La Cucina Italiana

“Ho provato a lavorare le nostre olive con processi insoliti. Così, da saporite e intense, le ho rese delicate ed eteree”

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Savino Muraglia, managing director di Frantoio Muraglia Prendete un ottimo olio extravergi­ne, ossia ottenuto da olive di qualità lavorate ad arte, e dategli un abito adeguato, che unisca artigianal­ità e tradizione: otterrete un prodotto che incarna tutto il gusto, estetico e gastronomi­co, dell’Italia. E avrete anche ripercorso la storia del Frantoio Muraglia e del suo olio che, da Andria, viene spedito in 45 paesi all’interno di inconfondi­bili orci di terracotta fatti a mano. Impossibil­e non notarli da Harrods a Londra, ai Magazzini Gum di Mosca, da Shinsegae a Seul, da Dean & DeLuca a New York o, anche in versione mignon, sui tavoli di ristoranti stellati, come Angelo Sabatelli a Monopoli o Il Pellicano a Porto Ercole. Mica male per un extravergi­ne che, solo una decina di anni fa, era venduto a grossisti e finiva miscelato con altri oli in bottiglie anonime. Uno smacco per un prodotto eccellente, per una famiglia appassiona­ta e competente e, soprattutt­o, per il giovane Savino Muraglia, il “piccolo” di casa. Al punto da fargli decidere, neppure trentenne, di lasciare una promettent­e carriera nella finanza per impegnarsi nell’azienda e cambiarne il corso. Come? Mettendoci il nome e la faccia, e portando l’olio nei negozi gourmet di tutto il mondo. Ma bisognava farsi notare. “Sono partito dalla mia passione per la ceramica pugliese e ho pensato che sarebbe stata il vestito giusto per il nostro extravergi­ne”, spiega Savino Muraglia. “E ho fatto centro: quando ci siamo presentati nelle grandi fiere internazio­nali, in mezzo a decine di concorrent­i, siamo riusciti ad attrarre l’attenzione delle principali catene distributi­ve mondiali. Oggi, otto anni dopo, realizziam­o il 60% del nostro fatturato all’estero. E continuiam­o a creare delle novità, come l’olio biologico, appena presentato”.

Ma dietro il “vestito” che cosa c’è?

Un prodotto di alta qualità, che nasce dalla cultura olearia pugliese e dall’esperienza di una famiglia che ha una storia di tradizione alle spalle. Ne faccio un punto d’orgoglio e penso che per i consumator­i sia una importante garanzia. Quello che mi sta a cuore è fare cultura sull’olio e spiegare come utilizzarl­o a tavola e in cucina. Non vorrei mai che l’extravergi­ne diventasse un condimento banale, sempre uguale a se stesso, come succede dove si fanno i grandi numeri.

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