CLESSIDRA PESENTI RILANCIA SULLA SALUTE
Gli obiettivi del nuovo fondo che è a quota 250 milioni. Ottaviano rafforza la squadra e «pensa» Esg. Alla stretta sui vini di Botter
Le «prenotazioni» per un posto in prima fila nella nuova avventura sono già arrivate a circa 250 milioni. Un ticket rotondo che porta Clessidra sgr a metà del cammino nella raccolta del nuovo fondo di investimento, il quarto nella storia della società di gestione, che guarderà ancora una volta alle imprese italiane da sostenere e fare crescere fino a diventare dei campioni, forte di una dotazione complessiva di 500 milioni. E l’ipotesi arrivare a un massimo di 600 nel caso di forte domanda.
Sarà il primo nuovo fondo della nuova era sotto le insegne del presidente Carlo Pesenti che attraverso Italmobiliare aveva rilevato Clessidra nel 2016. C’è ancora del percorso da fare, con gli iter autorizzativi presso la Consob. Ma l’obiettivo di arrivare al closing della prima fase di raccolta a metà aprile sembra a portata di mano.
In casa Clessidra c’è ottimismo e la convinzione che entro quella data le manifestazioni di interesse della fase del cosiddetto pre-marketing possano trasformarsi in sottoscrizioni. Si è fatta avanti la maggior parte di quegli investitori che hanno tradizionalmente partecipato ai tre fondi precedenti, a parte la stessa Italmobiliare che sottoscriverà il 15% della dotazione complessiva, nel ruolo di sponsor dell’iniziativa. Al suo fianco le maggiori banche italiane — tra queste Intesa Sanpaolo e Unicredit — e le più grandi casse di previdenza. È un risultato non scontato, vista la fase di emergenza e la difficoltà di incontrarsi, ottenuto nel tempo record di poco più di un mese. In campo, la squadra al timone di Clessidra, rinnovata al vertice con l’arrivo a dicembre 2019 del ceo Andrea Ottaviano, vent’anni nel private equity tra Sofipa e L Catterton, chiamato da Pesenti con la missione di disegnare il profilo del team, la governance e la strategia di investimento. È affiancato dai tre managing director Simone Cucchetti, Marco Carotenuto e Francesco Colli. Al loro fianco nel fund raising di Clessidra lv c’è l’advisor Mediobanca.
Sono quattro i settori chiave delle imprese nelle quali investirà: healthcare, prodotti di largo consumo e retail, manifattura tech e infine i servizi finanziari, dopo l’investimento nell’attuale Nexi-sia che ha fornito l’esperienza per cercare ancora imprese nei pagamenti digitali su cui scommettere.
Il team di Ottaviano potrà attingere all’esperienza che c’è già in casa Clessidra. Ci saranno infatti Federico Ghizzoni, già vice presidente della sgr con base a Piazza Affari, Rosario Bifulco, specialista del mondo della sanità, e Luciano Iannuzzi con alle spalle tanti incarichi nelle aziende. Fin qui la sgr ha investito circa 2,5 miliardi attraverso i tre fondi precedenti. Adesso avrà la disponibilità di un altro mezzo miliardo da dedicare alle imprese, Clessidra IV investirà esclusivamente nell’economia reale italiana, cioè in quel serbatoio di aziende che anima il tessuto produttivo italiano, nel solco di quanto già realizzato in passato.
La sostenibilità
Ma l’attenzione è rivolta anche ai trend del futuro e alle nuove professionalità. Così Clessidra avrà anche un esperto di sostenibilità e criteri Esg nelle aziende. Si tratta di Stefano Galdi, in condivisione con Italmobiliare.
L’altra novità è che a breve — forse già ai primi di marzo — il fondo Clessidra lll riuscirà a chiudere l’investimento che più sta a cuore in questa fase. Vale a dire l’acquisto dell’azienda vitivinicola Botter, fondata nel 1928 da Carlo Botter a Fossalta di Piave (Venezia). Attualmente l’azienda è controllata dalla terza generazione della famiglia Botter, mentre il 22,5% è del fondo Idea Taste of Italy. Un investimento rallentato da vicende giudiziarie legate a un fornitore ma che non coinvolgono la casa madre e che potrebbero essere a breve superate.
L’idea di costruire un polo del vino affascina da tempo Pesenti e la sua squadra. Dopo Botter il terzo fondo avrà investito oltre il 90% della sua dotazione. Ma con la nuova provvista il nuovo veicolo potrà continuare a scommettere sul vino nazionale. Con l’obiettivo di replicare quanto fatto con Clessidra III che ha già restituito ai suoi sottoscrittori oltre due volte il capitale.