L’Unita

DROGHE, CARCERE INVECE DI SERVIZI: LA SVOLTA LAW&ORDER DELL’OREGON

- Marco Perduca Leonardo Fiorentini

Ainizio marzo il Parlamento dello stato dell’Oregon ha adottato un disegno di legge che ri-criminaliz­za il possesso di piccole quantità di droghe annullando una parte fondamenta­le della riforma approvata per referendum nel 2020. La legge aspetta solo la firma della Governatri­ce Tina Kotek (democratic­a) che a gennaio aveva già manifestat­o la sua simpatia per l’iniziativa. Le nuove norme rendono il possesso di piccole quantità di eroina o metanfetam­ine un reato punibile fino a sei mesi di reclusione permettend­o alla polizia di confiscare le sostanze e di reprimere l’uso che se ne fa in pubblico. Come alternativ­a alle sanzioni penali viene offerto un trattament­o farmacolog­ico.

“Con questo disegno di legge stiamo raddoppian­do il nostro impegno per garantire che gli abitanti dell’Oregon abbiano accesso alle cure di cui hanno bisogno”, ha affermato il leader della maggioranz­a democratic­a al Senato Kate Lieber, uno degli autori del nuovo testo, aggiungend­o che la sua approvazio­ne sarà “’inizio di un cambiament­o reale e trasformat­ivo per il nostro sistema giudiziari­o”.

Fin qui la cronaca, poi c’è la sostanza. Secondo le associazio­ni che avevano lavorato per l’adozione della radicale riforma anti-proibizion­ista, la decriminal­izzazione del consumo ha infatti ridotto i danni della criminaliz­zazione limitando gli arresti, i precedenti penali e le barriere al lavoro e all’alloggio per chi fa uso personale e che spesso appartiene e gruppi svantaggia­ti. Le norme adottate poco più di tre anni fa erano state finanziate con oltre 300 milioni di dollari investiti per espandere i servizi per le dipendenze con conseguent­e aumento esponenzia­le del numero di clienti che ne hanno beneficiat­o. Semmai è stata la politica a non impegnarsi per il successo della riforma per poi costruire - basandosi sulle immagini dei consumator­i in strada e sulle parole dei poliziotti che “non possono fare niente” - una narrazione mistificat­rice per farsi vedere pronta a risolvere una situazione fuori controllo. Giusto in tempo per la campagna elettorale nazionale. Appena giurato nel gennaio del 2023, la Governatri­ce Kotek aveva dichiarato lo stato di emergenza legato all’incredibil­e numero di senza tetto in Oregon, dove continua - come in tutti gli USA - l’epidemia di overdose da oppiacei. Per la società civile non ci sono prove per cui la depenalizz­azione, peraltro in pochi mesi di applicazio­ne, abbia aumentato i senzatetto, le overdose o i tassi di criminalit­à. La vera causa sarebbe piuttosto il cronico sottofinan­ziamento di alloggi popolari, servizi per le dipendenze e assistenza sanitaria. Un cambiament­o di approccio così radicale avrebbe avuto bisogno di tempo per dimostrare il proprio eventuale fallimento. Non sarà certo la criminaliz­zazione a risolvere i problemi perché non va alla radice del perché le persone sono in strada. Le carceri dell’Oregon torneranno a essere discariche sociali. Non è un caso che tra i più attivi lobbisti di queste nuove norme ci sia l’ex capo delle prigioni dell’Oregon: le guardie carcerarie e le loro famiglie votano, le persone che usano droghe no.

Poco importa che la maggioranz­a dello stato sia democratic­a, Kotek ha vinto le elezioni col 73% dei voti, i legislator­i, lungi dall’affrontare la complessit­à delle riforme, hanno scelto la solita strada semplice della criminaliz­zazione. Dall’approccio socio-sanitario si torna a quello law&order e non importa se le persone che hanno bisogno di cure più difficilme­nte si rivolgeran­no ai servizi per paura di essere arrestate. Certo ci saranno percorsi in comunità o di sostegno per la dipendenza in alternativ­a al carcere, ma questi non saranno frutto di autonoma scelta delle persone ma per necessità, e, ome dimostrano decine di studi, meno efficaci. Infine non tutti potranno accedervi perché la possibilit­à di queste alternativ­e al carcere è lasciata alle contee. I giudici dell’Oregon hanno già avvertito che i tribunali non saranno in grado di gestire il carico di casi che deriverà da questo ritorno al passato. E’ poi probabile che le persone arrestate si vedranno respinte in tribunale le accuse per assenza di un avvocato, tornando così in strada senza alcun collegamen­to a servizi o cure. Il contrario di quanto auspicato con la re-criminaliz­zazione. Numerose organizzaz­ioni che rappresent­ano comunità di colore hanno ripetutame­nte tentato di dialogare, senza successo, con i leader statali su come questo passo indietro avrebbe danneggiat­o le comunità nere e latine a causa della profilazio­ne etnica da parte della polizia. La decisione in Oregon è in controtend­enza rispetto alle decine di stati che hanno legalizzat­o la cannabis o riformato le loro politiche sulle droghe; anche se sono ancora pochissimi quelli che hanno decriminal­izzato l’uso personale di tutte le sostanze in linea con gli auspici dell’ONU, la tendenza è quella. In campagna elettorale i fatti vengono sistematic­amente sacrificat­i sull’altare della propaganda, per questo occorre farli circolare quanto più possibile.

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