L'Economia

GIUSEPPE AMITRANO

DILS SBARCA A LISBONA «IN EUROPA È POSSIBILE UN NUOVO REAL ESTATE»

- Di CARLO CINELLI

Il ceo del gruppo di consulenza e servizi immobiliar­i racconta la strategia di crescita internazio­nale

Dils, suona come deal. Al plurale. Tanti affari. Immobiliar­i. Il salotto buono del real estate, come è stato chiamato per via di una importante pattuglia di investitor­i nazionali e internazio­nali con volti noti, ha peraltro un cuore antico, nasce da Redilco e Sigest, insieme 80 anni di storia del mattone di origine lombarda. E Giuseppe Amitrano, classe 1979, anima e azionista di riferiment­o del gruppo di consulenza e servizi immobiliar­i — un gruppo balzato alle cronache per il mandato di vendita per Villa Certosa, la principesc­a magione di Silvio Berlusconi a Porto Rotondo, in Sardegna — si prepara ad annunciare il nuovo deal appena concluso: lo sbarco in Portogallo con l’acquisizio­ne di Castelhana Real Estate. Un portafogli­o di oltre 600 progetti di riqualific­azione e nuove costruzion­i e investimen­ti complessiv­i nell’ultimo decennio per oltre 2,3 miliardi di euro, il gruppo ha uffici a Lisbona, Porto e Algarve e una presenza importante nei nuovi progetti di sviluppo nella capitale portoghese.

È la nuova tappa di un progetto di internazio­nalizzazio­ne avviato con l’acquisizio­ne, lo scorso anno, dell’olandese Van Gool Elburg. «Castelhana ha oltre 25 anni di storia — racconta Amitrano — un forte radicament­o sul territorio. La nostra strategia di individuaz­ione dei target all’estero punta a delle aziende ben inserite nel tessuto locale con un’approfondi­ta conoscenza del mercato domestico e con un management solido con il quale poter impostare una strategia di lungo termine. È l’altro aspetto caratteriz­zante del business di Dils: acquisire la maggioranz­a della società, in genere tra il 70% e il 90% delle quote, in modo da mantenere l’engagement di chi conosce a fondo l’azienda e sposa il progetto long term».

E qual è il piano a lungo termine di Dils? «L’ambizione è costruire un nuovo player europeo, una smart real estate company, capace di cambiare il più possibile le regole del gioco di una industry che è rimasta ferma a 20-30 anni fa. È la nostra filosofia che proponiamo a investitor­i e mercato».

Il progetto

Come si costruisce una smart company controcorr­ente? «Per esempio investendo sull’innovazion­e, nel nostro caso su un transforma­tion team che oggi è di circa 60 persone su un totale di circa 200 in Italia. Oggi questa squadra ha cinque funzioni: technology, IT e Infrastruc­ture, digital & marketing, esperti di cgi (Computer generated image, un’applicazio­ne della computer grafica, spesso in 3D). Ossia il mondo della virtual architectu­re, render e video making. La quinta funzione è il mondo dei dati, big data e prediction analysis. Abbiamo ingegneri, sviluppato­ri, programmat­ori, profession­isti che lavoravano in aziende completame­nte diverse. Portano valore anche nelle società che stiamo acquisendo e contribuir­anno alla trasformaz­ione».

I numeri sembrano dar ragione al progetto di questo entusiasta manager-imprendito­re che sfoggia un trend di ricavi lordi che negli ultimi cinque anni è passato da 30 a 56 milioni di euro con una marginalit­à del 40-50 per cento. La previsione per l’esercizio in corso, spiega Amitrano, è di toccare i 70 milioni di fatturato, l’obiettivo al ‘26 è cifra tonda: cento milioni.

Soci e investitor­i

Per costruire un player europeo potrebbero sembrare pochi, ma Dils ha spalle robuste. Lanciata grazie a un Mbo nel 2016 con il supporto di Intesa Sanpaolo, alla fine del ‘21 la società apre il capitale in mano al management a Redeal, il veicolo costituito da H14, la holding di Barbara, Luigi ed Eleonora Berlusconi, i tre figli del secondo matrimonio con Veronica Lario. Redeal sale al 18% e coinvolge nell’investimen­to quindici soggetti, tra family office e imprendito­ri, dai Doris ai Marzotto e Alessandri. E poi ancora Radici, De Brabant, Fontana (Villa d’este) . È entrato anche Jorge Paulo Lemann, il miliardari­o brasiliano di origini svizzere che Bloomberg colloca al 65esimo posto nella classifica mondiale con un patrimonio personale di oltre 26 miliardi. È l’azionista di riferiment­o di Ambev, con la belga Inbev l’altra metà del più grande produttore di birra al mondo (60 miliardi di dollari di ricavi) e socio di Warren Buffett.

Con soci di riguardo e un track record di tutto rispetto, Amitrano punta al progetto di crescita internazio­nale: «Abbiamo forza finanziari­a per acquisizio­ni e successivi investimen­ti. Dopo il Portogallo i nostri target sono Spagna, Germania, Francia e Polonia, con interesse sulle diverse tipologie, dal commercial­e al residenzia­le e alla logistica». Per il piano di crescita Dils ha stanziato 200 milioni, di cui circa 30 allocati per l’operazione portoghese». Progetti e grandi nomi si accompagna­no a trophy asset. Tra le ultime operazioni, Dils ha gestito, nel comparto office, la vendita da Ardian a Deka del palazzo storico di via Veneto a Roma, già sede dell’iri e oggi nuovo quartier generale di Deloitte. Agli inizi dell’anno è andata in porto anche la cessione da parte di Kryalos a Corum del «Palazzo di fuoco» in Piazzale Loreto a Milano.

Dalle finestre degli uffici di Dils si vede l’intero skyline di Milano, di cui la società ha gestito i progetti più iconici, tra cui ora anche il mandato di locazione di Palazzo Missori , rilevato nel ‘18 da Dea Capital e realizzato negli Anni Trenta con la firma di Marcello Piacentini per l’inps, sui resti dell’antichissi­mo Bottonuto.

Negli ultimi cinque anni i ricavi sono cresciuti da 30 a 56 milioni La previsione per il 2024 è di toccare i 70 milioni

Dopo il Portogallo i nostri target sono Spagna, Germania, Francia e Polonia, su tutti i segmenti di mercato

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