Sarà un anno buonissimo
Quando sta per iniziare un nuovo anno (e per me il 2018 per ragioni anagrafiche sarà significativo), penso sempre a una piccola lista di buoni propositi. Per questo vorrei aprire un dibattito su come cuciniamo e su come dovrebbe essere il nostro approccio al cibo e alla spesa nel prossimo futuro. La missione de La Cucina Italiana oggi come «giornale di gastronomia per le famiglie e per i buongustai», come recita la prima edizione del 1929, è cominciare un percorso che porti alla stesura di un vero e proprio manifesto, dove stagionalità farà sempre rima con bontà, i grassi ci saranno in misura adeguata a soddisfare palato e spirito senza appesantire il girovita, scenderanno le quantità di sale a favore della sapidità naturale degli ingredienti, mentre le uova saranno quelle di galline che razzolano libere in un pollaio all’aria aperta e non tenute come in una prigione. È il mio primo buon proposito: nutrire sempre meglio le persone che mi circondano, inclusi voi che mi leggete, con meno disturbo al pianeta e per la gioia dei millennials, più preoccupati delle sorti dell’ambiente rispetto alle generazioni che li hanno preceduti. Più qualità, meno quantità, più condivisione e amore per la tavola. La lista delle riflessioni da inserire nel manifesto è lunga e vorrei che partecipaste a questo dibattito insieme a cuochi e addetti ai lavori scrivendo alla mia mail. Intanto iniziamo l’anno con un numero tutto light ma con molto gusto, ricette facili e adatte per ingranare il 2018 con la spinta giusta. Auguri! P.S. In marzo compio 50 anni.