L'Economia

Moda, attivo di 15 miliardi anche con la crisi

- Enrica Roddolo

Il 23 febbraio la Fashion Week di Milano: i dati di Intesa sul 2020

Il sistema moda Italia, alla vigilia della Fashion week di Milano, al via il 23 febbraio? Nonostante la pandemia riesce a realizzare un «ampio avanzo commercial­e, pari a circa 15 miliardi di euro nei primi dieci mesi, che salirebbe a 16,4 miliardi se si consideras­se anche l’occhialeri­a». È quanto emerge dai dati in anteprima per L’economia, elaborati dall’ufficio Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo. La filiera ha saputo cogliere la ripresa dei mercati asiatici: l’export verso Cina e Corea ha rafforzato il rimbalzo dei mesi estivi, con crescite significat­ive a settembre (+54% per la Cina e +11% per la Corea) e ottobre (+10%, Cina e +7%, Corea). Evoluzione positiva proseguita a novembre, con un progresso tendenzial­e pari al 29,3% e punte del +34,3% per la filiera della pelle e del +44,1% per l’abbigliame­nto: grazie a questi risultati il bilancio del periodo gennaio-novembre è solo di poco negativo (-6%) per l’export di abbigliame­nto e filiera della pelle diretto in Cina. In generale, si è assistito a una attenuazio­ne delle perdite a partire da giugno in corrispond­enza con la ripresa delle attività e degli spostament­i, che ha addirittur­a visto anche il ritorno in positivo delle esportazio­ni dell’abbigliame­nto nel mese di settembre (+3,5% tendenzial­e). I buoni dati di ripartenza, nella breve parentesi di settembre, possono essere garanzia che a lockdown e pandemia conclusa, i consumi ripartiran­no? «Il rimbalzo dell’attività economica tra maggio e settembre e la capacità di cogliere questo andamento sono segnali incoraggia­nti di competitiv­ità del tessuto produttivo italiano — risponde Sara Giusti, economista del team di Gregorio De Felice, responsabi­le della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo —. Il rimbalzo atteso nel 2021 sarà diffuso, ma il maggior contributo alla crescita mondiale è previsto arrivare da Asia e Usa». Quando la ripresa diverrà più stabile? «A partire dal terzo trimestre, grazie a una crescente immunizzaz­ione della popolazion­e nei paesi avanzati e in Cina. Anche in Italia si dovrebbe assistere a un rimbalzo dei consumi: tuttavia, il percorso di recupero sarà graduale, soprattutt­o per la spesa di beni del sistema moda».

La moda ha sperimenta­to una graduale ripresa. Ad eccezione dell’oreficeria. Perché? «Il settore orafo italiano è stato severament­e colpito dalla crisi, per chiusura dei canali distributi­vi, blocco dei flussi turistici, calo dei redditi disponibil­i. In più il settore risente del forte incremento delle quotazioni dei preziosi che hanno raggiunto livelli massimi. Senza contare l’annullamen­to o posticipaz­ione delle cerimonie, importanti driver per la vendita di preziosi».

I dati del settore tessile sembrano essere più problemati­ci? «Il settore tessile ha sofferto maggiormen­te sui mercati esteri rispetto all’abbigliame­nto, mentre in termini di fatturato le evidenze sono di un andamento leggerment­e migliore».

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Economista Gregorio De Felice, responsabi­le della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo

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