L’Unita

GAZA, LA MATTANZA DELLE DONNE L’ONU: “UCCISE 10MILA IN 6 MESI”

Il rapporto delle Nazioni unite: “Tra le vittime 6mila madri che lasciano 19mila orfani”. L'Unicef: "Ogni 10 minuti un bambino ammazzato o ferito"

- U. D. G.

Asei mesi dall’inizio della guerra, 10mila donne palestines­i a Gaza sono state uccise, tra cui circa seimila madri, lasciando 19mila bambini orfani”. È quanto si legge in un rapporto delle Nazioni Unite, aggiungend­o che più di un milione di donne e ragazze palestines­i nella Striscia di Gaza stanno soffrendo una “fame catastrofi­ca”, con quasi nessun accesso al cibo, all’acqua potabile, a servizi igienici funzionant­i o all’acqua corrente. “Le donne sopravviss­ute ai bombardame­nti soffrono quotidiana­mente la fame, le malattie e hanno una paura costante. La guerra a Gaza è senza dubbio una guerra contro le donne, che stanno pagando un prezzo alto per una guerra che non hanno provocato”, ha affermato Susanne Mikhail, direttrice regionale di Un Women durante una conferenza stampa a Ginevra.

Altra testimonia­nza scioccante è quella di Tess Ingram, Specialist­a di Comunicazi­one dell’Unicef. “Ho lasciato Gaza lunedì dopo esserci stata per due settimane – raccontaÈ stata la mia seconda missione a Gaza quest’anno. Ciò che mi ha colpita di più è stato il numero di bambini feriti. Non solo negli ospedali, ma anche nelle strade, nei loro rifugi improvvisa­ti. Continuano a vivere le loro vite, ormai permanente­mente alterate. Questi bambini sono diventati i volti della guerra in corso. Dalle devastanti ferite riportate negli attacchi aerei, al trauma di essere stati coinvolti in scontri violenti, le loro storie compongono un quadro straziante delle conseguenz­e umane del conflitto.

Immaginate di essere perquisiti, lasciati nudi e interrogat­i per ore. Quando vi dicono che siete al sicuro e potete andarvene, vi allontanat­e rapidament­e per strada, pregando. Ma poi vi sparano addosso. Vostro padre viene ucciso e un proiettile vi penetra nel bacino nudo causando gravi lesioni interne ed esterne che richiedera­nno un intervento chirurgico di ricostruzi­one. In un ospedale da campo a Khan Younis, Yousef mi ha raccontato che gli è successo questo. Ha 14 anni.

Nelle ultime due settimane ho anche incontrato una bambina di 9 anni con gravi ferite aperte a causa di un’esplosione; una ragazza di 16 anni, orfana e con una gamba rotta; un ragazzo di 13 anni che si sta ancora riprendend­o tre mesi dopo una difficile amputazion­e del braccio senza anestesia; e un bambino di 10 anni in terapia intensiva dopo essere stato colpito alla testa mentre comprava delle erbe: è morto il giorno dopo.

Sono solo 5 bambini fra tutti quelli feriti negli ultimi sei mesi. Ne ho incontrati tanti altri e ci sono migliaia di storie simili, probabilme­nte molte di più di 12.000. Con 1 bambino ucciso o ferito ogni 10 minuti, prima di tutto, è necessario un cessate il fuoco. È l’unico modo per fermare l’uccisione e la mutilazion­e di bambini. I loro corpi distrutti e le loro vite spezzate sono una testimonia­nza della brutalità che è stata imposta loro.

Dal suo letto d’ospedale a Khan Younis, Yousef mi ha chiesto di riferire questo: “Fermate la guerra, è abbastanza. Siamo bambini, che colpa abbiamo? Sono stato colpito da questo sparo; qual è la mia colpa per soffrire in questo modo?”.

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