A Piazza Affari «suona» la campanella per la parità di genere
Oggi il webinar di Borsa Italiana, Global Compact e Women in Etf
La campanella di Piazza Affari suona per la parità genere questa mattina, Giornata internazionale della donna, alle 9, in contemporanea ad altre 78 Borse nel mondo. Una mobilitazione per spingere l’acceleratore sulla questione femminile, non solo nella finanza, ma nell’universo del lavoro, della famiglia, della comunità. Stando alle stime dell’onu, se non cambiamo passo, impiegheremo infatti 257 anni per raggiungere la parità di genere, al netto della pandemia, che sta avendo ripercussioni pesantissime sull’occupazione e la qualità di vita delle donne.
Giunto alla settima edizione, «Ring the bell», quest’anno in versione digitale, è organizzato in partnership dai vari stock exchange nel mondo e in Italia coinvolge Borsa Italiana, Women in Etf, e il Global Compact delle Nazioni Unite. Dopo il benvenuto del ceo di Borsa Raffaele Jerusalmi e di Silvia Bosoni, head of ETFS, ETPS and open end Funds di Borsa, l’attenzione si sposterà su «Gender gap e finanza rigenerativa», coinvolgendo tre donne manager attive negli investimenti, che spiegheranno il senso di investire in aziende che danno spazio alla parità. La sensibilità sul tema è crescente: oggi, a livello globale, 397 miliardi di dollari sono investiti e gestiti tenendo conto di questioni relative all’uguaglianza di genere.
Del resto, recenti ricerche indicano che la piena partecipazione delle donne all’economia farebbe aumentare di 28 trilioni di dollari il Pil globale entro il 2025. «Per l’onu raggiungere la parità di genere, ovvero l’obiettivo numero 5 dell’agenda 2030, è prioritario tanto quanto risolvere la crisi climatica, si tratta di un mainstream globale — spiega Daniela Bernacchi, segretario generale del Global Compact in Italia, che terrà uno speech sul ruolo del settore privato per spingere il cambiamento, anche attraverso i principi e gli strumenti del patto globale delle Nazioni Unite —. Sappiamo che nelle aziende le imprese con più di una donna all’interno del cda rendono oltre il 3,7% in più ogni anno rispetto a quelle con un board completamente al maschile. La situazione attuale è che molte aziende sposano principi di parità, ma non ne misurano l’impatto, che invece andrebbe monitorato come si fa con le emissioni». Secondo l’onu, appena il 25% delle aziende lo fa, mentre il pay gap, la differenza di stipendio, è sempre un tallone d’achille: a livello globale, in media, la paga delle donne è il 16% in meno di quello degli uomini.
L’italia, Paese dove il 98% di chi ha perso lavoro a causa del Covid è donna, è al penultimo posto per tasso di occupazione femminile in Europa, «e siamo ultimi per la fascia di età under 35, il che è ancora più grave», rimarca Bernacchi. Secondo il World Economic Forum, abbiamo perso in quattro anni 26 posizioni nella classifica della parità, finendo al 76esimo posto. Se Patrizia Rutigliano, vicepresidente esecutivo per affari istituzionali Esg, comunicazione e marketing di Snam, ricorderà nel suo intervento «L’energia delle donne», a chiudere la giornata sarà Marina Famiglietti, a capo delle risorse umane di Borsa Italiana. «Siamo impegnati attivamente nel promuovere l’uguaglianza di genere soprattutto in un settore, quello finanziario, spesso prevalentemente maschile. All’interno del personale di Borsa Italiana il 35% è donna e il 36% delle posizioni manageriali sono coperte da donne. Inoltre il 43% dei responsabili che riporta direttamente all’amministratore delegato è donna — spiga Famiglietti —. Il nostro è un approccio olistico che comprende numerose iniziative, come WIN (Women Inspired Network), progetto che valorizza la leadership al femminile per farla crescere all’interno di ruoli organizzativi. Siamo inoltre attivi in progetti a sostegno della comunità femminile più ampia: in Zambia circa 5000 donne hanno potuto accedere all’educazione scolastica, rendendo possibile la loro autonomia e indipendenza. Abbiamo dato inoltre accesso a progetti di startup al femminile con background svantaggiati permettendo l’accesso ad ELITE in maniera gratuita». Con la convinzione che «la diversity rappresenti un valore imprescindibile per un’organizzazione».