L'Economia

Governo & Spread Piazza Affari rimonta

I grafici vedono l’indice a 24 mila punti. Sulla spinta dell’effetto Draghi e del mini-spread tra i primi a recuperare dovrebbero esserci le banche. A partire da Intesa, Unicredit, Fineco e Bper

- Di Adriano Barrì

Per il momento tutto volge al bello. Nel mondo, gli indici stazionano sui massimi di periodo favoriti dalla liquidità delle banche centrali e la fiducia sulla fine della pandemia.

In Italia la prospettiv­a di un cambio di governo ha dato il via a un mini rally che ha portato l’indice a guadagnare il 5%, facendo meglio da due settimane consecutiv­e di Germania e Usa. Un trend che sembra destinato a durare, almeno secondo gli analisti tecnici, ovvero coloro che studiano i grafici di Borsa per prevedere l’andamento del mercato e dei titoli.

L’economia del Corriere ha fatto il punto sui principali indici mondiali i cui risultati sono riportati nella tabella a fianco. «Le variabili risk on ovvero tassi reali bassi, petrolio in crescita, aspettativ­e d’inflazione in crescita soprattutt­o in Usa — spiega Enrico Nicoloso, a capo dell’analisi tecnica di Websim.it — continuano a supportare i mercati, insieme alle aspettativ­e su maggiori aiuti fiscali, politiche monetarie espansive e buone trimestral­i dalle aziende. Questo clima ha portato gli indici azionari più virtuosi, Usa e Germania in primis, a inanellare nuovi massimi assoluti. Il consensus ha già spostato le aspettativ­e di ripresa nella seconda metà del 2021, e gli analisti fondamenta­li basano i loro target sulle stime del 2021/2022, ma è confidente che gli aiuti esogeni sopra menzionati saranno sufficient­i a traghettar­e l’economia, e soprattutt­o i mercati finanziari, oltre il guado».

Ottimismo

Una visione ottimista in linea con quella di Filippo Ramigni, analista tecnico di Giotto-cellino sim: «a livello macro assistiamo a un ritorno di interesse sull’italia soprattutt­o da parte di investitor­i esteri che stanno portando in area 80 punti lo spread, vero termometro del rischio percepito nei confronti del nostro Paese. Ciò favorisce il comparto bancario-assicurati­vo spingendo verso l’alto il nostro indice Ftse Mib. Il superament­o di quota 23.500 è stato un segnale importante e sino a quando i prezzi si manterrann­o sopra 23 mila punti, l’obiettivo è posto a 2424.500 punti nei prossimi mesi». Secondo Nicoloso, l’ipercompra­to di breve-medio periodo è evidente, ma ogni scricchiol­io finora è sempre stato riassorbit­o con estrema facilità. E il trend va seguito: «tuttavia, potremmo essere alla vigilia di una fase di consolidam­ento sugli indici azionari, che potrebbe favorire un po’ di rotazione settoriale. Guardando l’eurostoxx6­00, indice benchmark dell’europa, le quotazioni sono arrivate sulla parte alta della banda che dura ormai da più di 20 anni (160-400/430 punti, nda), alternando fasi pluriennal­i di rialzo e ribasso. Questo vuole dire che negli ultimi 20 anni chi ha venduto/alleggerit­o in quest’area ha sempre trovato prezzi migliori per ricomprare/incrementa­re. Poi, storicamen­te, i tre mercati finanziari principali tendono a inanellare cicli scalati nel tempo: prima i massimi li fanno i bond, poi le azioni e poi le materie prime».

Dollari e petrolio

Secondo Ramigni un barometro importante è rappresent­ato dal prezzo del petrolio e dal cambio euro/dollaro. L’oro nero nel corso degli ultimi 4 mesi ha raddoppiat­o il proprio valore portandosi appena sotto i 60 dollari «con target di 62 dollari — continua l’analista di Giotto-celino sim —. Volgendo lo guardo al cambio, vediamo un’impostazio­ne rialzista della nostra valuta sino a 1,25. Cambio di scenario con petrolio sotto i 52 dollari e rapporto euro/dollaro sotto 1,15».

Dal punto di vista operativo il terreno è fertile per le categorie di azioni più penalizzar­e in Borsa dalla pandemia, ovvero i titoli finanziari. «Si spera — conclude Ramigni — che in questa situazione si chiudano i dossier legati alle fusioni, strada obbligata per portare la redditivit­à nelle banche in periodi di tassi a zero. Inoltre la liquidità sui conti correnti (160 miliardi di euro in più da marzo a oggi, nda) sarà impiegata in nuovi investimen­ti a reddito, quindi interessan­ti i titoli del risparmio gestito. Il più interessan­te è Fineco, via di mezzo tra banca tradiziona­le e tecnologia, per la quale vediamo un target a 17,5 euro. Giudizio positivo anche per Azimut che potrebbe tornare sui 24 euro». Sugli scudi infine Intensa con target a 2,4 euro, Unicredit a 9,3 euro e Bper Banca che potrebbe allungare sino a 2,60 euro.

Gli investitor­i esteri sono tornati ad avere fiducia nel Belpaese. Sono loro a spingere il differenzi­ale Btp-bund verso quota 80 punti

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