Riassetto dell’acciaio: prova green per Cingolani
Settimana decisiva per il futuro dell’ilva. Udienza camerale prevista per giovedì 11 marzo con la richiesta di «sospensiva», sentenza del Consiglio di Stato entro il 16 maggio. Il ricorso della Arcelormittal Italia guidata dalla ceo Lucia Morselli e dei commissari straordinari dell’impianto contro la sentenza del Tar del Lecce — che ha disposto la chiusura dell’area a caldo entro fine marzo in caso di mancato rispetto dei target sulle emissioni ambientali — è il banco di prova decisivo ed «esogeno» rispetto al riassetto che si è costruito a dicembre con il precedente governo. Un’intesa a cui manca ancora la formalizzazione di un decreto del Tesoro, atteso ora alla firma di Daniele Franco, che espliciti il ritorno dello Stato nell’acciaieria tramite Invitalia. La società guidata da Domenico Arcuri dovrebbe entrare nella nuova società paritetica costituita con la filiale tricolore della multinazionale Arcelormittal per poi salire al 60% del capitale a fine 2022, quando termineranno le prescrizioni ambientali. Un esborso per lo Stato superiore al miliardo di euro, di cui una prima tranche da 400 milioni. La volontà è riportare in bonis l’ilva che negli ultimi anni ha perso tra uno e due milioni al giorno. Per farlo si sta lavorando a un progetto di riconversione ambientale della filiera dell’acciaio che prevede l’adozione di un forno elettrico oltre ai volumi garantiti dall’altoforno 4 per un obiettivo di 8 milioni di tonnellate annue nel 2025, appena sarà possibile superare il vincolo dei 6 milioni come prescrive il piano di riconversione ambientale (nel 2023). È stato appena firmato un protocollo che prevede il coinvolgimento di Leonardo, Saipem e della Danieli per la riduzione delle emissioni adottando la soluzione del forno elettrico ibrido alimentato per mezzo di una miscela di metano e ed idrogeno. Una svolta nella riduzione del minerale ferroso degli altoforni. Un cambiamento di strategia green — che inevitabilmente muterà anche il rapporto con i fornitori — al centro dell’azione del nuovo ministero Mite per la transizione energetica guidato da Roberto Cingolani. I fondi europei, compresi quella della Next Generation Eu, saranno utilizzati e infatti nel nuovo Recovery plan allo studio di Palazzo Chigi questo diventerà uno degli elementi principali. Si attende anche un decreto del governo per l’estensione della cassa integrazione ai dipendenti rimasti all’amministrazione straordinaria.