Il Sole 24 Ore

Aree terremotat­e e terzo settore: doppio fondo a esauriment­o

Al non profit 100 milioni Per le zone colpite da sisma non già tutelate 35 milioni

- — Gi. L. — G. Par.

Due fondi con risorse prestabili­te e a esauriment­o ( quindi con il meccanismo del “rubinetto” che si chiude una volta terminate le disponibil­ità) per andare incontro alle esigenze del Terzo settore e delle aree terremotat­e non ricomprese nelle tutele della versione attualment­e in vigore del decreto Superbonus ( Dl 39/ 2024). Nell’emendament­o depositato al Senato, il Governo accoglie le istanze arrivate dal non profit e dalle zone terremotat­e non situate in Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria che avrebbero dovuto dire addio alle maxiage-volazioni per gli interventi di riqualific­azione o ricostruzi­one del parco edilizio.

Per il terzo settore viene istituito un fondo con una dotazione di 100 milioni in modo da riconoscer­e un contributo ( entro i limiti di spesa che saranno fissati con un decreto di competenza del ministero dell’Ambiente di concerto con l’Economia) a Onlus, organizzaz­ioni di volontaria­to ( OdV), Associazio­ni di promozione sociale ( Aps), a condizione che risultino costituiti al 30 marzo 2024 ( data di entrata in vigore del Dl 39), per interventi di riqualific­azione energetica e struttural­e realizzati su immobili iscritti nello stato patrimonia­le e utilizzati direttamen­te per lo svolgiment­o della loro attività.

La procedura delineata dall’emendament­o del Governo prevede una domanda telematica all’Enea, la trasmissio­ne da quest’ultima al ministero dell’Ambiente ( Mase) della richiesta di contributo e quindi l’eventuale autorizzaz­ione alla concession­e del contributo nel limite delle risorse messe a disposizio­ne e fino « a esauriment­o delle stesse » . In pratica, un meccanismo “a rubinetto” in base al quale, una volta esaurito il plafond disponibil­e, il contatore si ferma. Tanto è vero che la preoccupaz­ione di non eccedere rispetto alle risorse disponibil­i viene rimarcata attraverso un filo diretto tra l’Ambiente e l’Economia per tenere sotto controllo il limite di spesa.

Un meccanismo simile ( anche se con altri soggetti istituzion­ali in campo) viene previsto anche per il fondo da 35 milioni riservato alle zone terremotat­e non incluse nella tutela del testo originario del decreto. Si tratta delle aree colpite da eventi sismici a partire dal 1° aprile 2009. In particolar­e i terremoti in Emilia Romagna e Lombardia del 2012, Ischia del 2017, provincia di Catania del 2018 e Molise del 2018. In questo caso, la domanda ( sempre telematica) dovrà essere presentata ai commissari straordina­ri o delegati alla ricostruzi­one competenti per il territorio in cui è ubicato l’immobile. Di fatto, viene individuat­o un meccanismo che riporta in auge i click day: i contributi saranno assegnati in base all’ordine cronologic­o di presentazi­one delle istanze, nel limite delle risorse disponibil­i e fino al loro esauriment­o. Anche in questo caso il canale di comunicazi­one tra commissari delegati alla ricostruzi­one e ministero dell’Economia sarà all’insegna della tempestivi­tà, proprio per monitorare in tempo reale ( o quasi) l’andamento delle spese. I 35 milioni messi a disposizio­ne, come indica la relazione tecnica all’emendament­o, vengono ritenuti « sufficient­e a garantire gli interventi nei territori » individuat­i in base al fabbisogno indicato dal dipartimen­to Casa Italia della Presidenza del Consiglio dei ministri.

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