LA CARICA DELLE 42 FAMIGLIE MEZZO MILIARDO A TAMBURI
Investono i Bertazzoni (Smeg), Andrea Recordati, i Fumagalli, i Rovati e i Marzotto
Hanno risposto alla chiamata 42 famiglie del Made in Italy — tra gruppi industriali e family office — che nel viaggio tratteggiato da Itaca metteranno in tutto circa mezzo miliardo. Altri cento milioni verranno da Tip, la piattaforma di investimenti per sostenere le imprese italiane, guidata da Gianni Tamburi, il banchiere delle imprese che ha progettato questa nuova declinazione per investire. Avrà un totale di 600 milioni di disponibilità,e dovrà condurre a «casa», cioè verso un assetto stabile, le aziende valide ma bisognose di «vitamine» patrimoniali, dopo un percorso che magari le ha portate a fare investimenti o altre operazioni straordinarie ma le ha appesantite dal punto di vista finanziario.
Lo ha fatto a fianco dei promotori di Itaca: Sergio Iasi, che lavora da oltre vent’anni nel restructuring industriale e finanziario, Angelo Catapano, e Massimo Lucchini, che hanno deciso di mettere a fattor comune le rispettive esperienze nel nuovo veicolo dove investiranno tra i 4 e i 5 milioni (della management company hanno il 60% a fianco di Tip al 40%). Come dire che l’impegno dei partner è anche personale.
Tra i compagni di viaggio — una summa dell’imprenditoria nazionale privata — ci sono Aldo e Beppe Fumagalli, gli ex proprietari della Candy che ora investono nelle imprese più giovani. Ha puntato le carte anche Susan Holland, l’imprenditrice del gruppo Amplifon di cui è presidente. E spuntano anche i protagonisti nella farmaceutica tra i quali Andrea Recordati, alla guida di uno dei maggiori gruppi italiani del settore, e la Angelini partecipazioni. Ha sottoscritto l’impegno anche la famiglia Rovati, erede del fondatore della Rottapharm, Luigi Rovati.
Hanno staccato un biglietto per il viaggio verso Itaca anche Michele Catelli, presidente del gruppo Artsana, Roberto Colombo dell’omonimo Lanificio di Borgosesia e in presa diretta il gruppo siderurgico torinese Ferrero. Alcuni sono sempre in attività nella loro azienda di famiglia, altri hanno passato la mano ma reinvestono la liquidità nelle imprese da sostenere nella ripartenza.
C’è Pierluigi Loro Piana — vice presidente e azionista dell’azienda di abbigliamento e tessuti di pregio passata nel 2013 al gruppo Lvmh — che da molti anni investe nelle Pmi. Tra i tanti, ha risposto Claudio Luti, l’imprenditore che ha fatto della sua Kartell uno dei simboli del design. I due imprenditori fanno peraltro parte di quel drappello costituito da un centinaio di famiglie che fin dall’inizio investono a fianco del sistema disegnato attorno alla Tip. Hanno aderito anche gli armatori della D’amico società di navigazione.
Molto del settore dell’arredo-design di lusso è rappresentato. Oltre a Kartell, in prima fila c’è infatti la famiglia Bertazzoni che da 70 anni produce cucine tech e di design, i Biscarini dell’omonima azienda che ha fornito arredi anche alla Pinacoteca di Brera a Milano, e Giorgio Busnelli (B&B). Con loro anche la bolognese Poltronesofà di Renzo Ricci.
Non mancano i Marzotto, che fanno parte della storica e fedele scuderia di Tamburi. Ci sono infatti sia Luca sia Gaetano Marzotto in via diretta o attraverso Zignago holding (con le attività nel vetro e quelle vinicole, tra le quali Santa Margherita).
Poi, Sandro Manuli, la famiglia Zanon di Valgiurata, gli eredi Fossati della Star. Sono solo alcuni degli investitori già in viaggio.