Un piatto tutto propaganda
NEL 1941 LA VITA POLITICA DOMINAVA ANCHE LA TAVOLA QUOTIDIANA. COME DIMOSTRA QUESTA RICETTA, OMAGGIO AD ALLEANZE E STRATEGIE DI GUERRA
Non c’è piatto meno saporito di quello che non esprime il tempo in cui vive, affermava un grande filosofo. Da questo punto di vista, La Cucina Italiana ne è stata una testimonianza esemplare, positiva o negativa a seconda dei punti di vista, raccontando l’epopea del fascismo dal punto di vista gastronomico. Le pagine di quegli anni sono affollate di ricette autarchiche, di cronache di eventi, di immagini del Duce. Ne è una dimostrazione il piatto che abbiamo scelto dalla rubrica “Ricette di cucina della Spagna amica” all’indomani della decisione di Mussolini di inviare 50.000 soldati del Corpo truppe volontarie a sostegno dell’amico e alleato Francisco Franco nella Guerra civile spagnola. La rubrica non aveva cadenza fissa ma usciva all’occorrenza per sottolineare amicizia e appoggio morale. La storia racconta come il contributo italiano, insieme a quello tedesco, fu decisivo per la vittoria del dittatore spagnolo che ben presto restituì il favore. Nel 1941 Hitler diede il via alla gigantesca Operazione Barbarossa volta all’occupazione della Russia, in cui furono impiegati più di sette milioni di soldati, italiani compresi. Benché la Spagna si fosse dichiarata ufficialmente neutrale, in quell’occasione il generale Franco, per saldare il debito, radunò e spedì in battaglia circa 18.000 volontari. I combattenti indossavano un copricapo con i colori della bandiera spagnola, rosso e giallo. Gli stessi di questo “Vitello al berretto rosso e giallo” che suona come un incoraggiamento alle massaie italiche a sostenere la lotta anche davanti ai fornelli. Perché, come si legge nelle prime pagine del numero di giugno ’41, “la casa è un microcosmo: quello che noi faremo in casa nostra, moltiplicato per dieci milioni di famiglie di massaie, rappresenterà un contributo essenziale alla vittoria definitiva della Patria”. (S. Cornaviera www.massaiemoderne.it)