Ora bisogna investire in ingegneria
Una nuova rivoluzione tecnologica è in arrivo. Una quarta ondata di innovazione che questa volta non sarà più guidata da Internet, ma dal cosiddetto deep tech (innovazione tecnologica ingegneristica). E, proprio come ogni ondata, anche questa si prepara a essere di maggiore portata rispetto alla precedente. Con un potenziale enorme in termini di opportunità di investimento.
Gli esempi
La fusione nucleare, il primo aereo supersonico dopo il Tupolev, la rivoluzione della biologia sintetica, i taxi volanti, un vaccino per il Covid sviluppato in nove mesi con un nuovo approccio, sono solo alcuni esempi di innovazioni guidate da imprese deep tech e che rappresentano solo una piccola parte di ciò a cui le start-up sono in grado di arrivare oggi.
Basta guardare Tesla e Spacex per capire come le start-up che adottano questa tecnologia siano in grado capovolgere completamente i settori: possono guidare l’innovazione e affrontare questioni cruciali in un modo economicamente sostenibile, favorendo allo stesso tempo la crescita delle imprese.
Il potenziale è enorme. Secondo il report Bcg «Deep tech: the great wave of innovation», questa nuova tecnologia può trasformare il mondo esattamente come ha fatto Internet negli ultimi 20-30 anni. Non è un caso che sul settore ci stiano puntando forte anche gli investitori, che hanno iniziato a riconoscere il grande potenziale di questo settore. Tra gli istituzionali, per esempio, Eureka! Venture Sgr ha lanciato un fondo (il Technology Transfer) tutto dedicato agli investimenti in applicazioni e tecnologie riconducibili alla scienza e ingegneria dei materiali (advanced materials), il deep tech, appunto.
In particolare, nonostante i rischi tecnologici intrinseci, considerati rischi di fallimento, lo studio di Bcg ha rilevato un massiccio aumento degli investimenti dal 2016 al 2019, passati da 20 a 52 miliardi di dollari, con un corrispondente aumento degli importi per investimento da 360 mila a 2 milioni di dollari.
L’aumento
Anche gli investimenti privati in deep tech da parte di «smart investor» sono aumentati tra il 2016 e il 2019, passando da 0,8 miliardi di dollari a 3,9, portando il numero di operazioni da 19 a 47. Le stime Bcg più recenti segnalano che gli investimenti in questa tecnologia innovativa hanno raggiunto più di 60 miliardi di dollari nel 2020 e potrebbero triplicare, arrivando a circa 200 miliardi entro il 2025.
Le imprese deep tech, spiega lo studio Bcg, hanno alcuni elementi distintivi, a partire da un orientamento al problema e non alla tecnologia: il 96% usa almeno due tecnologie e il 66% più di una tecnologia avanzata. Partendo dai progressi della rivoluzione digitale, poi, il loro focus di innovazione è spostato sul mondo fisico.
In sostanza sviluppano principalmente prodotti fisici piuttosto che software. Inoltre, ciò che favorisce la crescita delle aziende deep tech è il costante indebolimento degli ostacoli all’innovazione, il calo dei prezzi delle attrezzature, la disponibilità di informazioni e dati, la crescente disponibilità di capitale, e l’emergere di piattaforme tecnologiche: «Di tutte le ondate di innovazione, questa promette di essere la più trasformativa, la più grande che il nostro mondo abbia mai visto. La risposta a domande come quella etica sarà una delle più grandi sfide per assicurare che la prossima rivoluzione contribuisca a creare un mondo migliore».
Ma nonostante il suo potenziale, le sfide non mancano. Una su tutte è davvero importante e farà la differenza: l’accesso ai finanziamenti.