GAVIO: INVESTIMENTI E TECH RIPARTIRE? NOI SIAMO PRONTI
Il patron del gruppo Astm spiega i piani di crescita tra l’opa da 1,7 miliardi a Piazza Affari e il progetto in Brasile «Il nostro gruppo si candida a un ruolo chiave nel processo di evoluzione del sistema infrastrutturale» Il ruolo della famiglia azionista, dei soci di capitale (Ardian) e del management L’offerta in Borsa finanziata interamente da Jp Morgan. In Ecodorovias al 51% entro l’anno
Il Paese ha bisogno di infrastrutture tecnologicamente avanzate e soprattutto sostenibili. «Le indicazioni contenute nel Recovery plan vanno d’altronde in questa direzione. Il nostro gruppo si candida a un ruolo centrale in questo processo di evoluzione del sistema infrastrutturale, nel Paese ma anche nel mondo. Noi continueremo a fare la nostra parte come abbiamo sempre fatto in questi anni, investendo in tecnologia, sicurezza, qualità delle opere per costruire le autostrade del futuro». È alla guida di un cantiere in continua evoluzione Beniamino Gavio, l’imprenditore del gruppo Astm, come dire la seconda realtà italiana nella gestione di concessioni autostradali dopo Atlantia, che replica lo stesso posizionamento sul terreno di gioco mondiale, dove gestisce in tutto 4.500 chilometri di collegamenti, di cui 1.400 in Italia, 3 mila in Brasile, con il gioiello Ecorodovias, e il resto nel Regno Unito. Ma gioca anche nel campionato della progettazione di grandi opere, dalle strade ai ponti, e della tecnologia applicata alla mobilità dei trasporti. Tenace, determinato — anche se non ama certo la luce dei riflettori — Gavio è il maggiore azionista della Astm, che gestisce concessioni come la Milano-torino, l’autostrada dei Fiori, la Cisa e il traforo del Frejus. Solo in Italia negli ultimi due anni il gruppo ha investito tra nuove opere e manutenzione circa un miliardo di euro.
L’offerta
È a capo di una galassia entrata di nuovo in movimento la scorsa settimana con un’operazione che porterà via da Piazza Affari il titolo Astm attraverso l’offerta pubblica lanciata dalla stessa famiglia Gavio, affiancata dal fondo francese Ardian, compagno di viaggio dal 2018 nelle vesti di azionista di minoranza. L’opa sul 47,6% che la famiglia Gavio (attraverso Aurelia) e il fondo infrastrutturale non possiedono vale 1,7 miliardi. È la tappa più recente di un percorso iniziato appunto con l’ingresso di Ardian, proseguita con la fusione di Sias in Astm e ora arrivato all’opa. Al termine dell’operazione, Gavio avrà il 51,5% e il fondo il 49,5%. Il gruppo sarà una realtà più snella, più veloce, con la gestione affidata al management e gli azionisti che danno la rotta. Cioè più pronta ad afferrare le opportunità di crescita all’estero. Valga solo come esempio che in Brasile tra quest’anno e il prossimo si apriranno gare del valore di 20 miliardi di euro nelle concessioni autostradali. La società segue il modello di One Company, che ha al proprio interno le competenze nelle concessioni, nelle costruzioni con Itinera, nella tecnologia con Sinelec. In pratica, finanzia, costruisce e gestisce i cosiddetti progetti «gredalla enfield» con un focus in questa fase negli Stati Uniti che sarà uno dei campi di gioco.
È stato un anno durissimo in tutto il mondo per chi gestisce i caselli ma Astm non è stata ferma. Ha acquisito la maggioranza di Sitaf che collega Torino a Bardonecchia e il tunnel del Frejus, ha sottoscritto i contratti per il completamento dell’asti-cuneo, ha vinto le gare per l’autostrada A10 e A12 e per la A21, su cui pende tuttavia un ricorso amministrativo. Sono partite che avrebbero condotto a ricavi pro-forma 2019 di 3,1 miliardi e di un ebitda di circa 1,5. Ma lo stop al traffico imposto dai lockdown ha generato un volume d’affari di 860 milioni nei primi sei mesi del 2020, in calo rispetto ai 960 del primo semestre 2019.
La mossa è arrivata in un momento cruciale per le infrastrutture nazionali. Da una parte c’è il passaggio di Aspi, il maggiore operatore italiane delle autostrade, holding Atlantia dei Benetton sotto le insegne della Cassa depositi e prestiti e dei fondi Blackstone e Macquarie. Sullo sfondo restano peraltro i circa 200 miliardi di investimenti in opere infrastrutturali necessari per rilanciare l’economia.
«Abbiamo iniziato da molti anni insieme a tutta la mia famiglia un nuovo percorso di crescita, consapevoli dei cambiamenti del sistema economico in Italia e più in generale nel mondo — sottolinea l’imprenditore piemontese—. Abbiamo deciso di affidare la guida a nuovi manager, identificato percorsi di successione, riorganizzato le business unit focalizzandoci sempre di più sulle competenze e sulle diverse professionalità. Siamo passati da una impresa familiare a una realtà manageriale e multi-nazionale, con un posizionamento importante nel core business delle concessioni autostradali». Il percorso è stato affidato nel 2015 all’attuale presidente Alberto Rubegni e da un anno al ceo Umberto Tosoni.
Il controllo «carioca»
Ma non c’è solo l’opa nel cantiere di Gavio, un’operazione che si dovrebbe chiudere entro un paio di mesi. Molte carte sono infatti puntate sul Brasile dove Astm sta seguendo un percorso in più tappe in Ecodorovias, secondo operatore carioca, dove Gavio, all’epoca socio di Impregilo, entrò a fianco della famiglia brasiliana Almeyda. Si tratta di un riassetto che porterà il gruppo italiano al 51% entro l’anno, dotando la società delle vitamine per crescere su un mercato con potenzialità enormi. L’impegno complessivo per Astm sarà di oltre 300 milioni. L’evoluzione è stata possibile anche grazie all’alleanza con Ardian (rappresentata nel cda dal managing director Stefano Mion), uno dei più grandi investitori infrastrutturali nel mondo che sulle attività di Astm ha puntato oltre un miliardo facendo della società il più grande investimento in Italia. «È innanzitutto una partnership tra persone che hanno gli stessi valori e le stesse ambizioni. Sono stati anni intensi in cui abbiamo lavorato per disegnare il futuro internazionale del gruppo», sottolinea Gavio.
Il sostegno è venuto anche da JP Morgan, già advisor ai tempi dell’ingresso di Ardian e nella fusione Astm-sias, e qui nel ruolo di unico advisor e finanziatore dell’opa su Astm. Mentre la holding Aurelia dei Gavio è assistita da Mediobanca.
L’addio al mercato
«Dico spesso a i miei collaboratori che la chiave del successo di ogni azienda è costituita dalle persone. Vogliamo puntare anche sui giovani, sullo sviluppo delle loro competenze. Lo abbiamo imparato da mio padre Marcellino e da mio zio Pietro. Appena possibile loro andavano in cantiere, in campagna, parlavano con gli operai, si informavano dei loro figli e delle loro famiglie. I tempi sono cambiati. Ma anche noi siamo rimasti qui, restiamo strettamente legati alle persone e al territorio. A mio padre e mio zio vogliamo dedicare la nuova Cittadella dello Sport che stiamo realizzando a Tortona e dove giocherà il Derthona basket. Vogliamo che diventi un luogo di aggregazione soprattutto per i ragazzi».
Astm darà l’addio al mercato offrendo un premio di circa il 40% rispetto alle quotazioni medie degli ultimi sei mesi. Il mercato ha valorizzato l’azienda al di sotto delle aspettative. Gavio ne ha preso atto. Ora con Ardian la ritira dal listino per aumentarne il valore attraverso una nuova fase di crescita.
Un possibile ritorno in Borsa potrebbe avvenire tra tre-cinque anni con un gruppo più grande e articolato.
«È iniziato un nuovo percorso, siamo passati da impresa familiare a realtà multinazionale» «Restiamo legati al territorio A mio padre e mio zio dedichiamo la Cittadella dello Sport a Tortona»