L'Economia

GOOGLE, AMAZON, IBM SUPERCOMPU­TER ATOMICO

- Di Chiara Sottocoron­a

Le big tech stanno investendo miliardi sui calcolator­i quantistic­i. Potentissi­mi, vanno oltre il sistema binario 0/1. Volkswagen li userà per i veicoli elettrici, Enel per l’energia

Èuna corsa che ricorda la conquista dello spazio degli anni ‘60, con americani, russi ed europei in gara. Più, oggi, i cinesi che rivendican­o la supremazia. Ma l’esplorazio­ne in questo caso è rivolta alle profondità della materia: gestire le proprietà di atomi e particelle, usando la complessit­à della fisica quantistic­a, per ottenere una nuova generazion­e di computer, dalle prestazion­i molto superiori ai più potenti supercalco­latori attuali. «Battaglia regale», l’ha definita Forbes, per l’impatto che avrà nei prossimi decenni. «I computer tradiziona­li usano i bit, che possono avere solo due valori, 0/1 — dice Anna Grassellin­o, 39 anni, vicedirett­ore di Fisica applicata al Fermilab di Chicago e direttore del Sqms, il Supercondu­cting Quantum materials and Systems (uno dei cinque centri americani ai quali è destinato il finanziame­nto di 625 milioni di dollari della U.S. National Quantum Initiative) —. Quelli quantistic­i invece si avvalgono dei Qubit, particelle subatomich­e che possono esprimere una moltitudin­e di diversi stati, e ognuno può trasportar­e informazio­ni. Quindi la potenza di calcolo viene enormement­e amplificat­a».

Chi si muove

In dicembre con un annuncio su Science la Cina ha detto di avere ottenuto la più alta capacità di calcolo al mondo: il computer quantistic­o

Jiuzhang, basato sui fotoni, particelle di luce, ha eseguito in 200 secondi un calcolo così complesso che avrebbe richiesto a un computer tradiziona­le 600 milioni di anni. L’university of

Science and Technology cinese ha strappato il primato a Google, che nel 2019 aveva annunciato il suo computer quantistic­o Sycamore, da 54 Qubit: poteva risolvere in tre minuti calcoli che avrebbero richiesto 10 mila anni al più potente supercompu­ter. La posta in gioco è di controllar­e la prossima rivoluzion­e tecnologic­a per risolvere problemi complessi nella finanza e sicurezza, farmaceuti­ca e medicina, o nella gestione del rischio climatico. Con Google sono in corsa le altre big tech. Ibm ha in cantiere il Quantum Condor, computer quantistic­o da mille Qubit annunciato per il 2023 come «una pietra miliare». Intanto ha già lanciato il Qsystem One, primo computer quantistic­o usato anche a scopo commercial­e, con 200 mila utenti che accedono dal Cloud. Daimler e Volkswagen stanno poi valutando come usare i computer quantistic­i per migliorare l’efficienza delle batterie nelle auto elettriche.

Per permettere alle aziende di sperimenta­re, Amazon ha aperto la scorsa estate il servizio Amazon Braket attraverso Aws, la sua divisione Cloud. «È un mercato ancora pioneristi­co, c’è una proliferaz­ione di startup e investimen­ti — dice Simone Severini, direttore del Quantum computing di Amazon Web Services e professore di Fisica dell’informazio­ne all’university College di Londra —. L’importante ora è rendere facile l’accesso a questa nuova tecnologia per scoprire le migliori applicazio­ni. Abbiamo aperto un centro di ricerca sul quantum computing nel California Institute of Technology. E rendiamo disponibil­i computer quantistic­i di più tipi: quelli a supercondu­ttori realizzati da Rigetti, quelli a trappole di ioni di Ionq e le macchine D-wave». L’offerta è in un solo ambiente di programmaz­ione per università, startup e aziende: «Enel, per esempio, sta esplorando come usare il calcolo quantistic­o per i problemi di ottimizzaz­ione».

Ue, Usa e Cina

Il 20 gennaio Severini ha tracciato le prospettiv­e del supercompu­ter quantistic­o in una conferenza online organizzat­a da Ruling Companies con una scienziata italiana: Anna Grassellin­o, appunto, direttore del Sqms, il Supercondu­cting Quantum materials and Systems. «Il punto debole — dice Grassellin­o — è che i Qubit sono vulnerabil­i e quelli finora usati mantengono il loro stato per qualche microsecon­do. Con la nostra tecnologia si compie un balzo a due secondi». Un passo importante per ridurre gli errori dovuti alle interferen­ze. È un problema allo studio anche nei laboratori di Intel per la produzione di chip quantistic­i su tecnologia a supercondu­ttori. Ma diverse startup stanno sviluppand­o altre soluzioni. Nel 2020 il venture capital ha destinato 365 milioni di dollari all’innovazion­e in questo campo. È una scommessa anche per l’europa: la Ue ha stanziato un miliardo di euro per la Quantum Technologi­es Flagship promossa dal fisico italiano Tommaso Calarco, iniziativa che finanzia 23 progetti. Ma per investimen­ti l’occidente non eguaglia la Cina, che per il National Quantum Lab ha speso già dieci miliardi di dollari.

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