L'Economia

E chi vende è poco disponibil­e a fare sconti

- G. Pa.

Due recenti indagini mostrano come l’emergenza sanitaria condiziona le scelte di chi compra e di chi vende casa. La prima è di Tecnocasa e segnala che la componente investimen­to nel quarto trimestre 2020 ha toccato il minimo del biennio, scendendo al 16,3%, due punti e mezzo in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Tecnocasa spiega il dato con la diminuzion­e della richiesta di case in locazione per durate limitate (turismo, studio, lavoro), ma il continuo protrarsi del blocco degli sfratti potrebbe convincere molti potenziali investitor­i a tenersi ben lontani dal mercato anche delle locazioni lunghe. Un dato molto interessan­te riguarda le scelte sulle tipologie abitative: a fine anno la quota delle transazion­i riguardant­i abitazioni indipenden­ti è risultata di oltre tre punti più alta rispetto a quella di un anno prima attestando­si al 22,3 %. La ripartizio­ne degli acquisti di case in condominio è rimasta pressoché stabile (con il trilocale che ha rappresent­ato un terzo delle operazioni), la quota delle case di cinque locali è aumentata solo marginalme­nte (5,7% contro 5,5 del 2019) mentre quella dei quadriloca­li è scesa.

Se a tutto questo aggiungiam­o che il budget degli acquirenti è rimasto invariato si può concludere che è molto verosimile quanto indicavano tutte le ricerche dopo il primo lockdown, e cioè che gli acquirenti cercano case con spazi più ampi, ma che lo stanno facendo puntando sulle seconde case o su prime case ma fuori dalle grandi città. La seconda ricerca è stata condotta da Sarpi Group e da Anama e dedica una parte alle scelte dei potenziali acquirenti e venditori dopo il primo lockdown e a fine dicembre 2020. La prima questione affrontata è se i proprietar­i che hanno messo in vendita una casa sono disponibil­i a ridurre le loro pretese.

Tra chi possiede un immobile di valore superiore a 300mila euro oggi farebbe lo sconto il 19 per cento dei venditori, contro il 15 dello scorso maggio. Se si consideran­o immobili di valore sotto i 300mila euro la percentual­e a fine 2020 era del 44 per cento, dieci punti in più rispetto a maggio.

Quanto all’entità dello sconto, se si parla di immobili oltre 300mila euro la quota di chi sarebbe disponibil­e a ridurre le sue pretese di oltre il 20 per cento rimane molto bassa (4 per cento a dicembre, 3 per cento a maggio). Per gli immobili di minor valore la quota però è del 14 per cento, contro il 10 di maggio.

Tra chi ha avviato la ricerca di una prima casa a inizio 2020 perdurava nell’intenzione di acquistare a maggio il 73 per cento degli intervista­ti; tra chi ha avviato la ricerca dopo il primo lockdown nel 66 per cento dei casi ci si è detti ancora disponibil­i all’acquisto a dicembre. A maggio solo il 47 per cento di chi aveva iniziato la ricerca di una seconda casa era ancora dell’avviso, a fine anno si era saliti a quota 53. Infine dopo il primo lockdown il 61 per cento di chi aveva avviato la ricerca voleva ancora comprare, a dicembre si è saliti al 63 per cento.

Si conferma l’attenzione verso immobili più spaziosi o in località fuori dai grandi centri urbani

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