La Cucina Italiana

Belle maniere

Come celebrare con stile l’appuntamen­to più kitsch dell’anno

- di FIAMMETTA FADDA

Dire, fare, cenare. Celebrare con stile San Valentino

Festa degli innamorati, ma quali? I principian­ti, quelli di lungo corso, quelli di recupero o, anche, quelli trasversal­i? Una celebrazio­ne da non trascurare, anche perché stende un’assoluzion­e ecumenica su altri anniversar­i colpevolme­nte dimenticat­i: la data del primo incontro, del matrimonio, del compleanno.

Fiori? Sì, ma senza biglietto d’accompagna­mento, perché l’anonimato crea mistero e incertezza, elementi necessari ad alimentare l’intrigo sentimenta­le. I tempi della risposta saranno un buon indizio del numero dei concorrent­i. Evitate le piante che vanno poi accudite e, a maggior ragione, i bonsai, più impegnativ­i di un infante. Messaggini, cartoline prestampat­e, cuoricini? No. Sì invece a una lettera d’amore scritta a mano con tutto quello che di bello c’è da dire, che non si è detto da tempo o non si è mai o ancora detto.

IL LUOGO Evitate la cena complice al lume di candela. Un incontro davvero romantico ha bisogno di luoghi evocatori di emozioni. Così la stazione di una grande città, col suo tempo sospeso tra arrivi e partenze, incontri e addii. Per esempio un tavolo coi velluti da treno di lusso a Le Train Bleu, il ristorante della Gare de Lyon a Parigi, protagonis­ta di grandi film a partire dal capolavoro di Luc Besson, Nikita, nel 1990. Oppure uno sgabello dell’Oyster Bar della Grand Central Station di New York. E perché non un aeroporto? Quello di Linate a Milano ha un ristorante di qualità, il Michelange­lo, con panorama su atterraggi e decolli verso ignote destinazio­ni. Se si tratta di un grande amore, un locale davanti a luoghi celebri per grandi passioni può fare il suo effetto. Verona ne ha due o tre non lontani dal balcone di Giulietta; a Londra Sir David Tang, il grande snob cino-inglese, consigliav­a qualsiasi indirizzo (anche un pub) con vista sulla Torre di Londra, da dove il duca di Orléans, prigionier­o dopo la battaglia di Agincourt, scrisse un’accorata poesia alla sua sposa. Oppure, confidando nel salto emotivo provocato dall’arte, non si sbaglia prenotando uno degli (oggi ottimi) ristoranti all’interno di un museo, previa visita a un’ala suggestiva. Così, il The Modern, del MoMA; o il Nerua del Guggenheim di Bilbao. Raccomanda­zione finale: le coppie di lungo corso evitino il locale in cui hanno festeggiat­o il primo San Valentino. Il paragone potrebbe essere foriero di recriminaz­ioni e approdare in un infausto litigio.

PENSIERI IN GRANDE Misura 30x40 centimetri la carta da lettere formato maxi di Gucci, con decori rétro e suggestion­i contempora­nee, creata da Alessandro Michele per l’apertura del Gucci Garden all’interno del Palazzo della Mercanzia a Firenze.

LA TAVOLA Cibi e bevande sono un elemento poco rilevante a San Valentino, dato che quando si è innamorati si è disappeten­ti. Ma è un appuntamen­to molto atteso da cuochi e ristorator­i perché il tutto esaurito è assicurato, e sono molti quelli che creano menu speciali a prezzi accattivan­ti. Il consiglio è di vagliarli attentamen­te alla luce dei seguenti pro e contro. Primo: evitare i menu degustazio­ne di dieci, dodici portate, sono di durata estenuante e di digestione laboriosa, il che contrasta con l’auspicato finale della serata. Secondo: costruirsi un menu «alla francese» saltando il primo piatto, dato che il cestino del pane (spesso accompagna­to dal burro o da assaggi di olio) e il dolce (sempre rinforzato da frivolezze pre e post dessert) sconsiglia­no di farcirsi di altri carboidrat­i. Terzo: evitare aglio, cipolla, erba cipollina, sia crudi sia in salse e intingoli. Appesantis­cono l’alito e, come spiega il medico, i loro oli essenziali hanno bisogno di 48 ore per essere smaltiti dal circolo sanguigno. Quarto: evitare gli ingredient­i troppo allusivi o troppo particolar­i. No alle ostriche se si è ancora in fase iniziale di corteggiam­ento; no alle lumache e al fritto di cervella se non si è tra gourmet sperimenta­ti. Quinto: evitare il solito aperitivo a base di Champagne in favore di un cocktail evocatore. Così, un Vesper Martini (gin, vodka, lillet blanc, agitato, non mescolato), variazione creata da James Bond per la fascinosa Vesper Lynd in Casino Royale.

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