Nomine, trasparenza sulle scelte
Nel sempre tormentato capitolo sulle nomine pubbliche vale la pena oggi tornare sul tema della loro trasparenza e della partecipazione delle donne. L’attenzione a quanto farà Mario Draghi è alta, soprattutto conoscendo come si è mosso su questi argomenti nelle sue vesti istituzionali passate. Va ricordato che quest’anno sono in scadenza gli organi sociali di alcune delle più importanti società della galassia pubblica a partire dal cda della stessa Cassa depositi e prestiti, per proseguire con la
Rai e Leonardo, per fare alcuni dei nomi più rilevanti.
Per poter avere organi sociali competenti e slegati dalla politica, alcuni anni fa era stato introdotto un regolamento con i criteri di selezione ed era stata data la possibilità di sottoporre direttamente il proprio curriculum, assoldando anche società di executive search. I risultati effettivi erano stati inferiori a quanto sperato, ma quelle procedure esistono ancora: la possibilità di autocandidarsi è presente sia sul sito del ministero dell’economia (con registrazione al portale: https://portaletesoro.mef.gov.it .) che su quello di Cassa depositi e prestiti (mail: organisociali.controllate@cdp.it ). Si tratta, però, di una procedura che risulta assai poco utilizzata, in primo luogo perché non conosciuta e in secondo luogo perché c’è l’idea diffusa che per poter accedere a una società pubblica sia necessario avere anche una appartenenza politica non essendo sufficienti le competenze professionali. In un momento di forte cambiamento come l’attuale, sarebbe importante fare un salto in più. Intanto, pubblicizzando adeguatamente la possibilità di autocandidature in occasione di ogni singolo rinnovo e, parallelamente, con la spinta a candidarsi da parte delle stesse organizzazioni delle donne. Resta il punto di verificare che le candidature vengano, poi, effettivamente prese in considerazione e non servano solo come paravento. Per questo sarebbe bene, ai fini di una vera trasparenza che tutela le donne come gli uomini, che per tutte le nomine pubbliche ci fosse un resoconto di quanto accaduto. Schermando i nomi, se si vuole, per questioni di privacy, ma già rendere pubblico quante persone hanno partecipato al processo di selezione sarebbe un passo avanti.