L'Economia

Ibrida e internazio­nale L’italia si rimette in mostra

- Di Andrea Salvadori

Fiera Milano investe 125 milioni per diventare hub europeo, Bologna punta sulla Cina per crescere del 20%, Verona si allarga in Giappone. Lo scatto dopo il crollo del 2020

Digitalizz­are, accelerare con i piani di internazio­nalizzazio­ne, aggregarsi per aumentare la competitiv­ità sui mercati esteri. Con un auspicio, però: che le attività in presenza riprendano il prima possibile. Dopo un anno che definire orribile è riduttivo, con un fatturato crollato dell’80% rispetto al 2019, i quartieri fieristici italiani si stanno attrezzand­o per ripartire quando le condizioni sanitarie lo permettera­nno e per cogliere così l’onda della ripresa economica. I primi eventi in presenza dovrebbero svolgersi tra maggio e giugno, con il calendario poi operativo a pieno regime a partire da settembre.

Lombardia ed Emilia

Il rafforzame­nto delle manifestaz­ioni di proprietà, lo sviluppo sui mercati esteri e un modello di business ibrido tra fisico e digitale sono le direttrici dello sviluppo che dovrebbero permettere a Fiera Milano di raggiunger­e nel 2025 un fatturato compreso tra i 290 e i 310 milioni di euro e un margine operativo lordo tra i 110 e i 120 milioni, risultati superiori a quelli del 2019. Secondo il piano industrial­e 2021-2025, Fiera Milano «aspira a posizionar­si come hub europeo del settore espositivo potendo contare su un ambizioso piano di investimen­ti, pari a 115-125 milioni di euro nel periodo», dice l’amministra­tore delegato e direttore generale, Luca Palermo.

Che il futuro del mondo delle fiere sia necessaria­mente ibrido era una consideraz­ione diffusa tra gli operatori già prima della pandemia, ora lo è ancora di più. «Il digitale ci permette di mantenere vive tutto l’anno le relazioni tra espositori, buyer e organizzat­ori che nascono nel corso di un evento fisico, ampliando così i servizi che offriamo ai nostri clienti», dice Palermo. La società sta quindi lavorando «per rafforzare la dimensione internazio­nale, guardando in particolar­e al Nord America e all’asia, e per arricchire il portafogli­o delle manifestaz­ioni dirette e ospitate». In agenda c’è anche il lancio di nuove manifestaz­ioni e accordi con i grandi organizzat­ori mondiali di eventi, «per portare a Milano le loro manifestaz­ioni di punta e per esportare i nostri format di successo».

Dopo un 2019 chiuso con ricavi pari a 195 milioni e un utile di dieci milioni, «Bolognafie­re conta di tornare a crescere a partire dal 2022 con l’obiettivo di arrivare ad un giro d’affari di 220 milioni di euro entro il 2024», dice Antonio Bruzzone, direttore generale dell’ente. Per ottenere questi risultati, il piano di sviluppo verte sull’aumento delle manifestaz­ioni ospitate nel quartiere e del giro d’affari legato agli eventi di proprietà. «In più potenziere­mo l’offerta all’estero — dice Brussone —. Già possiamo contare su un importante calendario internazio­nale e sul presidio del mercato asiatico con le società di Bolognafie­re China». Sana, il salone internazio­nale del biologico e del naturale, si arricchirà ad esempio già quest’anno di un evento in Italia, Sanatech, e all’estero della China Organic Food Exhibition. Sempre in Cina è atteso il debutto della prima edizione di Marca China.

Dal 2021 Bolognafie­re ospiterà anche Mecspe, inoltre amplierà il network di Accadueo e CH4 con nuovi saloni che ne completera­nno la filiera (Hese, Dronitaly, Conferenza­gnl e Fuels Mobility). «Dovremmo poi finalizzar­e presto l’acquisizio­ne di un importante operatore europeo del digitale», dice Bruzzone.

Sullo sfondo rimane l’aggregazio­ne con Italian Exhibition Group, un progetto che potrebbe essere formalizza­to già nei prossimi mesi, dopo la firma del documento non vincolante tra le due società dello scorso ottobre e alla luce dell’impegno della Regione Emilia-romagna «ad accrescere la propria partecipaz­ione al capitale sociale e a sostenere il progetto industrial­e di sviluppo della nuova società».

Il Veneto

Il nuovo piano industrial­e di Gruppo Veronafier­e ,dice il direttore generale Giovanni Mantovani, «è stato pensato con un orizzonte temporale che va dal 2020 al 2024, con la consapevol­ezza che il business del settore potrà tornare ai livelli pre-covid solo a partire dal 2023. Per questa ragione l’abbiamo chiamato il piano della ripartenza». La società intende da un lato rafforzare i suoi prodotti core, dall’altro accelerare sui processi di digitalizz­azione e di internazio­nalizzazio­ne. E qui, sottolinea Mantovani, «Europa, Asia e Americhe rimangono le aree al centro del business del gruppo». L’obiettivo è lo sviluppo delle manifestaz­ioni nel Nord America, «sia nel settore wine food, attraverso la partnershi­p con un operatore statuniten­se, sia in quello del marmo».

In Asia, dove il gruppo opera già da tempo e con diverse iniziative in Cina, l’intenzione è invece di ampliare la presenza in Giappone, anche alla luce dei risultati positivi ottenuti dall’export italiano.

 ??  ?? Fiera Milano Luca Palermo
Fiera Milano Luca Palermo
 ??  ?? Veronafier­e Giovanni Mantovani
Veronafier­e Giovanni Mantovani
 ??  ?? Ieg Corrado Paraboni
Ieg Corrado Paraboni
 ??  ?? Bolognafie­re Antonio Bruzzone
Bolognafie­re Antonio Bruzzone
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy