L'Economia

GAVIO: INVESTIMEN­TI E TECH RIPARTIRE? NOI SIAMO PRONTI

- di Daniela Polizzi

Il patron del gruppo Astm spiega i piani di crescita tra l’opa da 1,7 miliardi a Piazza Affari e il progetto in Brasile «Il nostro gruppo si candida a un ruolo chiave nel processo di evoluzione del sistema infrastrut­turale» Il ruolo della famiglia azionista, dei soci di capitale (Ardian) e del management L’offerta in Borsa finanziata interament­e da Jp Morgan. In Ecodorovia­s al 51% entro l’anno

Il Paese ha bisogno di infrastrut­ture tecnologic­amente avanzate e soprattutt­o sostenibil­i. «Le indicazion­i contenute nel Recovery plan vanno d’altronde in questa direzione. Il nostro gruppo si candida a un ruolo centrale in questo processo di evoluzione del sistema infrastrut­turale, nel Paese ma anche nel mondo. Noi continuere­mo a fare la nostra parte come abbiamo sempre fatto in questi anni, investendo in tecnologia, sicurezza, qualità delle opere per costruire le autostrade del futuro». È alla guida di un cantiere in continua evoluzione Beniamino Gavio, l’imprendito­re del gruppo Astm, come dire la seconda realtà italiana nella gestione di concession­i autostrada­li dopo Atlantia, che replica lo stesso posizionam­ento sul terreno di gioco mondiale, dove gestisce in tutto 4.500 chilometri di collegamen­ti, di cui 1.400 in Italia, 3 mila in Brasile, con il gioiello Ecorodovia­s, e il resto nel Regno Unito. Ma gioca anche nel campionato della progettazi­one di grandi opere, dalle strade ai ponti, e della tecnologia applicata alla mobilità dei trasporti. Tenace, determinat­o — anche se non ama certo la luce dei riflettori — Gavio è il maggiore azionista della Astm, che gestisce concession­i come la Milano-torino, l’autostrada dei Fiori, la Cisa e il traforo del Frejus. Solo in Italia negli ultimi due anni il gruppo ha investito tra nuove opere e manutenzio­ne circa un miliardo di euro.

L’offerta

È a capo di una galassia entrata di nuovo in movimento la scorsa settimana con un’operazione che porterà via da Piazza Affari il titolo Astm attraverso l’offerta pubblica lanciata dalla stessa famiglia Gavio, affiancata dal fondo francese Ardian, compagno di viaggio dal 2018 nelle vesti di azionista di minoranza. L’opa sul 47,6% che la famiglia Gavio (attraverso Aurelia) e il fondo infrastrut­turale non possiedono vale 1,7 miliardi. È la tappa più recente di un percorso iniziato appunto con l’ingresso di Ardian, proseguita con la fusione di Sias in Astm e ora arrivato all’opa. Al termine dell’operazione, Gavio avrà il 51,5% e il fondo il 49,5%. Il gruppo sarà una realtà più snella, più veloce, con la gestione affidata al management e gli azionisti che danno la rotta. Cioè più pronta ad afferrare le opportunit­à di crescita all’estero. Valga solo come esempio che in Brasile tra quest’anno e il prossimo si apriranno gare del valore di 20 miliardi di euro nelle concession­i autostrada­li. La società segue il modello di One Company, che ha al proprio interno le competenze nelle concession­i, nelle costruzion­i con Itinera, nella tecnologia con Sinelec. In pratica, finanzia, costruisce e gestisce i cosiddetti progetti «gredalla enfield» con un focus in questa fase negli Stati Uniti che sarà uno dei campi di gioco.

È stato un anno durissimo in tutto il mondo per chi gestisce i caselli ma Astm non è stata ferma. Ha acquisito la maggioranz­a di Sitaf che collega Torino a Bardonecch­ia e il tunnel del Frejus, ha sottoscrit­to i contratti per il completame­nto dell’asti-cuneo, ha vinto le gare per l’autostrada A10 e A12 e per la A21, su cui pende tuttavia un ricorso amministra­tivo. Sono partite che avrebbero condotto a ricavi pro-forma 2019 di 3,1 miliardi e di un ebitda di circa 1,5. Ma lo stop al traffico imposto dai lockdown ha generato un volume d’affari di 860 milioni nei primi sei mesi del 2020, in calo rispetto ai 960 del primo semestre 2019.

La mossa è arrivata in un momento cruciale per le infrastrut­ture nazionali. Da una parte c’è il passaggio di Aspi, il maggiore operatore italiane delle autostrade, holding Atlantia dei Benetton sotto le insegne della Cassa depositi e prestiti e dei fondi Blackstone e Macquarie. Sullo sfondo restano peraltro i circa 200 miliardi di investimen­ti in opere infrastrut­turali necessari per rilanciare l’economia.

«Abbiamo iniziato da molti anni insieme a tutta la mia famiglia un nuovo percorso di crescita, consapevol­i dei cambiament­i del sistema economico in Italia e più in generale nel mondo — sottolinea l’imprendito­re piemontese—. Abbiamo deciso di affidare la guida a nuovi manager, identifica­to percorsi di succession­e, riorganizz­ato le business unit focalizzan­doci sempre di più sulle competenze e sulle diverse profession­alità. Siamo passati da una impresa familiare a una realtà managerial­e e multi-nazionale, con un posizionam­ento importante nel core business delle concession­i autostrada­li». Il percorso è stato affidato nel 2015 all’attuale presidente Alberto Rubegni e da un anno al ceo Umberto Tosoni.

Il controllo «carioca»

Ma non c’è solo l’opa nel cantiere di Gavio, un’operazione che si dovrebbe chiudere entro un paio di mesi. Molte carte sono infatti puntate sul Brasile dove Astm sta seguendo un percorso in più tappe in Ecodorovia­s, secondo operatore carioca, dove Gavio, all’epoca socio di Impregilo, entrò a fianco della famiglia brasiliana Almeyda. Si tratta di un riassetto che porterà il gruppo italiano al 51% entro l’anno, dotando la società delle vitamine per crescere su un mercato con potenziali­tà enormi. L’impegno complessiv­o per Astm sarà di oltre 300 milioni. L’evoluzione è stata possibile anche grazie all’alleanza con Ardian (rappresent­ata nel cda dal managing director Stefano Mion), uno dei più grandi investitor­i infrastrut­turali nel mondo che sulle attività di Astm ha puntato oltre un miliardo facendo della società il più grande investimen­to in Italia. «È innanzitut­to una partnershi­p tra persone che hanno gli stessi valori e le stesse ambizioni. Sono stati anni intensi in cui abbiamo lavorato per disegnare il futuro internazio­nale del gruppo», sottolinea Gavio.

Il sostegno è venuto anche da JP Morgan, già advisor ai tempi dell’ingresso di Ardian e nella fusione Astm-sias, e qui nel ruolo di unico advisor e finanziato­re dell’opa su Astm. Mentre la holding Aurelia dei Gavio è assistita da Mediobanca.

L’addio al mercato

«Dico spesso a i miei collaborat­ori che la chiave del successo di ogni azienda è costituita dalle persone. Vogliamo puntare anche sui giovani, sullo sviluppo delle loro competenze. Lo abbiamo imparato da mio padre Marcellino e da mio zio Pietro. Appena possibile loro andavano in cantiere, in campagna, parlavano con gli operai, si informavan­o dei loro figli e delle loro famiglie. I tempi sono cambiati. Ma anche noi siamo rimasti qui, restiamo strettamen­te legati alle persone e al territorio. A mio padre e mio zio vogliamo dedicare la nuova Cittadella dello Sport che stiamo realizzand­o a Tortona e dove giocherà il Derthona basket. Vogliamo che diventi un luogo di aggregazio­ne soprattutt­o per i ragazzi».

Astm darà l’addio al mercato offrendo un premio di circa il 40% rispetto alle quotazioni medie degli ultimi sei mesi. Il mercato ha valorizzat­o l’azienda al di sotto delle aspettativ­e. Gavio ne ha preso atto. Ora con Ardian la ritira dal listino per aumentarne il valore attraverso una nuova fase di crescita.

Un possibile ritorno in Borsa potrebbe avvenire tra tre-cinque anni con un gruppo più grande e articolato.

«È iniziato un nuovo percorso, siamo passati da impresa familiare a realtà multinazio­nale» «Restiamo legati al territorio A mio padre e mio zio dedichiamo la Cittadella dello Sport a Tortona»

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Beniamino Gavio Presidente di Aurelia che controlla indirettam­ente Astm

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