L'Economia

Btp, le mosse giuste se lo spread scende a quota 50

Vendere e tenere sul conto, reinvestir­e a prezzi più bassi Oppure aspettare che venga l’ora dei Cct e dei titoli variabili

- Di Angelo Drusiani

Di quote da raggiunger­e nel nostro Paese ce ne sono sempre. Per lo spread ora si parla di 50. Un valore a cui si attestano i differenzi­ali di rendimento dei titoli di Stato con scadenza decennale portoghesi e spagnoli rispetto a quelli tedeschi. Il Btp aprile 2031 offre invece un rendimento superiore al Bund di poco meno di cento punti. Livello rotto al ribasso, come si usa dire in gergo finanziari­o, all’indomani dell’incarico esplorativ­o ricevuto da Mario Draghi.

L’ipotesi che i tre differenzi­ali di rendimento dei titoli governativ­i periferici vadano all’unisono non è peregrina, pur nella consapevol­ezza delle differenti situazioni. Perché, anche se con un debito pubblico enorme, l’italia ha competitiv­ità industrial­e e un primato dell’export che manca a Spagna e Portogallo. Alla luce della reazione degli investitor­i, alla nomina della ex presidente Bce, bisogna purtroppo dire ancora una volta che il nostro tallone d’achille è sempre l’incertezza politica. I prezzi di mercato di alcuni titoli governativ­i portoghesi e spagnoli sono ben al di sopra del valore nominale. Segno, da un lato del basso prezzo pagato per indebitars­i e, dall’altro, della minore presenza di emissioni dei due Paesi sul mercato, grazie ad un minore indebitame­nto complessiv­o.

Che fare allora con i Btp? Nel mirino ci sono ancora quelli con durata medio lunga, decennale soprattutt­o, perché si acquistano e si vendono con estrema rapidità e facilità, ma soprattutt­o perché il loro valore di scambio è solito reagire velocement­e, e in misura significat­iva alle prospettiv­e economiche e finanziari­e del debitore, il nostro dipartimen­to del Tesoro, in questo caso.

Anche se è stato ripetuto più volte, è opportuno ricordare che se il mercato si aspetta la variazione di un punto percentual­e dei rendimenti di mercato, la quotazione di un’emissione con durata decennale può salire o scendere, a seconda dei casi, di circa otto punti. Non ci si illuda. Anche se il futuro governo del Paese fosse in linea con le attese degli investitor­i, non sarà immediato il salto in alto del prezzo di mercato del Btp decennale e delle altre emissioni con analoghe caratteris­tiche, cedola fissa, ma differente durata e diversa reazione a livello di incremento del valore di scambio.

Le opzioni

Al tempo stesso, in ogni caso, la scelta di mantenere ancora in portafogli­o le emissioni a cedola fissa non è peccato. Forse può essere foriera di un aumento del valore dell’intero portafogli­o titoli di cui si dispone. Laddove l’agognata quota 50 dovesse essere raggiunta nel corso delle prossime settimane, i prezzi dei titoli decennali potrebbero beneficiar­e di un incremento medio di poco più di tre punti e il rendimento che pagherebbe il Tesoro italiano in sede di collocamen­to della durata decennale sarebbe di poco sopra allo zero, esattament­e come avviene per le emissioni dei due Paesi iberici.

Che fare, se questa situazione trovasse davvero conferma? Tre opzioni sono possibili, nell’immediato.

Si vende, s’incassa la plusvalenz­a e si mantiene la liquidità in conto corrente, in attesa di decidere come utilizzare il denaro. Si vende e si resta in attesa di valutare i movimenti di mercato. In caso di calo delle quotazioni dello stesso titolo o di emissioni con analoga durata, si potrebbe decidere di reinvestir­e nello stesso titolo, pagando un prezzo inferiore e benefician­do di un rendimento superiore.

Si vende e si resta in attesa di maturare decisioni importanti. Perché, in effetti, l’attuale strategia, imperniata soprattutt­o su investimen­ti in strumenti a cedola fissa andrebbe gradualmen­te rivista, perché, a prescinder­e dalle Cassandre che predicano pessimismo, la ripresa dell’economia mondiale potrebbe essere più ravvicinat­a, rapida e consistent­e di quanto si ipotizzi, fin dai giorni più difficili nel controllo dell’attuale pandemia.

E su quali strumenti virare? Ancora Btp, fra gli altri, ma indicizzat­i all’inflazione, sia italiana, sia di Eurozona, o anche Btp futura, le cui cedole, come da caratteris­tiche, aumenteran­no almeno due volte, nel corso della vita del titolo. Non oggi e neppure tra un mese il portafogli­o andrebbe rivisitato, ma a fine primavera prossima, probabilme­nte sì.

I decennali di Spagna e Portogallo, meno indebitati e meno instabili, sono già a questo livello

Se il gap con Lisbona e Madrid si chiude, i prezzi dei nostri titoli salirebber­o in media di tre punti

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