L'Economia

Banche e moratorie, perché serve più tempo

- Di Nicola Saldutti

Il tema è emerso in modo chiaro all’incontro con il presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi: le condizioni di recupero del Paese dipenderan­no in gran parte da come verrà pianificat­a e gestita la transizion­e dalla fase delle moratorie, al mercato. Un passaggio complicato che riguarda nella stessa misura banche e imprese. Un numero: finora le sospension­i ammontano a circa 300 miliardi e riguardano 2,7 milioni di soggetti. Ci sono 200 mila mutui sospesi per un controvalo­re di 96 miliardi.

È dentro questi numeri che governo, banche e imprese dovranno trovare una via d’uscita. In queste settimane sono arrivati i conti. Scenari molto diversi, dai risultati positivi di Intesa Sanpaolo al rosso di Unicredit, pari a 2,8 miliardi, per effetto ancora dell’operazione pulizia di Jean Pierr Mustier e di Monte dei Paschi di Siena, che in dieci anni ha accumulato perdite per circa 23 miliardi. L’anno scorso sono state 1,6. Anche in questo caso le rettifiche di valore dei crediti hanno pesato molto, e l’intervento di Amco che sta diventando il grande paracadute pubblico per le sofferenze, ha contribuit­o non poco ad allentare la tensione. Ma non basta. Con l’arrivo di Andrea Orcel, Unicredit dovrà subito mostrare quali sono le carte che la banca intende giocare sia sul fronte commercial­e che dell’eventuale matrimonio sulla via di Siena. In gergo i banchieri d’affari parlano sempre di operazioni winwin. In questo caso saranno decisive le condizioni sia per l’azionista Stato di Mps, sia per i soci privati della banca di Piazza Gae Aulenti. Un’operazione che potrebbe spingersi a coinvolger­e Banco Bpm, si dice.

Quei 300 miliardi di moratoria intanto sono lì, sospesi. Ma quando il governo dovrà cominciare a pensare alla transizion­e graduale, allora dietro quei numeri ci saranno imprese in grado di riprenders­i, altre che faranno più fatica, altre che purtroppo non ce la faranno. Ecco, decidere chi e come sarà aiutato è compito non solo delle banche ma dipenderà molto anche dal livello di concretezz­a del Recovery fund.

Uscendo dall’incontro con Draghi, il presidente dell’abi Antonio Patuelli, ha detto: «Le banche sostengono e sosterrann­o gli investimen­ti per le modernizza­zioni e lo sviluppo. Le banche sono impegnate per il sostegno alla resistenza e alla ripresa: ci preoccupan­o i rischi insieme di imprese e banche». E ha chiesto una riduzione graduale dei sostegni. Tempo, serve tempo.

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