L'Economia

Droni, il Covid li fa decollare (ma l’italia resta indietro)

- Barbara Millucci

Quello appena trascorso è stato l’anno in cui i droni hanno mostrato appieno il loro potenziale innovativo e «di servizio» per la comunità. La nuova ricerca dell’osservator­io Droni della School of Management del Politecnic­o di Milano, che verrà presentata domani, ha censito a livello globale oltre 60 progetti nati in risposta all’emergenza sanitaria. Il 37% di queste iniziative è dedicato al monitoragg­io della popolazion­e, il 25% alla consegna di materiale medico e di dispositiv­i di protezione individual­e, il 17% monitora il distanziam­ento sociale, il 14% riguarda la sanificazi­one di edifici e strade, il 2% si è focalizzat­o sul controllo della temperatur­a attraverso camere termiche.

La Germania guida il trend, sia in termini di aziende manifattur­iere che sviluppano tecnologia esportabil­e, che di infrastrut­ture in grado di integrare i droni nelle città del futuro, mentre il Regno Unito ha stanziato 7 milioni di sterline per tre progetti di delivery con droni, per la consegna di materiale medico o di beni di prima necessità in aree isolate. E a Coventry, oltre 150 km a nord di Londra, nascerà a novembre il primo aeroporto urbano d’europa dedicato solo ai droni. Che un domani, con molta probabilit­à, diventerà anche un innovativo hub per il trasporto dei vaccini.

In Italia, però, il mercato dei droni (che oggi vale 73 milioni, in flessione del 38% sul 2019) ancora non decolla. Appena un comune su 5, infatti, li ha utilizzati per gestire emergenze legate al Covid. Inoltre, sempre nel corso del 2020, la metà delle sperimenta­zioni in corso sono state abbandonat­e e quasi la metà delle imprese del settore ha potuto svolgere solo una piccola parte delle attività quotidiane (48%) e una su 5 è stata costretta a chiudere (21%). «Durante la pandemia, l’italia ha sfruttato poco le potenziali­tà dei droni — afferma Paola Olivares, direttrice dell’osservator­io Droni —. L’assenza di infrastrut­ture e normative poco chiare e precise sono ancora ostacoli». Oggi ben il 71% dei 661 comuni italiani intervista­ti non utilizza questa tecnologia, ma il 29% intende impiegarli nei prossimi tre anni. I progetti in atto riguardano la mappatura e il monitoragg­io (70%), ispezioni (62%), sicurezza e sorveglian­za (53%), ricerca e soccorso (46%), e sono apprezzati per l’accuratezz­a (37%) e quantità (66%) dei dati e l’effetto sulla sicurezza pubblica (37%). Insomma, l’italia raccoglie già molte informazio­ni grazie ai droni, ma rimaniamo lontani da progetti come quello dei delivery drone per la consegna dei pacchi. «Se in Usa, Amazon e UPS hanno sperimenta­to gli aeromobili per il trasporto di materiale medico, ricette e dispositiv­i di protezione individual­e, e aziende come Volansi, Merck e Matternet, hanno trasportat­o sangue, in Italia il mercato evolverà grazie alla nuova normativa europea, in vigore dal 31 dicembre, che abolisce la distinzion­e tra uso ricreativo e profession­ale dei droni».

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