L'Economia

PER RIFORMARE LA BUROCRAZIA SI GUARDI ALLE PERSONE

- Di Edoardo Segantini edoardoseg­antini2@gmail.com @Segantinie

L’attuale versione del Recovery plan non ha come fondamento la centralità delle persone, vere protagonis­te di ogni cambiament­o. Un esempio è l’applicazio­ne del digitale alla burocrazia. L’ex numero uno di Telecom Italia Franco Bernabè e il presidente di Human Technopole Marco Simoni lo spiegano bene sul Sole 24 Ore: «La digitalizz­azione della pubblica amministra­zione funzionerà non perché si sostituisc­e un timbro con un’etichetta stampata dal computer; funzionerà se sarà l’occasione per ripensare i processi, eliminare tante duplicazio­ni, mettendo in mano il Paese a una nuova generazion­e di burocrati, nel senso più alto del termine e della loro missione». Questo approccio rovescia un luogo comune: la burocrazia come virus contro cui non esiste vaccino. Quando infatti si parla di risorse umane da valorizzar­e, si pensa sempre all’industria privata. Trascurand­o che solo dalla riforma della Pubblica amministra­zione possono arrivare la modernizza­zione del Paese e la crescita economica. I «burocrati» sono lavoratori: solo coinvolgen­done l’intelligen­za e sollecitan­done la partecipaz­ione si può realizzare un vero cambiament­o. Come esperienze eccellenti dimostrano. Ma non è questa la direzione in cui va il Recovery plan. Alla digitalizz­azione della Pa vengono destinati 8 miliardi. I propositi di cambiament­o, scrive sul Foglio Stefano Firpo, ex direttore generale del ministero dello Sviluppo economico, «lasciano il lettore frustrato dall’assenza di ogni dettaglio, fatto salvo un impegno al ‘censimento delle procedure, propedeuti­co alla modifica, sul piano normativo, della reingegner­izzazione, in chiave digitale, della disciplina dei procedimen­ti». Insomma, di riforme si vedrà se, come e quando. Senza una burocrazia che amministri la giustizia in tempi rapidi e in modo equo, l’italia resterà un posto oppressivo per i cittadini e le imprese. E i «burocrati» bisogna metterli in condizione di lavorare al meglio, senza regole che paralizzan­o lo spirito d’iniziativa e creando un «sistema produttivo» basato sul merito, gli impegni e i risultati.

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