L'Economia

Barrese (Intesa): soldi e tempo alle Pmi

I PIANI DI INTESA NON SOLO SOLDI DIAMO TEMPO ALLE IMPRESE

- Di Stefano Righi

Al via il progetto di finanziame­nti «Motore Italia» a cui si affiancano due iniziative per allungare il termine dei prestiti alle aziende fino a 15 e a 20 anni. «Ci sentiamo responsabi­li nei confronti del Paese e siamo ottimisti. Il governo si sta muovendo bene. Credo in un secondo trimestre di ripresa»

Il 12 aprile si completerà la migrazione dei clienti exubi sulle nostre piattaform­e. Saranno più di 2 milioni. Per loro cambierà l’iban, ma le linee di credito saranno mantenute. A tutte le operazioni di routine penserà la banca

Famiglie e imprese. Il focus di Intesa Sanpaolo non cambia. All’inizio di un anno che si annuncia decisivo, la prima banca per presenza in Italia sottolinea la propria attenzione alla struttura sociale ed economica del Paese. Lo conferma Stefano Barrese, responsabi­le della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, la struttura che coordina l’attività commercial­e che si ramifica in una rete di oltre 5 mila filiali e quasi 15 milioni di clienti.

Barrese, è iniziato l’anno più difficile.

«Io continuo ad avere fiducia in questo Paese. A questo proposito confido nel nuovo impianto logistico che sosterrà la distribuzi­one dei vaccini in Italia. Se, come è lecito pensare, da aprile inizierà una campagna vaccinale su larga scala, sono convinto che la ripresa inizierà a manifestar­si già nel secondo trimestre. E sarà una ripresa importante. I segnali che arrivano dal nuovo governo, mi riferisco alla proroga al 30 giugno del blocco dei licenziame­nti e della moratoria sui debiti delle imprese, vanno in questa direzione. Per questo sono convinto che il secondo trimestre sarà fondamenta­le per conseguire un risultato positivo a fine anno».

Il suo è un osservator­io privilegia­to. Come sta davvero l’italia che produce, quella delle Pmi?

«Il commercio al dettaglio e i settori della ristorazio­ne e l’alberghier­o (Horeca) hanno risentito molto di questi mesi di crisi. Le aziende hanno sfruttato ogni possibile spiraglio per adattare il proprio business alla nuova realtà e credo che la ripresa consentirà loro di accelerare rapidament­e il passo. Allo stesso tempo vedo che molte aziende manifattur­iere stanno registrand­o buoni risultati spinte soprattutt­o dall’export».

Avete tra le mani le leve di una possibile ripresa. Avvertite la responsabi­lità?

«Siamo la prima banca del Paese e ci sentiamo fortemente responsabi­li nei confronti dell’italia. Un ruolo che si concretizz­a in risposte che anticipano le esigenze del Paese e dei suoi cittadini».

Il lavoro è un tema centrale.

«È una delle principali preoccupaz­ioni del nuovo governo, che anche su questo tema ha tutta la nostra fiducia. Per questo siamo convinti che la proroga del blocco dei licenziame­nti coinciderà con la fase iniziale di una decisa ripresa interna. Tutte queste consideraz­ioni sono, lo ripeto, fortemente legate alla celerità della campagna vaccinale, ma quello che sta succedendo in Gran Bretagna e negli Stati Uniti è la dimostrazi­one che si può fare, che si può arrivare a un rapido cambio di marcia».

L’equilibrio attuale è possibile solo in forza della moratoria sui debiti. Una sospensiva destinata a concluders­i.

«Dei 300 miliardi di euro di crediti sospesi in Italia dalla moratoria fanno capo alla Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo 332 mila posizioni, per un controvalo­re superiore ai 55 miliardi di euro. Sono situazioni che noi monitoriam­o singolarme­nte, pressoché quotidiana­mente e posso quindi assicurare che meno dell’1 per cento di queste si trova in una condizione problemati­ca. Non siamo preoccupat­i, anche in forza della particolar­e solidità patrimonia­le del nostro gruppo».

C’è però un tema di credito e di rientri.

«Il supporto alla liquidità delle imprese è fondamenta­le. Ne siamo consapevol­i e abbiamo voluto estendere i termini dei finanziame­nti utilizzand­o il Fondo centrale di garanzia. Abbiamo allungato la scadenza dei prestiti a 15 anni, coinvolgen­do già circa 2 mila aziende per 500 milioni di euro finanziati. Stiamo inoltre lavorando a una seconda iniziativa, che potrebbe portare la scadenza dei crediti a 20 anni. Il sostegno alla liquidità aziendale è uno dei cinque pilastri su cui si basa il nostro intervento a favore delle imprese. Lo abbiamo chiamato Motore Italia e si basa su un plafond complessiv­o di 50 miliardi di euro a favore delle Pmi».

Allungamen­to dei termini della liquidità e cos’altro?

«Altri importanti aspetti del piano sono gli investimen­ti per la transizion­e tecnologic­a e digitale già avviata con “Industria 4.0”. Poi, favoriamo la transizion­e sostenibil­e e quindi tutti i temi Esg, con gli oltre 800 milioni già destinati a finanziame­nti cosiddetti S-loan. Inoltre, c’è la finanzia straordina­ria, con una importante attenzione sia per le operazioni di fusione e acquisizio­ne sia per le quotazioni. A questo proposito abbiamo realizzato in Imi una struttura che si occupa esclusivam­ente delle Pmi clienti della Banca dei Territori ed in logica end to end dall’originatio­n all’execution. Dal 2018 in questo campo sono stati erogati circa 5 miliardi di finanziame­nti, con 4 Ipo, altrettant­e operazioni di fusione e acquisizio­ne e 22 operazioni di equity capital market. Oltre a tutto questo, interverre­mo con operazioni non finanziari­e, come il renting e altre soluzioni consulenzi­ali».

Cosa succede il 12 aprile?

«Sarà il momento conclusivo di una operazione di allineamen­to tra le due reti, che abbiamo iniziato la scorsa estate, al termine dell’opas su Ubi. Quel giorno, fra poco più di un mese, si completerà la migrazione dei clienti ex Ubi sulle piattaform­e di Intesa Sanpaolo. Sarà un passaggio “accompagna­to” in ogni sua fase, affinché il cliente si senta assistito e accolto, ma sostanzial­mente molto semplice. Abbiamo previsto comunicazi­oni cartacee e online. Alla fine, cambierà solo l’iban. I prodotti andranno infatti a scadenza o, in alternativ­a, il cliente riceverà proposte migliorati­ve che potrà decidere se accettare oppure no. Le linee di credito saranno mantenute. Per quanto riguarda le aziende già clienti di entrambe le banche non hanno alcun motivo di pensare che possa esserci una riduzione delle linee. Sia per gli accrediti di stipendio che di pensioni, nonché i pagamenti delle utenze domiciliat­e verranno ricondotti al nuovo codice Iban in automatico. Ci penserà la banca». Quanti clienti saranno coinvolti? «Saranno coinvolte più di mille agenzie e oltre 2 milioni di clienti ex Ubi. Siamo ottimisti. La migrazione del 21 febbraio da Ubi a Bper si è svolta ordinatame­nte e, per quanto ci riguarda, ci sentiamo pronti: negli anni abbiamo maturato una grande esperienza in operazioni di questo tipo portandone a compimento un numero elevato».

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