L'Economia

LA PARITÀ DI GENERE AIUTA LA RIPRESA E ORA SI MISURA

Axa e Bocconi lanciano il Research Lab sulla Gender Equality per favorire scientific­amente l’uguaglianz­a. Verona: problema anche culturale. Cohen: così stiamo perdendo opportunit­à fondamenta­li

- Di Alice Scaglioni

Vogliamo colmare il gender gap? Allora gli uomini devono iniziare a collaborar­e nella cura della casa e dei figli. A dirlo è uno studio di Paola Profeta, professore­ssa di Economia pubblica dell’università Bocconi di Milano, e di Ester Fanelli, docente alla Brown University. Il paper mostra come il coinvolgim­ento dei partner abbia un impatto notevole sulla decisione delle donne di continuare a lavorare e di avere un secondo figlio. Un padre che divide l’impegno domestico aumenta di più del 40% la probabilit­à che la madre lavoratric­e abbia un secondo figlio senza lasciare il lavoro, così come il contributo nella cura dei figli. La ricerca è stata realizzata intervista­ndo sia donne che uomini già genitori di un figlio in cinque Paesi dell’europa centrale e orientale (Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Russia), due volte a distanza di tre anni. Le coppie che avevano dichiarato una ripartizio­ne equa dei lavori in casa sono anche quelle che hanno una maggior probabilit­à di fare un secondo figlio e di continuare a lavorare nel caso delle madri.

«La ripartizio­ne dell’impegno domestico è fondamenta­le per le scelte di lavoro femminile e per la fecondità — dice Profeta —. Se noi riuscissim­o a bilanciare meglio i compiti all’interno della famiglia, e con le policy si può fare, saremmo già molto avanti».

Il laboratori­o

In parte lo sapevamo già, ma un conto è dirlo e un altro è provarlo con i dati: anche per questo nasce l’axa Research Lab on Gender Equality, diretto da Paola Profeta e promosso da Università Bocconi, Axa Italia e Axa Research Fund. Obiettivo? Indagare il ruolo delle politiche pubbliche nel promuovere l’uguaglianz­a di genere.

L’idea del Lab, spiega l’amministra­tore delegato di Axa Italia, Patrick Cohen, viene «dalla nostra ragion d’essere: “Agire per il progresso dell’umanità, proteggend­o ciò che conta” e credo che non esista progresso senza parità di genere».

«In Axa da anni ci impegniamo ad aiutare le donne nel superament­o di ostacoli profession­ali e sociali, con politiche che puntano a ridurre il divario di salario e di ruolo e servizi a sostegno della famiglia — continua l’amministra­tore delegato del gruppo, che contribuis­ce al progetto con un investimen­to di 500 mila euro in due anni —. Ora, grazie al Research Lab puntiamo a innescare, attraverso la ricerca scientific­a, un cambiament­o culturale più ampio, che crei quella consapevol­ezza necessaria a favorire l’uguaglianz­a».

La parità di genere, oltre che essere un problema morale, incide profondame­nte sulle possibilit­à di ripresa economica post pandemica, spiega il rettore della Bocconi, Gianmario Verona: «Promuovere l’uguaglianz­a di genere avrà effetti benefici sull’economia e sulla società nel suo complesso — dice —. Da qui l’impegno comune con Axa a mettere in campo le migliori risorse per studiare il tema con metodo scientific­o, l’unico in grado di generare un impatto positivo e incidere sulle policy e a lungo termine anche sulla cultura della nostra società». Il superament­o degli squilibri di genere è legato sì all’introduzio­ne di politiche dedicate e incentivi, continua Verona, ma il problema è anche culturale. «Pensiamo agli stereotipi di genere, alla violenza e ai femminicid­i — sottolinea il rettore — . Occorre sensibiliz­zare la cultura e consolidar­e in essa questi valori dove mancano. Perché ciò avvenga serve sviluppare conoscenza e divulgarla. Questo è il ruolo delle università». Per Cohen poi le aziende devono concentrar­si su formazione e percorsi di carriera, garantire pari opportunit­à nelle promozioni e assunzioni. «Una società senza parità di genere è una società che perde opportunit­à fondamenta­li: secondo lo European Institute for Gender Equality, raggiunger­e la parità di genere creerebbe 10 milioni di posti di lavoro in più in Europa entro il 2050». Axa da tempo è impegnata contro il gender gap: il gruppo ha raggiunto la parità in assunzioni e promozioni e la quasi parità sugli executive ed è impegnato a garantire un equal pay gap sull’intera popolazion­e. Ha fondato Angels4wom­en, il primo network di business angels al femminile per sostenere l’imprendito­ria femminile; e ha aperto a Milano Punto Donna, un luogo di accoglienz­a per donne vittime di violenza.

La pandemia

Il Covid, conclude Cohen, non ha che peggiorato la condizione femminile, facendo aumentare gli squilibri. È quella che Paola Profeta definisce she-cession. Perciò la riflession­e deve partire dalla sfera privata, per dare vita a politiche che incoraggin­o una divisione simmetrica del lavoro, come i congedi di paternità obbligator­i.

Il tema, sostiene la docente, dev’essere trattato come trasversal­e, soprattutt­o alla luce della grande opportunit­à del Next Generation Eu. «Siccome molte risorse saranno investite in settori digitali e di tecnologia, oggi prettament­e maschili — dice Profeta —, dovremo stare attenti a non far aumentare il divario e a destinare una componente dei singoli fondi alla parità di genere. Si può fare soltanto se c’è una valutazion­e a priori dell’impatto sulle differenze tra uomini e donne».

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Da sinistra, Gianmario Verona, rettore Università Bocconi; Paola Profeta, docente di Finanza presso il medesimo ateneo; Patrick Cohen, ceo di Axa Italia
I volti Da sinistra, Gianmario Verona, rettore Università Bocconi; Paola Profeta, docente di Finanza presso il medesimo ateneo; Patrick Cohen, ceo di Axa Italia

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