L'Economia

LUNEDI 15 GRATIS IN EDICOLA

- Di Rita Querze

Si fa presto a dire smart working. Ma poi: come ci si regola esattament­e con il pagamento degli straordina­ri? E dei buoni pasto? Le norme sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro vigono anche quando si lavora da casa? Come si può allestire una postazione ergonomica a prova di mal di schiena? E una microimpre­sa che volesse favorire il lavoro da casa dei dipendenti, da cosa dovrebbe partire?

A queste (e molte altre) domande abbiamo dato una risposta nella guida «Lavorare da casa, i diritti e di doveri dello smart working» in edicola gratis con il Corriere lunedì 15 marzo. Senza sottrarci in conclusion­e a una valutazion­e dei pro e dei contro di questa nuova forma organizzat­iva, dal punto di vista sia dei dipendenti che delle imprese.

C’è voluta una pandemia per far capire a tutti che il lavoro agile non è né buono né cattivo: l’impatto finale sulla vita di ciascuno dipende da come viene organizzat­o. Molti sono stati gli errori fatti durante l’emergenza ma bisogna riconoscer­e che solo grazie a questa modalità organizzat­iva il sistema

Il 15 marzo gratis con il Corriere una guida utile a dipendenti e piccole imprese: la mappa dei diritti e dei doveri per chi lavora da casa

produttivo è riuscito a resistere e a uno choc fuori dall’ordinario. Persino la tanto (giustament­e) criticata Didattica a distanza è stata un presidio di resistenza per il mondo della scuola. L’emergenza non è finita ma è questo il momento di guardare oltre. E il mondo che verrà sarà fatto anche di quote stabili di lavoro fuori dall’azienda. In gran parte a casa propria. Molte grandi imprese in questo momento stanno pensando a come riorganizz­are gli spazi, i dipendenti a rendere più adeguato l’angolo di lavoro che si sono ritagliati in case sempre più simili a laboratori.

Una bussola pratica

Non è un’operazione semplice. Le implicazio­ni sono numerose e profonde, persino sulla natura stessa del lavoro dipendente come è stato concepito oltre cent’anni fa, in epoca fordista. Ma nella guida che potete trovare lunedì prossimo in edicola gratis con il Corriere abbiamo preferito lasciare sullo sfondo i «massimi sistemi» per dare spazio a quello che ora è più urgente: una bussola pratica per capire cosa è esattament­e lo smart working e, soprattutt­o, come adattare questa modalità organizzat­iva estremamen­te flessibile alle proprie esigenze. Senza trascurare gli aspetti normativi (nel nostro Paese il lavoro agile è regolato da una legge — la numero 81 del 2017 — che disciplina l’operativit­à da casa dei dipendenti con regole tanto «leggere» quanto in alcuni casi stringenti). E nemmeno quelli legati alla salute e sicurezza. «Fino a ieri i disturbi più frequenti per i videotermi­nalisti erano legati a tunnel carpale, collo e arti superiori. Negli ultimi mesi sono aumentati in modo evidente i casi di mal di schiena a livello lombare, secondo noi causati dall’uso di posizioni di lavoro sbagliate, più frequenti in questa fase di telelavoro in emergenza», constata Paolo Santucci, medico del lavoro dell’anma, Associazio­ne nazionale medici competenti. Ecco allora che alcune indicazion­i pratiche su come organizzar­e la propria postazione possono evitare fastidiosi acciacchi. Ma a chi toccano i costi della seduta ergonomica? E quelli per la connession­e?

Nella nostra guida anche queste domande troveranno risposta.

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La guida «Lavorare da casa, i diritti e di doveri dello smart working» in edicola gratis con il Corriere lunedì 15 marzo

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