oltre 37 euro, in crescita del 5,8%). « Il valore dello scontrino medio dei centri con intrattenimento risulta superiore a quello dei centri senza intrattenimento di almeno il 17% sia nel 2022 che nel 2023 – sottolinea Biasoni –. Questo rappresenta un punto di partenza fondamentale. Occorre sviluppare, di concerto con Cncc, delle offerte innovative, integrate e accessibili ai clienti, sia lato catene di ristorazione sia per i centri commerciali stessi. Bisogna puntare sulla capacità di garantire al consumatore un’esperien
La presenza di un’offerta di intrattenimento aumenta lo scontrino medio del 17%
LA CRITICITÀ Il numero di consumazioni per ingresso resta fermo all’ 8% ma migliora nel quick service
za che soddisfi a 360 gradi tutte le sue esigenze, con le food court che costituiscono l’anello di congiunzione in grado di coinvolgere differenti target » .
« L’offerta food& beverage è diventata un’ancora trainante per l’andamento positivo che stiamo riscontrando nella nostra industria – aggiunge Roberto Zoia, presidente del Cncc – grazie a un’offerta che ha saputo evolversi e intercettare le richieste di clienti sempre più esigenti, anche dal punto di vista della qualità e della comodità del servizio. Obiettivo dell’ Osservatorio è anche quello di prevedere i trend futuri, che si possono identificare da un’analisi puntuale del settore, così da anticipare eventuali cambiamenti e inevitabili assestamenti dopo un periodo di grande sviluppo come quello attuale » .