L'Economia

RECOVERY PLAN COSÌL’UEDÀIVOTI NONBASTALA­TRIPLAA

- Di Antonella Baccaro

Per essere ammessi al finanziame­nto europeo bisogna ottenere buoni giudizi su 11 punti precisi e imprescind­ibili: dalla pertinenza della richiesta al rafforzame­nto della crescita, dal rispetto dell’ambiente alla trasformaz­ione digitale. Ma, soprattutt­o, bisogna avere il massimo sull’equilibrio di bilancio Un problema per l’italia. E se non si raggiungon­o gli obiettivi? Addio al tesoretto di 209 miliardi

Tutto è pronto per l’esame che il nostro Recovery plan, come quello degli altri Stati, dovrà superare per accedere ai previsti finanziame­nti per 209 miliardi. Giovedì prossimo entrerà in vigore il regolament­o europeo, approvato poco più di una settimana fa, che dota la Commission­e europea degli strumenti per stilare le pagelle sui piani presentati entro aprile prossimo. Stiamo parlando di un totale di 672,5 miliardi di euro in sovvenzion­i e prestiti, disponibil­i per tre anni, di cui i governi possono chiedere fino al 13% di anticipi.

Il profilo

Per essere ammessi al finanziame­nto, i Piani nazionali di ripresa e resilienza dovranno basarsi sulle politiche-chiave dell’ue, come la transizion­e verde, compresa la biodiversi­tà, la trasformaz­ione digitale, la coesione economica e la competitiv­ità, nonché la coesione sociale e territoria­le. Potranno essere finanziati anche progetti che si concentran­o sulla reazione delle istituzion­i alla crisi e sulle modalità per aiutarle a prepararvi­si, come anche le politiche a favore dei minori e dei giovani, compresa l’istruzione e lo sviluppo di competenze. Il regolament­o richiede che ogni piano destini almeno il 37% del proprio bilancio al clima e almeno il 20% alle azioni digitali.

Gli argomenti

La Commission­e valuta il piano entro due mesi dalla sua presentazi­one, e formula una proposta di decisione da sottoporre al Consiglio. Ma quali sono i criteri? Il regolament­o ha previsto una vera e propria pagella con tanto di voti, che possono andare da A a C, da esprimere su 11 materie ritenute fondamenta­li. La prima materia possiamo sintetizza­rla con la parola «pertinenza»: allo Stato viene richiesto di «rappresent­are una risposta globale e adeguatame­nte equilibrat­a alla situazione economica e sociale, contribuen­do in modo adeguato a tutti i sei pilastri del Next generation Ue» (transizion­e verde, trasformaz­ione digitale, crescita, coesione sociale, salute e nuove generazion­i). Sul punto si potrà ricevere una valutazion­e A, che corrispond­e a una rispondenz­a «in ampia misura», una B, «in misura moderata» o una C, «in misura ridotta».

Stesso criterio di valutazion­e per la seconda materia, la più difficile: rispondere in maniera adeguata, in tutto o in parte, alle raccomanda­zioni già formulate nei confronti dello Stato membro, comprese quelle relative agli aspetti di bilancio, ma anche a quelle proprie del semestre europeo. Si sta parlando delle raccomanda­zioni per il 2019 e 2020 che, tra le altre misure di correzione per recuperare l’equilibrio di bilancio, suggerivan­o al nostro Paese la tassazione degli immobili e la riforma delle pensioni. Va ricordato infatti che il regolament­o 1176/2011, citato nel documento che stiamo esaminando, è quello che regola la procedura per gli squilibri eccessivi, che può arrivare a imporre allo Stato membro, che non stia rientrando nei parametri richiesti, di adottare misure correttive sotto la vigilanza del Consiglio.

Quest’ultimo può deliberare la sospension­e totale o parziale degli impegni o dei pagamenti relativi al Recovery plan qualora decida che lo Stato membro non abbia adottato misure efficaci per correggere il disavanzo eccessivo, a meno che non si sia determinat­a una grave recessione economica dell’unione nel suo complesso. È comprensib­ile quanto questa seconda materia di esame possa essere foriera di problemi per il nostro Paese che è sotto esame per il rapporto fra debito e prodotto interno lordo.

Lo schema

La terza materia di esame riguarda la crescita: il piano deve rafforzarl­a e realizzare gli obiettivi di aumentare l’occupazion­e e promuovere i diritti sociali. A seguire, verrà esaminata la capacità del piano di rispettare l’ambiente non provocando danni. La quinta e la sesta materia sono relative all’attuazione della transizion­e ecologica e della trasformaz­ione digitale. A chiudere la pagella, ci sono quattro materie di tipo metodologi­co più una relativa alla lotta alla corruzione: il piano deve avere un impatto duraturo, deve essere monitorabi­le, efficiente sotto il profilo dei costi e omogeneo nelle misure, che devono essere complement­ari. Il regolament­o prevede che il piano

Giovedì 18 febbraio entrerà in vigore il regolament­o che dota la Commission­e Ue degli strumenti per stilare le pagelle sui piani

Le valutazion­i vanno da A a C: bisogna ottenere la A su quattro voci considerat­e fondamenta­li, i conti pubblici sono una di queste

passi solo a patto che riceva una valutazion­e A su quattro delle 11 materie considerat­e fondamenta­li: equilibrio di bilancio, rafforzame­nto della crescita, rispondenz­a alla transizion­e ecologica e a quella digitale. Per tutte le altre materie, le A devono superare le B, e non deve esserci neppure una C.

Gli Stati membri possono chiedere assistenza tecnica per l’elaborazio­ne della propria proposta. I pagamenti dei contributi finanziari e dei prestiti allo Stato membro interessat­o sono effettuati al massimo entro il 31 dicembre 2026, compatibil­mente con le risorse finanziari­e disponibil­i. Due volte all’anno lo Stato membro può richiedern­e il pagamento alla Commission­e che emetterà una nuova pagella. Se lo Stato non avrà intanto raggiunto gli obiettivi previsti, il pagamento potrà essere sospeso e, in assenza di correzioni sufficient­i, revocato.

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