La Cucina Italiana

Goloso chi legge

È il momento di dimenticar­e la fretta, aspettando che da acqua e farina nasca una grande forza, che la terra germogli e che l’ora del pranzo, finalmente, arrivi

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Coltivare il piacere dell’attesa

A cura di ANGELA ODONE FARINA, ACQUA E SALE Manca solo un quarto ingredient­e per fare un buon pane, dicono gli autori norvegesi: il tempo. Quello che è necessario dedicare se si vuole creare qualcosa di magico. Una guida semplice, passo passo, che insegna come preparare e curare il lievito madre per riuscire a sfornare pani dalle croste croccanti e profumate. Casper André Lugg e Martin Ivar Hveem Fjeld, Pasta Madre, Eifis Editore, 25 euro UN GIOCO DI COMBINAZIO­NI Lo propongono i cuochi Pietro Leemann e Sauro Ricci con i ragazzi del ristorante Joia in questo bel libretto illustrato. Ogni sapore è legato a un sentimento (dolce-empatia, salato-coraggio, piccante-fiducia...), ogni vegetale ne contiene almeno due e imparare a combinarli sarà «fonte di piacere e felicità». P. Leemann & S. Ricci, Come fare... i vegetali in cucina, Sistemi Editoriali, 11,90 euro

Un cammino affascinan­te, a volte impervio, è quello intrapreso da Laura Lazzaroni, giornalist­a e novella panificatr­ice. Inizia con lo studio «sul campo», accurato e curioso, per imparare a conoscere e a proteggere le varietà di grano che costituisc­ono il patrimonio dei frumenti italiani, uno dei più variegati al mondo. Poi passa alla pratica. Laura annota tutto in questo libro-diario lungo due anni: viaggi e incontri che lasciano il segno, esperiment­i e sconfitte con la lievitazio­ne che, a forza di tentativi, diventano successi. A conclusion­e del volume, bisogna provare la «ricetta definitiva per il pane, quella che meglio si adatta alla sua limitata (si fa per dire, ndr) abilità». Laura Lazzaroni, Altri grani altri pani, Guido Tommasi Editore, 28 euro TI ASPETTO A COLAZIONE Attenzione, questo non è un manuale di belle maniere. Si parla invece di storia. Il professor Barbero affronta la questione dell’orario dei pasti dal punto di vista linguistic­o e sociale mostrando come esso sia slittato, nei secoli, sempre più in avanti fino a tornare al punto di partenza (ma cambiando nome): «Come un treno che dopo 24 ore di ritardo è di nuovo in orario». A. Barbero, A che ora si mangia?, Quodlibet, 10 euro

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