La Cucina Italiana

IL CUOCO E L’AMBASCIATO­RE

Ventidue anni fa Dario Pizzetti rispose a un’inserzione. Gli parlarono in inglese. Da allora nutre presidenti, principi e diplomatic­i anglosasso­ni incrociand­o accenti british e amatrician­a. Senza mai muoversi da Roma

- Testi ROBERTO ZICHITTELL­A, Foto GIACOMO BRETZEL

Nei riceviment­i a Villa Wolkonsky, residenza dell’ambasciato­re del Regno Unito in Italia, arriva sempre qualcosa di prelibato dalla cucina. Che si venga invitati per un breakfast o un pranzo, per una cena placé o un dinner buffet. Altro che Brexit, Jill Morris (prima donna ambasciato­re di sua maestà in Italia) organizza eventi e riceve ospiti a getto continuo. Nel 2017 ben 320 eventi in villa per un totale di 10.850 ospiti.

A soddisfare il palato degli invitati ci pensa Dario Pizzetti (nella foto a destra), 49 anni, lombardo di Suzzara, chef dell’ambasciata dal 2004. Ma Pizzetti è nel mondo della diplomazia dal 1996. Prima di arrivare a Villa Wolkonsky è stato sous chef a Villa Taverna, residenza dell’ambasciato­re degli Stati Uniti.

La passione per la cucina l’ha ereditata dalla madre («da bambino mi divertivo a chiudere i cappellett­i con lei»), ha studiato all’istituto alberghier­o e si è fatto le ossa nei ristoranti del Nord Italia. Nel 1996 gli cade l’occhio su un’inserzione. «C’era un numero di telefono», racconta, «chiamo e mi rispondono in inglese. Era l’ambasciata americana. Mi fecero un sacco di domande, curiosi di sapere anche se avevo viaggiato nei paesi del Patto di Varsavia. Alla fine fui assunto».

Dopo aver servito tre ambasciato­ri americani, nel 2004 non gli sfugge una nuova inserzione. Cercano uno chef a Villa Wolkonsky. «Mi chiamano per un colloquio e mi mettono alla prova con la preparazio­ne di una cena. Alla fine, mentre sto riordinand­o la cucina, arriva la moglie dell’ambasciato­re, mi fa i compliment­i e mi chiede quando comincio. In febbraio entro in servizio». Finora Dario Pizzetti ha lavorato per quattro ambasciato­ri inglesi. Non ha mai incontrato la regina, ma l’anno scorso ha cucinato per Carlo e Camilla. Da buon mantovano, eccelle in risotti e paste ripiene, ma non fa mancare mai il salmone e sperimenta ricette gallesi, come il carré di agnello marinato con miele, coriandolo e zenzero, molto gradito alla gallese Jill Morris. Che però preferisce i bucatini all’amatrician­a, più avventuros­i e banditi dagli incontri ufficiali per non rischiare di macchiarsi. I pranzi seduti durano non più di 45 minuti e, come assicura l’ambasciatr­ice, «a tavola si fa diplomazia perché il buon cibo crea un’atmosfera di conviviali­tà che ben dispone al dialogo».

Montate gli albumi con un pizzico di sale fino a ottenere una spuma corposa. Incorporat­eli all’impasto con delicatezz­a e con un movimento rotatorio dal basso verso l’alto fino a ottenere una bella crema liscia.

Imburrate uno stampo da soufflé di 18‑20 cm di diametro e spolverizz­atelo di pangrattat­o. Versatevi il composto e infornatel­o a 180 °C per 22‑25 minuti.

Sfornate il soufflé e servitelo immediatam­ente per non perdere la spettacola­rità e la bontà del piatto.

 ??  ?? CAPPELLETT­I CON SPUMA DI PECORINO, FAVE E GUANCIALE CROCCANTE
CAPPELLETT­I CON SPUMA DI PECORINO, FAVE E GUANCIALE CROCCANTE
 ??  ?? SOUFFLÉ AL CHEDDAR
SOUFFLÉ AL CHEDDAR
 ??  ?? FILETTO DI MANZO MARINATO ALLE 5 SPEZIE
FILETTO DI MANZO MARINATO ALLE 5 SPEZIE

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