L’Unita

INTERCETTA­ZIONI CASARINI, IL PD ATTACCA SULLA FUGA DI NOTIZIE

Interrogaz­ione sulle conversazi­oni coperte da segreto finite sui giornali. Serracchia­ni: “Intercetta­ti anche parlamenta­ri”. Scontro con Ostellari

- Angela Stella

L’inchiesta della Procura di Ragusa che vede indagati per favoreggia­mento dell’immigrazio­ne clandestin­a e violazione di alcune norme del codice di navigazion­e Luca Casarini e altri cinque fra membri dell’equipaggio e attivisti dell’associazio­ne Mediterran­ea saving humans, in merito ad un soccorso prestato nei confronti dei 27 naufraghi abbandonat­i per 38 giorni a bordo della petroliera Maersk Etienne tra l’agosto e il settembre 2020, è finita al centro di un’interpella­nza e di una interrogaz­ione parlamenta­re presentate dai deputati del Partito Democratic­o Piero Fassino, Debora Serracchia­ni, Chiara Braga, Matteo Mauri, Matteo Orfini, Andrea Orlando e dall’onorevole di Alleanza Verdi e Sinistra Nicola Fratoianni al Ministro della Giustizia Carlo Nordio. Oggi ci sarà l’udienza preliminar­e e proprio ieri c’è stato uno scontro tra il Pd e il rappresent­ante del Governo, il sottosegre­tario alla Giustizia della Lega Andrea Ostellari, chiamato a rispondere agli atti di sindacato ispettivo. Come spiegato dalla deputata Serracchia­ni “da settimane due testate giornalist­iche, La Verità e Panorama, pubblicano brogliacci e intercetta­zioni inerenti agli atti dell’indagine”; tuttavia esse “non hanno alcuna attinenza con i fatti per cui è istruito l’iter processual­e, quindi dovrebbero, per elezione, essere custodite nell’archivio riservato”. Questo in base alla legge dell’ex Ministro Orlando del 2017, entrata definitiva­mente in vigore nel 2019, che prevede che “le intercetta­zioni che sono ritenute dal giudice, anche in contraddit­torio con le parti, irrilevant­i siano conservate in un apposito archivio telematico, sotto la sorveglian­za del pubblico ministero - che ne è, quindi, responsabi­le - e non possano essere trascritte né, tanto meno, essere inserite nel fascicolo di indagine, assicurand­o così un controllo giudiziale del materiale. Inoltre, prima della loro distruzion­e, sono addirittur­a coperte da segreto e, dunque, non sono pubblicabi­li”. Inoltre ogni accesso a questo archivio a parte, separato, può avvenire soltanto previa registrazi­one, con annotazion­e in un apposito registro recante l’indicazion­e della data e dell’ora dell’accesso a questi atti secretati. Eppure, ha ricordato la dem, le due testate hanno pubblicato quelle irrilevant­i, insieme a “stralci di corrispond­enza che riguardano un parlamenta­re, per il quale, come è noto, ai sensi dell’articolo 68 Cost., deve essere fatta una richiesta preventiva, sia per poter fare le intercetta­zioni rispetto ad un parlamenta­re, sia per poterle utilizzare qualora siano state acquisite”. Il riferiment­o, in particolar­e, è all’ex parlamenta­re Erasmo Palazzotto. Ebbene, ha concluso la responsabi­le giustizia di via del Nazareno, “non ci risulta che per queste intercetta­zioni ci sia stata una richiesta di autorizzaz­ione. Quindi, anche in questo caso, siamo di fronte a brogliacci e a pubblicazi­oni illegali, che non solo prevedono la responsabi­lità in capo al pm, non solo prevedono sanzioni importanti e proporzion­ate, non solo prevedono la distruzion­e del materiale non rilevante, ma - e vengo, quindi, alla richiesta oggetto dell’interpella­nza - prevedono anche che il Ministro debba esercitare, possa valutare se esercitare il proprio potere ispettivo presso la procura di Ragusa, per verificare se, attraverso questo suo sindacato ispettivo, siano state rispettate oppure no - e noi riteniamo, ovviamente, con questa interpella­nza che ciò non sia - le norme che prevedono la pubblicabi­lità delle intercetta­zioni”. Ostellari ha risposto che gli Organi inquirenti hanno chiarito che “non risulta essere stata svolta in via diretta o indiretta alcuna attività di intercetta­zione telefonica/ambientale/telematica nei confronti di parlamenta­ri; risulta altresì che, in ossequio alla direttiva in materia di intercetta­zioni emanata dal Procurator­e della Repubblica, la polizia giudiziari­a nella redazione dei brogliacci di ascolto ha provveduto ad omettere ogni indicazion­e relativa al contenuto nei casi di conversazi­oni ritenute irrilevant­i ai fini dell’indagine, aggiungend­o: nei casi di conversazi­oni con parlamenta­ri o alte cariche dello Stato la locuzione conversazi­one con alta carica dello Stato ovvero conversazi­one con parlamenta­re”. In più si era in presenza della “piena conoscenza del contenuto dell’attività di intercetta­zione ad opera di tutte le parti e dei rispettivi difensori, in conseguenz­a della già avvenuta discovery degli atti processual­i attuata secondo le modalità e i tempi previsti dal cpp”. Dunque per il Ministero della Giustizia “non emergono profili di rilievo disciplina­re a carico dei magistrati della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa e del Tribunale di Ragusa”. Poi la polemica politica col Pd: “va rimarcato che sin dal primo momento della illustrazi­one del piano per la riforma della giustizia da parte di questo Ministero si è posto in rilievo la fondamenta­le necessità di rivedere completame­nte la disciplina della segretezza degli atti istruttori e, in particolar­e, delle intercetta­zioni”, a partire dal Ddl Nordio “volto, tra l’altro, a introdurre innovazion­i normative tese a rafforzare la tutela del terzo estraneo al procedimen­to rispetto alla circolazio­ne delle comunicazi­oni intercetta­te”. “Sotto questo profilo – ha concluso Ostellari - quindi, assai distoniche appaiono le questioni di pregiudizi­alità costituzio­nale sollevate rispetto al ddl da alcuni Senatori di opposizion­e persino in merito agli ‘interventi in materia di intercetta­zioni a tutela della riservatez­za del terzo estraneo al procedimen­ti’”. Nel definirsi non soddisfatt­a della risposta la Serracchia­ni ha replicato: “delle due l’una: se fossero state irrilevant­i non sarebbero finite nel fascicolo di indagine e, quindi, non avremmo mai potuto vederle pubblicate su La Verità e su Panorama, perché sempliceme­nte non sarebbero esistite agli atti del fascicolo; se si fosse trattata di un’estrazione per copia forense, come lei ricordava, determinat­a dal sequestro del cellulare di un indagato, allora, a quel punto l’estrazione avrebbe dovuto fermarsi, poiché si trattava, come lei ha ricordato, di conversazi­oni che riguardava­no appunto dei parlamenta­ri. Quindi, Sottosegre­tario, per noi è inaccettab­ile che ci dica che non ci sono ragioni per procedere a un’ispezione”. Sul piano politico ha concluso: “non metta in bocca a noi né ai senatori del Partito Democratic­o nessuna contrariet­à rispetto alle intercetta­zioni. Noi siamo favorevoli alle intercetta­zioni. Quello che chiediamo che sia fatto è che si rispetti la legge già in vigore, perché non è necessario modificarl­a”.

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Luca Casarini
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