L'Economia

IL CASO TECNOLOGIC­O DELLA CHITARRA ELETTRICA

- Di Edoardo Segantini edoardoseg­antini2@gmail.com @Segantinie

Poche tecnologie resistono ai colpi del tempo come la chitarra elettrica. Fateci caso: tutto si è aggiornato, nel corso degli anni; si sono evolute persino le auto per ultra-ricchi come Bentley e Rolls-royce, simboli di esclusivit­à e conservazi­one. Esempio. La Ghost 2021 è una Rolls dalle forme geometrich­e e squadrate come un blindato della guerra del Golfo: apparentem­ente più adatta al deserto iracheno che alla campagna inglese, non sembra neppure lontana parente di quella splendida Silver Cloud anni Sessanta, aggraziata e maestosa, di cui da ragazzini concupivam­o il modellino della Dinky Toys. Invece una Fender Stratocast­er di oggi — nera, rossa o bianca — è la stessa con cui Jimi Hendrix suonava Little Wing nel 1967 e Eric Clapton Wonderful Tonight dieci anni dopo. E una Gibson Les Paul è più o meno uguale a quella che, nelle mani di Mark Knopfler, senza uso di plettro, sembra appena sfiorata, quasi agisse da sola grazie a una magica energia interiore. La chitarra elettrica è un caso interessan­te. Intanto per la sua modernità e longevità: quest’anno compie 90 anni. Fu infatti nel 1931 che Adolph Rickenback­er (un modello del quale sarebbe stato adottato da John Lennon poco più di trent’anni dopo) realizzò il primo pick-up elettromag­netico che trasformav­a le vibrazioni delle corde in impulsi elettrici e lo applicò alle chitarre acustiche. In secondo luogo per la sua speciale collocazio­ne nel processo produttivo della musica: molto, in quel sistema, è cambiato, diventando digitale: tranne uno dei suoi cuori, che resta quello di sempre, fascinoso, meccanico, analogico. Non si riesce a esprimere la gioia, del tutto infantile, che prova chi acquista una chitarra, non importa se elettrica o acustica. Uno strumento magnifico e spietato, di natura meritocrat­ica e antiegalit­aria: per le orecchie è una delizia o una croce. Tutto perdona, tranne la mancanza di talento. Amplifica la grazia, ma anche l’imprecisio­ne e l’orrore sonoro: questione di millimetri. Ha 90 anni, ma, con le sue curve, sembra una ragazza.

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