Artigiani Bacche di felicità. Lamponi dei Monti Cimini
Nei boschi del Lazio c’è l’azienda agricola di un ex barista con una laurea in economia e un pallino: farvi assaggiare le migliori conserve di lamponi del mondo
Rosso, soffice al palato, un po’ peccaminoso. Nell’immaginario di Massimiliano Biaggioli il paradiso è fatto di lamponi, è dolce e piacevolmente acidulo. La sua è una storia particolare. Archiviata una laurea in economia e commercio, per anni ha fatto di tutto, dal barista all’agente di viaggio. Finito a Londra, viene (ri)folgorato dalla passione d’infanzia per i piccoli frutti rossi. Da lì la decisione di mollare tutto, tornare a casa e dedicare a quella visione una nuova impresa. Così, nel 2011 nasce la sua azienda agricola. Il luogo eletto per le coltivazioni diventa anche un marchio: Lamponi dei Monti Cimini, quattro varietà raccolte a mano, alle pendici della Faggeta dei Monti Cimini, a circa 800 metri di quota, nel Viterbese. Perché le piacciono così tanto i lamponi? «Mi affascinavano da bambino e ho voluto studiarli meglio. Pensi che ne esistono ben 200 cultivar, di cui 15 utili per scopi alimentari. Qui crescono bene perché c’è il giusto equilibrio di sole, pioggia e umidità, che consente di non trattare le piante con prodotti chimici. Il primo appezzamento di terreno? Il giardino dei miei, ai tempi in pensione da poco. Oggi lavoro con mia madre Pucci, i miei fratelli e la mia fidanzata Daniela, architetto». La vostra specialità? «All’inizio vendevamo solo lamponi freschi. Poi ci è venuta la voglia di fare qualcosa di più e da quest’anno siamo passati esclusivamente alle conserve di lamponi. Ci siamo concentrati sulle confetture aromatizzate, al peperoncino, allo zenzero o alla lavanda, con solo il 20% di zuccheri aggiunti. Vado molto fiero anche della nostra polvere di lamponi e stiamo mettendo a punto una linea di formaggi caprini aromatizzati con semi e polpa essiccata. Il sogno? Un aceto balsamico di lamponi». Abbinamenti ideali? «Le conserve sono ottime con formaggi stagionati e con i salumi. La polvere la consiglio sul risotto o sui carpacci di carne e pesce. Sono prodotti versatili, molto usati nei ristoranti. Ce li chiedono anche dalla Russia e dal Giappone». Del lampone si usano solo i frutti? «Sono buone anche le foglie. Quelle più tenere si usano da sempre per preparare una tisana dal forte potere antiossidante. Insomma, altro che superfood».