Lo spada alla ghiotta secondo Davide Oldani
QUELLO CHE LA TRADIZIONE SICILIANA UNISCE IN UN RAGÙ, IL CUOCO SEPARA OTTENENDO UN PIATTO DI ELEGANZA DISTACCATA E SAPORI NETTI, CON L’INVITO A GIOCARLI PER CREARE LA “PROPRIA” VERSIONE
Il gladiatore del mare: così gli abitanti delle città sullo Stretto chiamano il pesce spada, che fin dai tempi dei Fenici si pesca in questa zona con le feluche, tipiche barche con altissimi pennoni per avvistare il pesce e con una lunga passerella per fiocinarlo. La caccia a questo gigante ha da sempre ispirato un rispetto quasi sacro ai pescatori, che ancora oggi lo catturano seguendo antichi rituali, “incantandolo” con misteriose cantilene in una lingua di origine greca, ormai incomprensibile, e tracciando la “cardata da cruci” sulla guancia dell’animale: un graffio a croce quadrupla, segno di vittoria e tributo d’onore. Dal mare alle pescherie, l’imponente testa del “pisci spata” con la sua lama viene spesso esposta come trofeo di fianco ai pregiati tagli della sua polpa, a cui la gastronomia isolana ha dedicato tante diverse ricette. A Messina, la preparazione più tipica è “alla ghiotta”: con pomodoro, olive, pinoli, uvetta e, a volte, patate tagliate a dischi o pisellini freschi. Il saporito sugo di cottura condisce anche ottime paste asciutte.
LA RICETTA TRADIZIONALE
IMPEGNO Facile TEMPO 40 minuti INGREDIENTI PER 4 PERSONE 450 g pesce spada tagliato in 8 fettine 400 g pomodori maturi 25 g pinoli sgusciati 25 g uvetta 8-10 olive snocciolate 2 spicchi di aglio 1 cipolla 1 gambo di sedano 1 cucchiaio di capperi dissalati farina – olio extravergine di oliva – sale METTETE a bagno l’uvetta in una tazza di acqua; tagliate a pezzetti i pomodori e privateli dei semi. PULITE le fettine di spada, infarinatele e friggetele in una padella con 6 cucchiai di olio. Toglietele dalla padella. UNITE nel fondo di cottura la cipolla affettata e gli spicchi di aglio schiacciati,