LE AZIENDE FAMILIARI HANNO UN FUTURO (ANCHE SE LA NOSTRA SOCIA È UNA BIG)
FAMIGLIE E MULTINAZIONALI «SPOSARSI CON I BIG? PUÒ FUNZIONARE»
Vogliamo anche restare soci al 42,5% di Acqua Sant’anna I nostri valori: solidarietà, lavoro e umiltà
I produttori della robiola sono azionisti dal 1984 a fianco di Mondelez (ex Kraft). L’imprenditrice: «È possibile stare insieme se c’è rispetto e dialogo. Comunque, la nostra quota non si cede»
Rossella Osella ha due passioni: i viaggi umanitari (nel Malawi per esempio, con la Comunità di Sant’egidio) e l’azienda dei formaggi di famiglia, quella della robiola, dove il capitale è diviso quasi a metà con la multinazionale americana Mondelez, ex Kraft Foods. Un matrimonio che dura da più di 36 anni e che le fa dire: «Per un’impresa familiare lavorare con un partner azionario internazionale è possibile, funziona se si dialoga e ci si rispetta». Rossella Osella sta prendendo il testimone della storica impresa piemontese e non intende lasciarlo, anzi, difende le quote di famiglia: «Vendere? Niente affatto».
Oggi il 48,9% di Fattorie Osella (il 51,1% è di Mondelez Italia) è intestato a Dario Osella, 89 anni, padre di Rossella e presidente, e alla moglie Anna Carlotti, 86 anni, usufruttuari con il 24,45% ciascuno (i figli Gino e Rossella hanno la nuda proprietà). La famiglia possiede poi anche il 42,5% di Acqua Sant’anna: il 26,5% è di Dario e Anna in usufrutto (la nuda proprietà è dei figli) e il 16% fa capo direttamente ai figli Rossella e Gino che hanno l‘8% ciascuno.
La lettera
Il 13 dicembre Rossella Osella, che siede nel board dell’azienda casearia come consigliere non esecutivo, ha scritto una lettera al Corriere sottolineando il lavoro svolto dai genitori per la solidità dell’impresa. «Sono orgogliosa che abbiano creato aziende che danno lavoro a tante persone e contribuiscano alla prosperità del nostro territorio — diceva —. Attraverso le partecipazioni azionarie, che la mia famiglia vuole conservare, intendo dare continuità a principi e valori dei quali sono custode: impegno e solidarietà sociale, lavoro, integrità, fermezza, trasparenza e umiltà». Una parata a un tentativo d’acquisto? La famiglia nega che ci sia stata un’offerta. Di certo la morale è una, ora ribadita: non si vende, punto. Semmai qualcuno dovesse fare un’offerta per la minoranza di Fattorie Osella — che ha chiuso il 2019 con ricavi per 58,9 milioni e un utile di 5,55 milioni, 125 dipendenti — la risposta sarebbe quella. Del resto nel consiglio d‘amministrazione siede anche Stefano Simontacchi, presidente di Bonellierede, che di Rossella Osella è avvocato di fiducia.
Stesso ragionamento per le acque minerali Sant’anna di Vinadio, zona «dove è cresciuta la nonna paterna Caterina», con l’acquisto maturato dopo una gita familiare alla fine degli anni ‘80. «I miei genitori hanno venduto nel 1984 la maggioranza di Fattorie Osella a
Kraft per avere accesso alla distribuzione capillare dei formaggi , hanno mantenuto la loro quota originale — dice Rossella Osella, 58 anni, laurea in Scienze delle preparazioni alimentari, tornata due anni fa in azienda vicino ai genitori anziani dopo una specializzazione sull’informazione brevettuale che l’ha portata in Germania e Svizzera —. La passione per il formaggio di mio padre nacque dall’attività di sua mamma che veniva da una famiglia di malgari della Valle Stura». Il padre Dario dopo la maturità classica, un periodo a giurisprudenza e la morte prematura del fratello maggiore si dedica al caseificio di famiglia. «La robiola l’ha iniziata a produrre lui con le nuove tecnologie casearie — dice Rossella Osella —. Negli anni ‘70 i formaggi freschi non erano diffusi, si produceva l’emmenthal, il Fontal. Credo che il successo così duraturo del prodotto sia dovuto all’avere indovinato un gusto che piacesse ieri e oggi, mantenendo inalterata la qualità». Formula che Kraft non ha cambiato.
Gli investimenti
Dice l’imprenditrice: «La riuscita della partnership con la multinazionale è data dalla volontà di andare d’accordo». Certo, se le quote sono così simili la convivenza può essere un rischio, «ma anche nell’anno del Covid siamo andati bene». È «aumentato il peso nella grande distribuzione». E le vendite di robiola (nelle tre versioni classica, bio e senza lattosio, dati Nielsen) sono salite del 2,5% nel 2019-2020, «anche per la tendenza a cucinare in casa», dice Mondelez che conferma i piani di sviluppo. «Da sempre Fattorie Osella si caratterizza per la cura artigianale, la tradizione, l’innovazione e il rispetto per l’ambiente, gli animali, la comunità — dice Silvia Bagliani, amministratrice delegata di Mondelez Italia —. Questi elementi sono l’asse portante dei nostri piani per il futuro e giocheranno un ruolo chiave nel 2021. Abbiamo confermato gli investimenti degli ultimi anni focalizzati sul core business e cavalcando i nuovi trend dell’online. Fattorie Osella promuove poi la policy “Zero scarti, Zero rifiuti” con investimenti continui per garantire il riciclo di tutti i materiali. Così in sette anni il caseificio ha ridotto del 29% l’energia e del 14% l’acqua utilizzate, del 52% i rifiuti generati, del 33% le emissioni di Co2». Intanto Rossella Osella, che abita a 200 metri dal caseificio di Caramagna Piemonte, vigila e lavora. «Metto a disposizione le mie competenze», dice. E blinda le quote di famiglia, non si sa mai.