RECOVERY PLAN COSÌL’UEDÀIVOTI NONBASTALATRIPLAA
Per essere ammessi al finanziamento europeo bisogna ottenere buoni giudizi su 11 punti precisi e imprescindibili: dalla pertinenza della richiesta al rafforzamento della crescita, dal rispetto dell’ambiente alla trasformazione digitale. Ma, soprattutto, bisogna avere il massimo sull’equilibrio di bilancio Un problema per l’italia. E se non si raggiungono gli obiettivi? Addio al tesoretto di 209 miliardi
Tutto è pronto per l’esame che il nostro Recovery plan, come quello degli altri Stati, dovrà superare per accedere ai previsti finanziamenti per 209 miliardi. Giovedì prossimo entrerà in vigore il regolamento europeo, approvato poco più di una settimana fa, che dota la Commissione europea degli strumenti per stilare le pagelle sui piani presentati entro aprile prossimo. Stiamo parlando di un totale di 672,5 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti, disponibili per tre anni, di cui i governi possono chiedere fino al 13% di anticipi.
Il profilo
Per essere ammessi al finanziamento, i Piani nazionali di ripresa e resilienza dovranno basarsi sulle politiche-chiave dell’ue, come la transizione verde, compresa la biodiversità, la trasformazione digitale, la coesione economica e la competitività, nonché la coesione sociale e territoriale. Potranno essere finanziati anche progetti che si concentrano sulla reazione delle istituzioni alla crisi e sulle modalità per aiutarle a prepararvisi, come anche le politiche a favore dei minori e dei giovani, compresa l’istruzione e lo sviluppo di competenze. Il regolamento richiede che ogni piano destini almeno il 37% del proprio bilancio al clima e almeno il 20% alle azioni digitali.
Gli argomenti
La Commissione valuta il piano entro due mesi dalla sua presentazione, e formula una proposta di decisione da sottoporre al Consiglio. Ma quali sono i criteri? Il regolamento ha previsto una vera e propria pagella con tanto di voti, che possono andare da A a C, da esprimere su 11 materie ritenute fondamentali. La prima materia possiamo sintetizzarla con la parola «pertinenza»: allo Stato viene richiesto di «rappresentare una risposta globale e adeguatamente equilibrata alla situazione economica e sociale, contribuendo in modo adeguato a tutti i sei pilastri del Next generation Ue» (transizione verde, trasformazione digitale, crescita, coesione sociale, salute e nuove generazioni). Sul punto si potrà ricevere una valutazione A, che corrisponde a una rispondenza «in ampia misura», una B, «in misura moderata» o una C, «in misura ridotta».
Stesso criterio di valutazione per la seconda materia, la più difficile: rispondere in maniera adeguata, in tutto o in parte, alle raccomandazioni già formulate nei confronti dello Stato membro, comprese quelle relative agli aspetti di bilancio, ma anche a quelle proprie del semestre europeo. Si sta parlando delle raccomandazioni per il 2019 e 2020 che, tra le altre misure di correzione per recuperare l’equilibrio di bilancio, suggerivano al nostro Paese la tassazione degli immobili e la riforma delle pensioni. Va ricordato infatti che il regolamento 1176/2011, citato nel documento che stiamo esaminando, è quello che regola la procedura per gli squilibri eccessivi, che può arrivare a imporre allo Stato membro, che non stia rientrando nei parametri richiesti, di adottare misure correttive sotto la vigilanza del Consiglio.
Quest’ultimo può deliberare la sospensione totale o parziale degli impegni o dei pagamenti relativi al Recovery plan qualora decida che lo Stato membro non abbia adottato misure efficaci per correggere il disavanzo eccessivo, a meno che non si sia determinata una grave recessione economica dell’unione nel suo complesso. È comprensibile quanto questa seconda materia di esame possa essere foriera di problemi per il nostro Paese che è sotto esame per il rapporto fra debito e prodotto interno lordo.
Lo schema
La terza materia di esame riguarda la crescita: il piano deve rafforzarla e realizzare gli obiettivi di aumentare l’occupazione e promuovere i diritti sociali. A seguire, verrà esaminata la capacità del piano di rispettare l’ambiente non provocando danni. La quinta e la sesta materia sono relative all’attuazione della transizione ecologica e della trasformazione digitale. A chiudere la pagella, ci sono quattro materie di tipo metodologico più una relativa alla lotta alla corruzione: il piano deve avere un impatto duraturo, deve essere monitorabile, efficiente sotto il profilo dei costi e omogeneo nelle misure, che devono essere complementari. Il regolamento prevede che il piano
Giovedì 18 febbraio entrerà in vigore il regolamento che dota la Commissione Ue degli strumenti per stilare le pagelle sui piani
Le valutazioni vanno da A a C: bisogna ottenere la A su quattro voci considerate fondamentali, i conti pubblici sono una di queste
passi solo a patto che riceva una valutazione A su quattro delle 11 materie considerate fondamentali: equilibrio di bilancio, rafforzamento della crescita, rispondenza alla transizione ecologica e a quella digitale. Per tutte le altre materie, le A devono superare le B, e non deve esserci neppure una C.
Gli Stati membri possono chiedere assistenza tecnica per l’elaborazione della propria proposta. I pagamenti dei contributi finanziari e dei prestiti allo Stato membro interessato sono effettuati al massimo entro il 31 dicembre 2026, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili. Due volte all’anno lo Stato membro può richiederne il pagamento alla Commissione che emetterà una nuova pagella. Se lo Stato non avrà intanto raggiunto gli obiettivi previsti, il pagamento potrà essere sospeso e, in assenza di correzioni sufficienti, revocato.