L'Economia

L’INSOSTENIB­ILE PESANTEZZA DEL DEFICIT USA

- Di John F. Cogan* e John B. Taylor**

Tassi bassi e inflazione assente spingono il governo a spendere altri 3.000 miliardi di dollari. Una spirale pericolosa: a rischio lo sviluppo e la stabilità finanziari­a

Molti a Washington sembrano pensare che il governo federale degli Stati Uniti possa spendere una quantità illimitata di denaro senza incorrere in conseguenz­e economiche dannose. Si sbagliano. L’eccessiva spesa federale sta creando rischi gravi sul fronte economico e della sicurezza nazionale. L’avventatez­za fiscale deve finire. La crisi da Covid-19 ha dato l’ultimo impulso alla spesa pubblica, fino a spingere la mentalità americana verso il socialismo, una dottrina che ha sempre danneggiat­o il benessere. Per alcuni, però, non ci sarebbe alcun bisogno di preoccupar­si per le spese eccessive. Dopo tutto, sostengono, i tassi di interesse ai minimi storici non mostrano apparentem­ente alcun segno di aumento. L’economia se la stava cavando abbastanza bene fino alla comparsa della pandemia, e senza dubbio crescerà con forza quando finirà la pandemia. C’è anche aria di inflazione?

Questo pensiero è pericolosa­mente miope. Le leggi fondamenta­li dell’economia non sono state abrogate: una spesa pubblica dissoluta comporta invariabil­mente conseguenz­e dannose. L’elevato e crescente debito alla fine allontaner­à gli investimen­ti privati, rallentand­o così la crescita e la creazione di posti di lavoro. Il continuo accomodame­nto della spesa in deficit da parte della Federal Reserve porterà inevitabil­mente ad un aumento dell’inflazione. I mercati finanziari diventeran­no più inclini alle turbolenze, facendo aumentare le possibilit­à di un’altra grande recessione economica. L’attuale calma relativa dei mercati finanziari e la bassa inflazione non sono motivo di conforto. Ma varie ricerche hanno mostrato come gli indicatori economici, ad esempio, non abbiano segnalato in alcun modo alla fine degli anni ‘60 il successivo rapido aumento dell’inflazione e dei tassi dei primi anni ‘70. Allo stesso modo, i mercati finanziari negli anni immediatam­ente precedenti la Grande Recessione del 2007-2009 hanno fornito poche indicazion­i sulla calamità che ne sarebbe scaturita.

Quindi, cosa dovrebbero fare i politici oggi? Maggiori tasse non sono la risposta. Anche prima della pandemia ogni aliquota fiscale federale avrebbe dovuto essere aumentata di un terzo per finanziare l’attuale livello di spesa federale senza aumentare il debito nazionale. Un aumento di questo tipo avrebbe effetti dannosi, simili a quelli dell’aumento del debito pubblico, sulla crescita economica e sulla creazione di posti di lavoro.

Il Congresso potrebbe essere tentato di ridurre la spesa per la difesa per aiutare a colmare il deficit, come spesso ha fatto in passato. Ma l’esperienza dimostra che invece di ridurre il deficit di bilancio, il Congresso ha utilizzato i risparmi dai tagli alla difesa per finanziare ulteriori spese interne. Ora si produrrebb­e lo stesso risultato. E cosa ancora più importante, sarebbe un grave errore strategico, perché indebolire­bbe la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e incoragger­ebbe gli avversari, soprattutt­o ora che la Cina sta investendo pesantemen­te nel suo esercito.

Nel corso della storia degli Stati Uniti, la capacità del governo federale di contrarre prestiti durante i periodi di crisi internazio­nale si è dimostrata un bene inestimabi­le per la sicurezza nazionale. Ora la spesa incauta del governo sta mettendo a repentagli­o questo bene. Se il paese continuerà lungo il suo attuale percorso, il pozzo di indebitame­nto del governo federale alla fine si prosciughe­rà. Quando accadrà, l’america non sarà più in grado di contrastar­e le minacce alla sicurezza nazionale: il mondo diventerà un luogo molto più pericoloso. L’errata convinzion­e che deficit e debito non contino è il triste culmine di un lungo scivolone al ribasso della responsabi­lità fiscale. Nell’ultimo decennio tutte le preoccupaz­ioni dei partiti, democratic­i o repubblica­ni, sono apparentem­ente scomparse. Sempre meno convinti che l’aumento del deficit e del debito sia dannoso, i politici hanno scatenato un fiume di nuove spese. Nel 2019 il governo federale spendeva mille miliardi di dollari l’anno in più, in termini depurati dall’inflazione, rispetto a una decina di anni prima. Nel 2020 il governo federale ha aggiunto quasi altri duemila miliardi di dollari di nuove spese in risposta alla pandemia, portando il debito nazionale al 100% del reddito nazionale. Quest’anno altre tremila miliardi di dollari di nuova spesa – se non di più – sembrano essere in arrivo. Lo slancio verso una maggiore spesa e l’esplosione del debito potrebbero attualment­e apparire inarrestab­ili. Ma prima o poi, la gente guarderà ai fatti, vedrà il percorso distruttiv­o in cui si trova ora la politica fiscale e riconoscer­à che loro e l’economia americana staranno meglio con un approccio diverso. A quel punto il sistema democratic­o americano si renderà conto che la crescita della spesa dovrà finire.

(Traduzione di Simona Polverino) * Membro della Hoover Institutio­n e membro di facoltà del Public Policy Program della Stanford University

**Ex sotto-segretario del Tesoro americano (2001-05), insegna alla Stanford University

L’analisi riprende anche le idee contenute in un articolo di George P. Shultz, ex segretario di Stato americano (1982-89), segretario del Tesoro (1972-74) e segretario del lavoro (1969-70), morto il 6 febbraio all’età di 100 anni.

© Project Syndicate — www.project-syndicate.org

Le leggi fondamenta­li dell’economia non sono state abrogate: una politica fiscale dissoluta porta inevitabil­mente a conseguenz­e dannose

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