Ecco Mousmé, la ragazza di van Gogh
Il ritratto risale all’estate del 1888, quando l’artista arrivò ad Arles. Va in asta dopo un rocambolesco giro del mondo
Un raffinato collezionista in fuga dai nazisti. Un amico e un grande museo che salvano l’opera. Il susseguirsi di vicende rocambolesche. E in mezzo, il tenero amore d’un magico artista per la sua musa ideale. Dietro al disegno di Vincent van Gogh, che Christie’s offrirà in asta da New York il 1° marzo (stima 7-10 milioni di dollari), c’è una lunga e curiosa storia. Che inizia in piena estate del 1888 quando Vincent, appena arrivato ad Arles da Parigi, ritrae Mousmé, una ragazza provenzale di quattordici anni idealizzata attraverso la lettura del romanzo di Pierre Loti Madame Chrysanthème, cui poi si ispirerà il libretto della Madama Butterfly composta da Giacomo Puccini nel 1904. Il Japonisme è uno degli elementi catalizzanti della produzione provenzale di van Gogh, che ritrae la giovane in un olio celeberrimo oggi esposto alla National Gallery di Washington. Mentre nel quadro la Mousmé appare ieratica, maestosa, quasi una regina (il suo scettro è un rametto di oleandro), nel disegno a inchiostro su carta, eseguito a partire dall’olio, è di una dolcezza struggente. Giovanna Bertazzoni (cohead mondiale del dipartimento «XXXXI secolo» in Christie’s) ha passato molte ore a studiarlo e racconta: «si avverte subito l’empatia dell’artista, turbato dalla bellezza della giovane, ma lontano da qualsiasi proiezione erotica o sentimentale. Un misto di genio, ammirazione e pudore. Quasi purezza allo stato ideale. Il fatto che il volto della Mousmé sia circondato da una tempesta astratta di piccoli punti rende l’opera d’una modernità sconvolgente. Impensabile alla fine dell’ottocento».
Il disegno fu regalato dall’artista al suo amico pittore John Russell il 3 agosto 1888. Poi ricompare in una vendita all’asta parigina nel 1920 e da lì arriva alla Galerie Lutz di Berlino. Nel 1928 il banchiere tedesco Kurt Hirschland lo acquista per farne dono a sua moglie. La famiglia Hirschland era una delle più ricche e prestigiose di Essen. Kurt e sua moglie erano colti e raffinatissimi collezionisti. Nel 1935, in un contesto sempre più pericoloso per una famiglia ebrea in Germania, gli Hirschland emigrano ad Amsterdam, portando con loro la collezione d’arte. Anche in Olanda però l’ondata delle persecuzioni naziste dilaga. Nel 1939 la famiglia fugge prima in Canada e poi negli Stati Uniti. Il disegno di van Gogh fu affidato ad amici di famiglia, che lo custodirono fino alla fine del conflitto. Negli ultimi anni di guerra, a seguito di continue confische e persecuzioni la «Mousmè» finisce non si sa come allo Stedelijk Museum di Amsterdam, dove rimane dal 1943 al 1956, quando viene restituito ai legittimi proprietari, che si erano stabiliti a New York. Furono gli eredi Hirschland a vendere il meraviglioso disegno al proprietario attuale, nel 1983. Che ora ha deciso di proporlo insieme ad altre sette bellissime opere su carta.
L’asta si terrà il 1° marzo da New York poco prima della Modern British Art Evening Sale. Insieme al van Gogh, compaiono una gouache di René Magritte del 1954 (2,5-3,5 milioni) e opere di Seurat, Matisse, Moore e Freud. Christie’s non lo dice ma la raccolta proviene dalla famiglia del mercante d’arte londinese Thomas Gibson e stima complessivamente 16 milioni. «In mezzo a un lockdown severo e pesante come quello in corso a Londra - commenta la Bertazzoni - avvertiamo un’attenzione nuova, una specie di energia repressa. Per questo, l’asta d’una collezione privata, conservata da decenni dalla stessa famiglia, suscita fermento. Giustificato dalla qualità assoluta delle opere offerte».