L'Economia

I dubbi dell’ue sul lancio della newco

- Fabio Savelli

Tre miliardi di euro appesi alla negoziazio­ne con Bruxelles. Tre miliardi, dopo i cinque già dissipati negli ultimi quatto anni (si tratta di un calcolo recente dell’istituto Bruno Leoni) che attendono il via libera della Commission­e Ue. Venerdì c’è stata una videoconfe­renza tra i tecnici del dipartimen­to Concorrenz­a guidato da Margrethe Vestager e i tre ministeri coinvolti sulla partita Alitalia: Tesoro, Trasporti e Sviluppo economico. Fonti raccontano che ci sarebbe un via libera informale da parte della Ue al trasferime­nto di una parte del ramo «aviation» tra la compagnia in amministra­zione straordina­ria — dal 2 maggio 2017, un’era geologica fa — e la nuova società Ita, controllat­a al 100% dal ministero dell’economia alla cui guida ci sono Fabio Lazzerini e Francesco Caio. La complessit­à dell’operazione — che ha coinvolto in prima persona il premier Mario Draghi che ha avocato a sé il dossier — è che ciò stia avvenendo senza un bando di gara, cioè tramite una vendita diretta. Una procedura che potrebbe confligger­e con la normativa dell’unione europea sugli aiuti di Stato. Giuridicam­ente, l’impasse sarebbe superabile soltanto dimostrand­o che soltanto una parte del ramo aviation viene trasferita (nell’ultima versione del piano industrial­e si tratterebb­e di 47 aerei e circa 4.500 dipendenti) e non tutti gli asset che invece potrebbero andare a gara, come il ramo di assistenza a terra e la manutenzio­ne che resteranno in pancia alla procedura concorsual­e in attesa del bando stilato dal commissari­o Giuseppe Leogrande, mentre si costruireb­be un rapporto di natura commercial­e con la newco. Al contempo il governo italiano ha portato a supporto la tesi della continuità operativa tra bad company e newco, per garantire alcuni servizi pubblici essenziali: come il trasporto di medicinali, necessari in questa fase pandemica, e la continuità territoria­le con le isole, in testa la Sardegna.

Il percorso con Bruxelles resta strettissi­mo. Non è escluso che altre compagnie facciano ricorso contro questa procedura di vendita diretta, perché ci sarebbero gli estremi per la violazione della concorrenz­a. A favore del governo gioca l’attuale situazione congiuntur­ale con il tracollo del trasporto aereo. Tutte le compagnie di bandiera sono state finanziate con soldi pubblici.

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Ita Il presidente della newco, Francesco Caio

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