Sotto il Duomo prezzi su anche del 20% Mentre la Capitale continua a soffrire
Non sono molte e si trovano soprattutto a Milano, ma ci sono aree che dal punto di vista immobiliare si stanno dimostrando covid free, con una domanda vivace e prezzi addirittura in crescita, fino al 20%. Lo dice il confronto, nelle stesse quattro città di cui occupiamo nel servizio sull’attrattività dei quartieri, tra i valori delle abitazioni alla fine del 2019 e quelli di dodici mesi dopo, basandosi sugli ultimi dati disponibili di Tecnocasa. Nel capoluogo lombardo i migliori risultati sono registrati da zone semicentrali e dalle periferie con un rapporto qualità dei servizi/prezzo favorevole. Questo è il caso della Bovisa, che ha fatto segnare incrementi di pezzo che sfiorano il 20%, grazie a quotazioni ancora accessibili e a una vivibilità del quartiere, un tempo tra i più «popolari» di Milano, molto cresciuta da quando è attiva l’università. Seconda piazza per il quartiere, dal vissuto decisamente più borghese, Solari Foppa. Un ruolo decisivo nell’incremento dei valori è dovuto certamente alla linea 4 della metropolitana, che dopo aver devastato la viabilità dell’area e il business dei negozi, ora appare quasi in dirittura d’arrivo con la prospettiva pressoché certa di una rivalutazione dei prezzi. Stabili le quotazioni in tutto il centro storico.
Nel capoluogo lombardo la grande maggioranza dei quartieri ha fatto segnare un andamento dei prezzi stabile o leggermente positivo; non altrettanto si può dire della Capitale, dove su 180 zone analizzate solo una trentina non sono in territorio negativo. Il quartiere con la migliore performance annua è Porta Di Roma, dove la richiesta è spinta dalle caratteristiche degli immobili, di costruzione recente e prezzi di punta che comunque non superano i 4.000 euro.
Tra le zone di prestigio Trastevere fa segnare un aumento di oltre il 5 per cento; le aree più rinomate del centro storico si attestano attorno allo zero. In calo la domanda da investimento, in particolare quella finalizzata all’acquisto di piccoli appartamenti da destinare agli affitti brevi. Un trend che non necessariamente potrebbe invertirsi alla ripresa del turismo. Roma, infatti, già prima dello scoppio della pandemia aveva evidenziato segni di saturazione del mercato perché a differenza di quanto accade a Milano, dove la richiesta di abitazioni per affitti brevi (grazie alle dimensioni molto più ridotte della città e del più efficiente sistema di trasporto pubblico) riguarda tutto il territorio comunale, nella Capitale la domanda va tutta verso il Centro storico. Una recente analisi di Tecnocasa sulle motivazioni di acquisto da parte dei non residenti segnala che la quota di operazioni per investimento è scesa al 3%, contro il 15 del 2019. Infine a Napoli si registra un balzo di oltre il 15 per cento al Vomero e del 6 cento ad Antignano con le zone centrali stabili mentre a Bologna l’unico quartiere in crescita è Santa Viola, ma anche le zone meno richieste hanno contenuto le perdite, con cali al massimo del 5 per cento. Il calcolo delle variazioni è effettuato sulla tipologia prevalente sul mercato, le abitazioni di livello medio e usate ma non da ristrutturare completamente.
Il nuovo
Un discorso a parte merita il mercato delle nuove costruzioni. Secondo un recente rapporto di Abitare.co incentrato sulle otto principali città italiane lo scorso anno il calo delle compravendite riguardanti case in cantiere si è fermato al -5,8%o a fronte di una diminuzione del mercato totale che si può stimare superiore al 15%. Le nuove abitazioni rappresentano nella media quasi il 14% dell’offerta, con quote che vanno dal 7,5% di Napoli al 20,4% di Roma e al 19,6 %di Milano. Sul fronte dei prezzi nel 2020 si è registra un aumento dell’1,8% a Milano e del 2,7% a Roma mentre Torino ha fatto segnare -4,3% e Napoli -1,3%. Sulla base degli andamenti delle prime settimane di quest’anno è previsto un incremento delle compravendite di case nuove nelle grandi città in media del 6,6% (Roma più 7%, Milano più 6,2%) mentre i listini sono tutti ritoccati all’insù. In media dell’1,2%, con il capoluogo lombardo e la Capitale che fanno entrambi segnare +1,5%.
Nell’anno è previsto un ritorno di interesse per l’acquisto di case nuove, con incrementi del 6-7% nelle grandi città