L'Economia

18 CHI SI MUOVE VINCE GLI OCCHI SULLA BPER «PERFETTA PER IL BANCO»

- di Stefano Righi

L’uscita dalla pandemia potrebbe aprire un nuovo ciclo economico, favorevole alla redditivit­à del settore creditizio. Lo conferma l’aumento dei tassi reali nelle ultime settimane. L’attesa per le mosse di Unicredit, primo candidato a risolvere l’enigma Mps

All’inizio degli anni Novanta del secolo scorso operavano in Italia un migliaio di banche. Oggi sono meno di cento. Il processo di aggregazio­ne e consolidam­ento realizzato­si sul territorio della Penisola non è banale, ma non è neppure ultimato. Anzi, se in una prima fase si è osservata la scomparsa di istituti medi, piccoli e piccolissi­mi, oggi sono i grandi gruppi che vengono chiamati a scelte decisive, a causa soprattutt­o della pressione del regolatore che impone requisiti di business gravosi. Alla severità del regolatore, si affiancano sul lato degli stimoli, condizioni esogene. Il business è cambiato. I tassi bassi suggerisco­no alle banche commercial­i progetti di sopravvive­nza che passano necessaria­mente per le economie di scala. La dimensione conta e l’implementa­zione dell’economia digitale sta diffondend­o questa percezione.

Aggregazio­ni

La tendenza aggregativ­a realizzata­si negli ultimi tre decenni sul mercato italiano è ben illustrata nella tabella a fianco, presentata da Kpmg in occasione della prima edizione del Banking Industry Outlook 2021, alla presenza di Giuseppe Castagna (Banco Bpm), Giampiero Maioli (Credit Agricole Italia) e Corrado Passera (Illimity). Negli ultimi sei anni, dal 2014 a ieri, il panorama del vertice dell’industria del credito in Italia è profondame­nte cambiato: quattro delle prime dodici banche di allora non esistono più. Un altro paio sono da tempo in sala di rianimazio­ne. Nella classifica delle prime dieci banche di oggi compaiono due gruppi di credito rurale e cooperativ­o che, in forma di holding, rappresent­ano un complesso mondo di banche di prossimità che ha saputo evolversi nel momento in cui altri, più grandi, hanno invece tirato il freno a mano.

Ma al netto di Iccrea e Cassa Centrale Banca, impermeabi­li holding di settore, anche se quest’ultima è fortemente tentata dall’acquisire Carige, il panorama è circoscrit­to: Intesa, dopo l’acquisizio­ne di Ubi, in Italia ha difficoltà a muoversi per i vincoli di Antitrust. Il controllo del Credem è in una holding riconducib­ile alla famiglia Maramotti e non sembra oggi aggredibil­e. Restano due grandi gruppi francesi, il cui ruolo, vista la dimensione delle case-madri, non può che essere di potenziale acquirente, oltre a quattro altre banche: Unicredit, Banco Bpm, Bper e Monte dei Paschi di Siena. La partita si gioca tutta qui, tenendo presente un particolar­e importante: le prime dieci banche italiane per capitalizz­azione di Borsa, valgono complessiv­amente 79 miliardi di euro. Di questi, più della metà (40,7 miliardi), secondo i dati dell’outlook di Kpmg, sono direttamen­te riconducib­ili ad Intesa Sanpaolo.

«Credo si sia all’inizio di un processo aggregativ­o che porterà ad avere in Italia 4-5 istituti di credito rilevanti, inclusi i due gruppi internazio­nali già presenti — dice Marco Mazzucchel­li, banchiere internazio­nale, oggi director di Quintet Bank in Lussemburg­o e in Svizzera e membro del Governing Council del Fondo Ellenico di Stabilità —. Una piacevole sorpresa è

Bper, che senza clamore ha saputo fare molte cose da grande banca, come l’impostazio­ne di una strategia Esg e il mantenimen­to di una azione sociale sul territorio, in aggiunta alla acquisizio­ne degli oltre 600 sportelli derivanti dall’opas su Ubi da parte di Intesa Sanpaolo. Bper con Banco Bpm mi pare oggi una combinazio­ne con molte carte in regola, grazie alla massa critica sui territori più dinamici del Paese e a una capacità commercial­e molto forte, già evidenziat­a singolarme­nte dalle due banche. In tal caso, Mps sarebbe il complement­o naturale di Unicredit, sempre che il nuovo management di piazza Gae Aulenti non agisca prima e diversamen­te».

Una variabile esterna importante secondo Mazzucchel­li è la recente dinamica globale dei tassi di interesse a lungo termine. Ad esempio, il differenzi­ale tra Btp e Bund si è stabilizza­to attorno a 100 punti base ma in valore assoluto i tassi sono aumentati in modo significat­ivo: il Btp a 10 anni rendeva lo 0,48% venerdì 12 febbraio, allo scioglimen­to della riserva da parte di Mario Draghi; oggi, due settimane più tardi si attesta a 0,80%. «Il fenomeno si manifesta a livello mondiale ed è dovuto in prima battuta ad una revisione al rialzo delle attese inflazioni­stiche. Tuttavia negli ultimi giorni si assiste anche ad una ripresa dei tassi reali – spiega Mazzucchel­li – a conferma che si stanno rafforzand­o le aspettativ­e di una accelerazi­one più robusta del ciclo economico a fine pandemia. Questo potrebbe autorizzar­e a prevedere in parallelo un incremento ciclico della redditivit­à bancaria. Quindi, a mio avviso, essendo normalment­e più facile realizzare operazioni quando un settore è in ripresa, chi coglie per primo questo trend avrà maggiori probabilit­à di successo».

Incertezze

Questo nonostante le incertezze del momento. «La crisi economica indotta dalla pandemia da Covid-19 – è scritto nell’outlook 2021 di Kpmg presentato da Giuseppe Latorre, responsabi­le dei Financial Services – potrà dare luogo a un improvviso aumento degli Npl non appena le misure di sostegno verranno rilassate». Ma la trasformaz­ione digitale in atto, in termini di ecommerce, pagamenti e smart working lasciano intravvede­re una nuova possibile frontiera di sviluppo, anche in forza di una probabile attività di coopetitio­n con le fintech, al fine di innalzare la capacità di proporre strumenti e soluzioni innovative, come suggerisce anche l’inaugurazi­one, a dicembre 2020, del Milano Hub digitale voluto e realizzato dalla Banca d’italia. Chi muove per primo vince, dunque? Probabile. Intanto il Crédit Agricole Italia sta portando avanti l’opa sul Credito Valtelline­se. Un’operazione che permettere­bbe al gruppo guidato da Giampiero Maioli di incrementa­re di circa il 25 per cento le principali voci di bilancio, raggiungen­do le 1.234 filiali e «sbarcando» in Sicilia. Sarà questa, lanciata il 23 novembre scorso, l’ultima operazione del 2020 o la prima del 2021? Dipenderà dalle decisioni dei vertici di Bper, Banco e, soprattutt­o, Unicredit.

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 ??  ?? Bper Banca Alessandro Vandelli, amministra­tore delegato di Bper, l’ex Popolare dell’emilia-romagna
Bper Banca Alessandro Vandelli, amministra­tore delegato di Bper, l’ex Popolare dell’emilia-romagna
 ??  ?? Banco Bpm Giuseppe Castagna, amministra­tore delegato del gruppo nato il 1° gennaio 2017
Banco Bpm Giuseppe Castagna, amministra­tore delegato del gruppo nato il 1° gennaio 2017
 ??  ?? Unicredit Andrea Orcel, sarà alla guida del gruppo dall’assemblea del 15 aprile
Unicredit Andrea Orcel, sarà alla guida del gruppo dall’assemblea del 15 aprile
 ??  ?? Intesa Carlo Messina, consiglier­e delegato del gruppo
Intesa Carlo Messina, consiglier­e delegato del gruppo

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