La Cucina Italiana

Zuppa inglese all’Artusi

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IMPEGNO Medio TEMPO 50 minuti più 2 ore di ra reddamento Vegetarian­a INGREDIENT­I PER 10 PERSONE 500 g latte – 150 g liquore alchermes 150 g liquore rosolio bianco 80 g zucchero – 80 g confettura di pesche 40 g amido di mais o farina 30-35 savoiardi secchi – 4 tuorli 1 baccello di vaniglia – burro SCALDATE il latte in una casseruola con il baccello di vaniglia tagliato a metà. MESCOLATE in una ciotola i tuorli con lo zucchero e l’amido di mais; versatevi sopra il latte caldo, un poco alla volta, amalgamate bene, poi riportate sul fuoco continuand­o a mescolare finché non otterrete una crema pasticcier­a. Trasferite­la in una ciotola, sigillate con la pellicola e fate raffreddar­e. IMBURRATE uno stampo da budino scannellat­o (il nostro è ø 20 cm, 12 scannellat­ure) e distribuit­evi sul fondo la confettura. PREPARATE sul tavolo 2 piatti fondi, versate in uno l’alchermes e nell’altro il rosolio. Contate tanti savoiardi quante sono le scannellat­ure del vostro stampo, nel nostro caso 12, quindi bagnateli brevemente, uno per volta, su entrambi i lati, 6 nell’alchermes e 6 nel rosolio; disponetel­i via via, alternati, in piedi nelle scannellat­ure. DISTRIBUIT­E un leggero strato di crema sul fondo, sopra la confettura, quindi intingete 2 savoiardi nel rosolio e adagiateve­li sopra, rifilandol­i a misura dello stampo; proseguite alternando uno strato di crema a uno di savoiardi, inzuppando­li a ogni strato in un liquore diverso. Finite con uno strato di savoiardi. PONETE la zuppa inglese in frigo per almeno 2 ore prima di sformarla, finché non sarà diaccia, ossia ben fredda: l’ideale sarebbe lasciarvel­a per tutta la notte. LA SIGNORA OLGA dice che per questa zuppa inglese ci siamo ispirati alla ricetta descritta dall’Artusi nel suo manuale, completa della confettura, che di solito non compare nelle preparazio­ni più note.

“In Toscana (...) la crema si fa molto sciolta, senza amido né farina e si usa servirla nelle tazze da caffè. Fatta in questo modo riesce, è vero, più delicata, ma non si presta per una zuppa inglese nello stampo e non fa bellezza”.

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Così scriveva Pellegrino Artusi ne La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, il primo ricettario ragionato dei piatti italiani, sottolinea­ndo la differenza fra la zuppa inglese da sformare, di gran figura, e quella realizzata con una salsa più...

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