La Cucina Italiana

SPUMANTE

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“Alfiere” Metodo Classico Zero Dosaggio Croci (18 euro). Un brindisi per accogliere gli ospiti e poi comincia il pranzo. Serve un vino duttile, piacevole per un aperitivo, ma adatto anche ad accompagna­re il delicato antipasto di terrina, il gusto più deciso dei raviolini e la freschezza degli involtini di bietola. Arriva dalle colline di Castell’Arquato questo spumante a base di ortrugo, un vitigno autoctono piacentino poco conosciuto fuori dei confini regionali, ma meritevole di essere scoperto. Si serve a 10 °C. BIANCO Collio Chardonnay La Castellada (27 euro). Quando in tavola compare la millefogli­e di patate, con la sua burrosa suadenza, è il momento di servire questo Chardonnay friulano, affinato in piccole botti di rovere e prodotto sui colli di Oslavia dai fratelli Bensa. È un vino di stile classico – quasi francese –, che ha sostanza senza mancare di eleganza; si abbina bene anche con il gusto vegetale e il tocco farinoso degli involtini di bietola con i ceci. Si apre un’ora prima e si serve a 12 °C. ROSSO Colli Piacentini Gutturnio “Tournesol” Lusenti (27 euro). Per la grassezza e la sontuosità dell’oca ripiena non c’è niente di meglio di questo Gutturnio; prodotto con uve barbera e bonarda, sui colli piacentini della Val Tidone, è un vino molto territoria­le, con un carattere energico e gioviale, come la sua produttric­e, Lodovica Lusenti, che ha ereditato l’azienda fondata dal papà Gaetano negli anni Sessanta. La sua spuma vivace è ottima per rinfrescar­e e preparare il palato al boccone successivo. Si serve a 15-16 °C. DOLCE Orvieto Classico Superiore “Muffa nobile” Palazzone (27 euro, 37,5 cl). La cremosità dell’alberello di bignè è qui sottolinea­ta dall’untuosità del vino, in un ghiotto abbinament­o per concordanz­a. Il “Muffa nobile”, prodotto nella zona storica della denominazi­one Orvieto, è ottenuto dal grechetto, il vitigno bianco del territorio, completato da sauvignon e procanico. Al carattere fruttato ed erbaceo delle uve si somma la dolcezza data dalla “muffa nobile”, che fa appassire i grappoli e che dà nome al vino. Si serve a 9-10 °C.

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